flumini nel mondo

venerdì 30 maggio 2008

Mario Murgia e la “vihuela de mano”

Se arte letteralmente significa attività umana che si svolge per opera d’ingegno secondo insegnamenti dedotti dall’esperienza o seguendo una geniale ispirazione, Mario Murgia è un artista nel vero senso della definizione perché ha seguito l’esperienza ed ha avuto una geniale ispirazione.
Bisogna pensare a lui quando, ancora chierichetto, nella chiesa medioevale Santa Barbara, davanti al retablo della Pestilenza, dipinto famoso del Maestro di Olzai, ( probabile capostipite della bottega dei Cavaro a Cagliari) in cui, tra l'altro, è rappresentato un angelo che suona uno strumento che assomiglia alla chitarra di cui è l'antenato, fissava ed ammirava sempre quel quadro dietro l’altare e fantasticava pensando a quali accordi, a quale melodia potesse provenire da quello strumento sconosciuto e strano, ma evidentemente emanante melodie celestiali al punto tale da ispirare un insigne artista come il grande maestro d’arte pittorica della seconda metà del quattrocento.
Il ragazzino crebbe con questo assillo fino a quando, giunto ad età matura, diede sfogo alla sua innata passione e riuscì a ricomporre in maniera precisa quello strumento, ricostruendone una copia perfettamente analoga a quella di un tempo, e che ora rappresenta un pezzo unico, certamente in Sardegna, quasi sicuramente nel resto dell’Italia e probabilmente nel mondo, per trarre da esso gli stessi meravigliosi suoni che allietavano le colte nobiltà di allora.

Il lavoro complessivo è stato seguito dai più grandi esperti del settore, a cominciare dal direttore della Scuola Civica di Liuteria Antica di Milano, il maestro Tiziano Rizzi. E’ stato riconosciuto che lo strumento ricostruito è prospetticamente adeguato a quello che il quadro rappresenta e che lo strumento tridimensionale è stato tratto da una pittura bidimensionale seguendo la prassi delle grandi scuole di liuteria. Inoltre, i materiali impiegati e la tecnica costruttiva sono quelli appropriati al periodo, lavorati e composti dai maestri liutai Antonella e Giuseppe Triolo nel laboratorio di Monserrato - Cagliari. ( nella foto: Giuseppe.Triolo)

Avremo modo di riparlare di questo artista eclettico quando, a breve, ci recheremo ad Olzai per ammirare personalmente il famoso dipinto e le caratteristiche del paese barbaricino.

Mario Murgia, nato a Olzai, vive a Selargius ed è un appassionato cultore di musica, soprattutto sarda, di storia, di letteratura e di arte in genere. Oltre a comporre brani musicali, scrive poesie e racconti, alcuni dei quali premiati in importanti manifestazioni come il concorso il Grifo d'oro di Perugia (al quale ha partecipato insieme a Maria Giovanna Murgiano), Jacopone da Todi , San Benedetto da Norcia, tutti dell’Associazione Amici dell’Umbria. Attualmente collabora con Cinzia Ligas con la quale suona musiche del repertorio medioevale e sardo.

giovedì 29 maggio 2008

Sestu: tra paese e città.


Difficile trovare l'anima della cittadina. Agli occhi di chi la visita con occhi disincantati, appare come una contraddizione tra l'aspirazione alla città moderna, con i quartieri satelliti dai palazzi multicolori, uguali a quelli di ogni periferia metropolitana, dalla chiassosa zona industriale caotica e in continua espansione, piena zeppa di insegne abbaglianti, culminanti nella Città Mercato che si affacia sulla spina dorsale della Sardegna, la SS 132, Carlo Felice, e un centro paesano tipico del Campidano di Cagliari, con le strade contorte, strette e anguste su cui si aprono i portoni caratteristici della civiltà contadina e che si attorcigliano alle chiese, quasi a volerle abbracciare e preservarle dall'arrivo della modernità incombente, in quanto unici monumenti che possono tramandare la storia del paese e le sue tradizioni.




La sensibilità di un amante della terra in cui è nato riesce a cogliere gli aspetti poetici che emergono dalla memoria e trasferirli ai suoi lettori.


L'odore della cauterizzazione mi dava un senso triste di nostalgia. Sembrava di sentire quello della bottega de su ferreri, il fabbro ferraio, tziu Angiulleddu Mastinu, quando calzava i cavalli di fronte alla bottega di Franciscu su carnazzeri, il macellaio, poco più in là della mia casa in via della Chiesa. Era l'odore di quando avevo meno di dieci anni ed ero ancora immortale





Il brano è tratto dal romanzo di Enrico Pili: " hinterland sei ", Scuola Sarda Editrice Cagliari, Novembre 2007.





