flumini nel mondo

venerdì 9 novembre 2007







Intervista ad uno dei primi abitanti della zona di Flumini


Quella che segue è un' intervista ad un vecchio di 87 anni, uno dei primi abitanti di questa zona. Gli abbiamo chiesto notizie dei primi insediamenti in Flumini e delle abitudini di vita delle prime comunità.
D. Quanti anni ha?
R. 87
D. Da quanto tempo abita in questa zona?
R. Da bambino, fisso però da trent’anni.
D. Che lavoro faceva?
R. Il contadino.
D. Aveva dei terreni in zona?
R. Si vicino al fiume
D. Si ricorda com’era questa zona cinquant’anni fa? C’erano delle case?
R. Si, a s. Andrea. Solo qualcuna.
D. Quali erano le zone più abitate?
R. Sant’andrea a flumini nella zona “sa mora e baccas” si andava li a prendere l’acqua da bere al fiume e si portava anche a Quartu
D. Cosa vuol dire “ su more e’ baccas”?
R. Era una specie di terreno dove si tenevano le vacche, cioè era un viottolo da dove passavano le vacche per andare al mare.
D. Nella zona interna c’erano delle case
R. No
D. Nella zona di “niu crobu”?(1)
R. No. C’era solo una casa che serviva come punto d’appoggio per chi lavorava in zona.
D. E nella zona di sa tanca?(2)
R. Non c’era nessuno. C’era solo la strada “is sinniesus”
D. Perché si chiamava così?
R. Perché i sinniesi (3) (abitanti di Sinnai) avevano dei terreni verso Villasimius e passavano per questa strada con i carri per raggiungere i loro terreni
D. Le poche persone che abitavano qui che lavoro facevano?
R. Non abitava nessuno qui, venivano solo per lavorare e si trattenevano qualche notte o, al massimo, una settimana,
D. Da quando la gente si è stabilita in modo permanente in questa zona?
R. Dopo la guerra, intorno al 45, 46.
d. In quali zone?
R. Vi sono alla spiaggia a “su stangioni”?(4), a sant’Andrea.
D. E nelle zone interne?
R. Non c’era nessuno
D. A marina residence?
R. C’era solo “sa corti”(5) era di un proprietario dove egli teneva il bestiame
D. La gente che per prima è venuta qui ad abitare che mestiere faceva?
R. Pastori e contadini. Si costruivano una stanzetta col camino e risiedevano qui.
D. Queste persone che risiedevano qui stabilmente andavano a Quartu spesso?
R. No. Non spesso; si spostavano col cavallo o a piedi.
D. Anche le donne?
R. Si anche le donne si spostavano a piedi e venivano anche da Villasimius. I contadini avevano merce da vendere a Cagliari e si spostavano impiegando anche tre giorni fermandosi ogni tanto a mangiare in riva al mare.
D. La gente che abitava qui stabilmente costituiva una comunità? C’era qualche chiesa dove si diceva messa alla domenica? Dove si faceva qualche festa popolare?
R. La festa di san Giovanni si faceva una volta all’anno nella chiesa di sant’Andrea. La messa non si celebrava la domenica. Non veniva nessuno.
D. Gli abitanti si frequentavano tra di loro?
R. No. Ci si conosceva ma non ci si frequentava perché tra una casa e l’altra c’era troppa distanza
D. I figli di questi contadini andavano a scuola?
R. Macchè scuola e scuola! Nessuno andava a scuola.
D. Ma lei è analfabeta?
R. Si. So mettere solo la firma.
D. La gente dove andava a vendere i prodotti della terra e il bestiame?
R. A Quartu. Si spostavano loro e andavano a Quartu coi carretti per vendere i prodotti.
D. Ma i quartesi non venivano mai ad acquistare le merci?
R. No.
D. Quali erano i prodotti della zona?
R. Grano e fave.
D. Uva se ne vendeva?
R. Cinquant’anni fa di vigneti ce ne erano pochi. Il grosso delle vigne si è impiantato dopo la guerra.
D. Da cinquant’anni ad oggi allora i proprietari dei vigneti dove andavano a vendere l’uva per fare il vino? C’era a Quartu una cantina sociale?
R. No. C’era il monte granatico dove si portava il grano ma l’uva si vendeva ai produttori di vino privati a Quartu, che vendevano privatamente il vino mettendo “le palme”.
D. Quelli che vivevano qui stabilmente erano contenti? Non si lamentavano?
R. No. Stavano bene perché avevano i loro terreni e il loro bestiame.
D. Le donne erano contente di vivere qui, ci stavano volentieri?
R. Si, andavano ogni tanto a Quartu a fare le spese.
D. E in occasione delle feste? A natale e pasqua la gente cosa faceva? Si preparava qualche cosa di speciale?
R. La maggior parte degli abitanti di questa zona era quartese e aveva i parenti a Quartu. Quindi solitamente si spostava per andare a trovarli in città. Da Quartu la gente veniva qui solo in occasione della tosatura delle pecore. Si riunivano tanti pastori insieme e si faceva “su invitu” (7) contemporaneamente si riunivano tutti i parenti dei pastori e alla fine si faceva un grande banchetto e una grande festa.
D. Cosa si mangiava?
R. “Is culingionis (8), l’agnello e si facevano anche degli scherzi. Si riempivano i culingionis di lana, oppure di farina. Dopo pranzo si cantavano i canti sardi accompagnati dalle “launeddas”(9)
D. Si ricorda in che momento queste varie zone si sono popolate da gente non solo quartese ma che proveniva da altre parti della Sardegna e dal continente?
R. I primi a venire qui sono stati i “casteddai” (10) che hanno cominciato a conoscere il litorale e hanno cominciato ad acquistare qui i terreni offrendo in pagamento il doppio delle cifre che offrivano i quartesi.
D. Quali terreni acquistavano prevalentemente?
R. Le zone vicine al mare.
D. La gente che abitava qui stabilmente aveva l’abitudine di andare al mare d’estate?
R. Solo pochi andavano al mare. La spiaggia più frequentata era quella di sant’Andrea dove prima era un vasto canneto. Sopratutto sono stati i cagliaritani a costruire le case per la villeggiatura dei signoroni.
D. Cinquant’anni fa quali erano i punti di vendita alimentari?
R. Il primo era il signor Dario vicino alla casa cantoniera e poi un altro di fronte. C’era un unico bar da quarantacinque anni, ma vendeva di tutto.
D. Le donne, le mogli dei pastori avevano qualche loro attività particolari? (facevano vestiti, tappetti etc.)
R. No. Aiutavano i mariti in campagna. Qualcuna andava a servizio a Quartu. Le donne si occupavano essenzialmente dei lavori domestici e facevano il pane, generalmente il “moddizzosu” (11) e il pane bianco. Si faceva anche la farina, si macinava in casa. Il pane “cifraxiu” (12). Per fare questo tipo di pane si setacciava la farina togliendo tutta la crusca (su moddizzi) (13) con “ su sciolinu” (14) (il setaccio) che consentiva di separare la semola grossa dalla semola fine.
D. Le strade avevano questi stessi nomi di oggi?
R. No. Avevano altri nomi. Solo una strada ha lo stesso nome “ coe molentis” che oggi si chiama “ scoa moentis” e che vuol dire : la coda dell’asino.
D. Che cosa vuol dire “ is cireddus” che è il nome di una località?
R. Non lo so.
D. Cosa vuol dire “ is pardinas”?
R. I padrini.
D. E sa funtanedda?
R. Fontana di acqua dolce.
D. A proposito di acqua dove si andava a prendere l’acqua da bere?
R. L’acqua migliore era quella del fiume capitana che viene dal monte. Questo fiume si chiama “ frumini cuba”. (15)