L'itinerario turistico proposto con questo spot è giustificato dal complesso archeologico di San Geminiano, a pochi chilometri da Sestu, che merita da solo trenta minuti di viaggio a partire dalla costa di Flumini. Il complesso è immerso nel mezzo di una bella pineta e ci si arriva percorrendo un viale che parte dalla uscita di Sestu, con cartelli che indicano bene la destinazione. Non altrettanto bene il turista è accolto nel complesso, poichè troverà la Chiesa chiusa, il parco non eccessivamente pulito, e nessun servizio disponibile. Anche i cartelli indicatori sono carenti forse perchè si intende riservare il luogo a manifestazione religiose o festività locali, piuttosto che utilizzarlo come richiamo turistico. In ogni caso il luogo merita la visita.

Le foto mostrano in sequenza: l'ampio porticato antistante la chiesa; statua all'interno del complesso (forse San Geminiano?); pineta; ingresso. Sotto: facciata della chiesa.

Due volte all'anno numerosi sestesi si trasferiscono per alcuni giorni all'interno della vasta corte che circonda la chiesa per il tradizionale pellegrinaggio.

lunedì 26 maggio 2008

Tour dei nuraghi

Domenica 25 Maggio si è svolto il "tour dei nuraghi ", escursione promossa da questo blog sui monti che fanno da cornice a Flumini. Dopo una prima pausa alla torre di Solanas il gruppo formato da tre fuoristrada ha risalito la vecchia strada che porta alla foresta di Minni - Minni, per inoltrarsi poi lungo una mulattiera tra la fitta vegetazione diretti alla prima tappa rappresentata dal nuraghe Sant'Elena.

Tra vecchie storie di muli che, guidati solo dalla loro istintiva abitudinarietà, portavano il carbone dall'alto delle montagne fino al porto di Solanas, e da qui risalivano, percorrendo sempre la stessa strada, in un interminabile percorso di andata e ritorno, e le fantasiose esistenze di tesori mai trovati nei nuraghi di cui tutta la vallata da Solanas fino al monte Paulis è ricchissima, si fa tappa ai piedi del nuraghe.



La guida è inesauribile nel descrivere minuziosamente aspetti dei luoghi visitati, così apprendiamo che l'ovile costruito ai piedi del nuraghe, con pietre dello stesso, fa parte di quelli antichi, perchè i più moderni sono rettangolari. Ciò a causa della separazione che veniva fatta tra le pecore munte e quelle ancora da mungere. Più razionale il moderno rettangolo, (quelle munte da una parte, le altre dall'altra), più personale l'antico rotondo in cui il pastore, probabilmente, conosceva una ad una le sue pecore e non aveva bisogno di tenerle divise.
Si prosegue lungo una parte del "Sentiero Italia" per arrivare ad un vero e proprio monumento naturale chiamato "La sfinge" per la sua vaga rassomiglianza ad essa. (Gli vengono attribuiti anche altri nomi, ad. es. Sa mitra, a causa della spaccatura della roccia che la fa sembrare appunto il copricapo vescovile.) La vista su tutto l'arco del golfo è


spettacolare e la grandiosità dei luoghi meritano una silenziosa osservazione. Dall'alto delle rupi ci viene indicato il luogo in cui dimorano le aquile, mentre osserviamo alcuni gabbiani volteggiare in lontananza.

Arriva l'ora della pausa di ristoro e viene fatta nella zona del Nuraghe Monte Arbu, straordinaria



costruzione di cui si conservano ancora intatti gli ingressi a diversi livelli, testimonianza di una complessità di costruzione, le cui tecniche erano a conoscenza dei nostri antichi progenitori.




Dopo la sosta si prosegue per Monte Cresia dove ammiriamo l'ultimo nuraghe del tour,


quello appunto di Monte Cresia, più famoso dei precedenti perchè è possibile raggiungerlo anche con mezzi di trasporto normali. Abbandonata la zona di Monte Cresia iniziamo la via del ritorno visitando ancora la chiesetta campestre di San Pietro in paradiso, e la Tomba dei Giganti di Is Concias, in territorio di Quartucciu.
Il tour, finisce nel punto dal quale era partito, e lascia in tutti i partecipanti la voglia di ricominciare, magari con altri itinerari, per visitare luoghi di cui la Sardegna è piena. Artefice assoluto del successo è stato Massimo Farris e tutta la sua troupe, che ha regalato a tutti i partecipanti una giornata intensa, densa di tante emozioni e dall'organizzazione assolutamente impeccabile.