Note


1 Niu crobu: in campidanese vuol dire il nido del corvo.
2 Sa tanca: in campidanese zona coltivata ad ortaggi.
3 Sinnai: paese in provincia di cagliari che dista da Flumini 6 km. Circa.
4 Su stangioni: anche sa corti, propriamente “ la corte”: in campidanese vuol dire il cortile ed indica un ampio luogo atto alla custodia del bestiame, fornito di stalla ecc..
6 “Su invitu” in campidanese “l’invito”, vale a dire che il pastore proprietario delle greggi invitava i compagni di lavori e i parenti offrendo loro un banchetto alla fine della tosatura.
8 Is culingionis: sono dei grossi ravioli di ricotta.
9 Launeddas: strumento musicale a fiato primitivo composto da tre canne di varia grandezza che producevano un suono molto simile a quello delle ciaramelle.
10 Casteddai sono chiamati così tutti gli abitanti di cagliari che in campidanese viene chiamata “casteddu” (castello).
11 Modizzosu: tipo di pane casereccio
12 Civraxiu tipo di pane casereccio molto lievitato
13 Su moddizi: la crusca.
14 Su sciolinu : il setaccio
15 Frumini cuba: è il nome del fiume che denomina anche la località a est di Flumini
(L’intervista è stata effettuata nel 1987, ossia circa venti anni fa.)

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