venerdì 23 maggio 2008

Penne in agrodolce - Marco Vargiu

Marco Vargiu gestisce insieme alla zia l'hotel ristorante "Su Meriagu", conosciuto ed apprezzato dai frequentatori della costa orientale di Cagliari e Quartu e dai turisti che, specie nella stagione estiva, visitano i nostri luoghi più belli. Chi ha avuto la possibilità di essere suo ospite ne ha apprezzato le doti di cordialità e di simpatia che questo personaggio, nato intorno agli anni '60, incute nei clienti riuscendo a rendere l'atmosfera del ristoro vero e proprio in una rilassante pausa della giornata, piacevole e interessante. La conversazione può, infatti, essere amabilmente portata anche sull'arte oltre che su altri aspetti della sfera culturale in generale. Essendo laureato in Psicologia, non disdegna, perciò, di parlare di letteratura, oltre che di cucina, ed avendo scritto un libro " Penne in agrodolce" AIPSA edizioni, Cagliari 2007, raccolta di brevi racconti che spaziano con arguzia e umorismo, talvolta venato di amarezza, su esperienze di viaggio o dell'età più giovanile, in cui non mancano tinte, parole e situazioni forti e poco castigate, ma comuni ad un certo linguaggio delle persone a cui si riferiscono, lo fa anche volentieri. Questa propensione all'arte gli deriva, forse, dall'aver avuto un padre che si dilettava di scultura (pietra e legno: vedi fotografie sopra) la cui produzione la si può ammirare nelle sale e nei giardini del locale.







Hotel ristorante " Su Meriagu"
Via Rimini, 1
Flumini di Quartu Sant'Elena
tel. 070 890842

domenica 18 maggio 2008

Cagliari: Museo del Duomo

Bastano anche solo poche ore per affrontare un interessante itinerario turistico. Nonostante si tratti di arrivare a Cagliari e immegersi nel caotico traffico cittadino, suggeriamo un percorso semplice e affascinante. Da qualunque parte si arrivi a Cagliari si tratta di raggiungere viale Regina Elena, cosa abbastanza facile data l'importanza della strada. Se si arriva in auto, ben evidenziato a metà circa del viale, nei pressi degli uffici dell'Unione Sarda vi è un parcheggio sotterraneo dall'interno del quale si accede, con un ascensore a due stadi, alla piazzola belvedere del Castello di Cagliari. E qui, immediatamente, l'aria cambia. Non più invadenti frastuoni ma suoni d'antico.

La vista spaziava sull'intricato disseminarsi di tetti. Dal colle più alto e più antico, sovrastato da cupole, palazzi e torrioni si distendevano fino al mare. Il promontorio " La sella del diavolo" si stagliava tra il mare. Cumuli di sale biancheggianti, erano ammonticchiati nello stagno in cui avevano preso dimora fenicotteri e altre specie di volatili. Lo sguardo oltrepassava il porto trafficato da grosse navi commerciali, i moli e le imbarcazioni sulle quali sembravano giocare i gabbiani. Arrivava fino alla piana dove le nuvole biancastre dei fumaioli delle raffinerie facevano contrasto con i monti celesti. Riflettevano i colori del mare e del cielo. Dall'altra parte, le creste dei "Sette Fratelli" delimitavano la vasta distesa del Campidano. Ogni tanto, le precise volute di qualche volo d'uccelli attraversavano lo sguardo.
Dio, che stava solo un gradino più in alto di lui, aveva fatto le cose in modo perfetto. (Il brano è tratto dal romanzo di Paolo Maccioni: I segreti del presidente - MEF L'Autore Libri Firenze - 2005)



Si è subito immersi in una atmosfera di altri tempi. Si costeggiano i maestosi palazzi della Prefettura e della Curia Vescovile, si oltrepassa il Duomo, si ammira l'antico palazzo del Comune, tutti luoghi che meritano una visita particolare, e si arriva in via Fossario. L'ingresso al museo è proprio sotto il porticato.




Il Museo (o Tesoro) è costituito da oggetti elargiti dagli Arcivescovi di Cagliari, che erano soliti fare dei «legati» alla Cattedrale donando i dipinti e gli oggetti preziosi di loro proprietà.

Gli oggetti sono distribuiti in eleganti sale di esposizione al primo e al secondo piano. Si possono visitare anche i sotterranei in cui vengono allestite mostre di vario genere ( Attualmente e fino al 24 Maggio sono presenti opere di Rosa Maria Sotgiu Bonifacio)

In una delle sale più suggestive è custodito il dipinto " Il retablo dei beneficiati" della bottega di Pietro Cavaro a cui viene attribuita "La crocifissione" (al centro in alto).



Oltre ai dipinti sono esposti paramenti liturgici di diversa foggia e stile, numerosi argenti tra cui calici, pissidi, ostensori, croci processionali, statue lignee della Madonna e dei Santi.
Orari di apertura del Museo:
Sabato e Domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.00
Tel. 070.652.498
Pagamento: € 4.

lunedì 12 maggio 2008

Tour dei nuraghi in fuoristrada







( Sopra: locandina per il tour dei nuraghi. Sotto: programma dettagliato)



Programma




- Raduno dei partecipanti a alle ore 09.00 a Flumini (Costa degli Angeli) nella piazza antistante il supermercato GRIM (Via Liri 2)
- Partenza in direzione Solanas.
- Sosta ai piedi della torre Spagnola su Capo Boi con panorama sulle scogliere a picco sul mare. Spiegazione del sito e degustazione di una colazione a base di dolci sardi.
- Si prosegue in direzione del Parco all’interno della foresta di Minni Minni per addentrarci nella zona più impervia, sconosciuta al turismo di massa e successiva sosta nella piana di Monte Paulis ai piedi del Nuraghe di S.Elena, sito avvolto da numerose leggende.
- Altra sosta dopo qualche chilometro, percorrendo con i fuoristrada uno dei pochissimi tratti carrabili del sentiero Italia che ci conduce al famoso sito granitico denominato “La Sfinge” dove la fantasia umana si sbizzarrisce a dare nomi alle innumerevoli forme che assumono le rocce dei Sette Fratelli.
- Continuando una vecchia strada avvolta dalla fitta vegetazione un tempo usata dai carbonai che lavoravano in quelle foreste, arriviamo al sito nuragico dove è situato il nuraghe di Monte Arbu, unico nel suo genere all’interno del parco, costruito sopra rocce megalitiche e con un cortile interno, dove tutt’oggi sono evidenti le opere di architettura del tempo.
- Mentre si visita il sito nuragico verrà preparato uno spuntino tipico sardo da degustare tra lecci e tavoli naturali di granito.
- Dopo il pranzo si prosegue sempre all’interno della foresta per diversi chilometri attraversando il piccolo villaggio di Sa Corti per arrivare alla piana di Codoleddu e a Monte Cresia dove è d’obbligo fare una breve sosta ai piedi del nuraghe Sa Fraigada e il suo punto panoramico.
- L’escursione prosegue verso l’ultima tappa affrontando i dislivelli che ci conducono nella località montana di S.Pietro Paradiso con sosta alla chiesetta campestre e, a breve distanza, altra sosta per visitare la Tomba dei Giganti di Is Concias.
- Rientro da S.Isidoro al punto di partenza. Ora prevista: le 17,00.

Il tour comprende l’accompagnamento di guide dotate di patente Ambientale Escursionistica regionale e patente GAE (Guida Ambientale Escursionistica)
http://www.gae.it/.


Costo a persona: 40 euro
Bambini da 4 a 10 anni: 20 euro

Promozione:
http://www.flumini.blogspot.com/ – c/o Paolo Maccioni – tel. 070 805473 – cell.336732880 – e-mail: paolomaccioni@tiscali.it

Organizzazione: Serpeddì 4x4 di Massimo Farris – tel.3391576666 – e-mail:
info@serpeddi4x4.com – sito web: http://www.serpeddi4x4.com/


Per ragioni organizzative l’adesione e il pagamento della quota devono essere effettuate entro il giorno 21 Maggio

Per ulteriori informazioni e per l’adesione telefonare ad uno dei numeri telefonici sopraindicati.

sabato 10 maggio 2008

I fiori d'oro

In Italia il crisantemo fiorisce alla fine di ottobre e proprio per la concomitanza della fioritura con la celebrazione dei defunti si è soliti attribuire a questo fiore un significato funesto. In realtà però il nome, che deriva dal greco, letteralmente significa fiore d'oro ed è quindi stato associato dalla tradizione a valenze assolutamente positive. Appendendo all'uscio di casa un crisantemo si potrà star sicuri che all'interno dell'abitazione regneranno pace e benessere. Una leggenda ci parla di questo fiore che rappresenta lo spirito della vita che si rinnova:
"una bimba vegliava la sua mamma moribonda, pregando gli spiriti di non farla morire. Uno Spirito fu commosso dalla sua preghiera è porgendole un fiore le disse: quando la Morte arriverà, porgi a lei questo fiore, ti sarà così concesso di passare ancora con lei tanti giorni quanti sono i suoi petali. la bimba rimase da sola e si mise al lavoro, riducendo ogni petalo in tantissime striscioline sottili. Quando la Morte arrivò, guardò esterrefatta quel fiore dai petali infiniti, e pensando ad uno scherzo dello spirito, disse alla bambina: resterai con la tua mamma per un numero di anni uguale al numero di quei petali." http://www.leserre.it/



In Corea e in Cina è il fiore dei festeggiamenti (matrimoni, compleanni, ecc.); in Giappone è il fiore nazionale e la sua bellezza viene celebrata ogni anno dall'Imperatore che, in occasione della fioritura, apre al pubblico i giardini della Reggia, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati. il Mondo Orientale è solito attribuire al Crisantemo il significato di vita e felicità ed in cucina i petali sono utilizzati bolliti per preparare insalate a base di patate lesse. In Inghilterra viene regalato in occasione delle nascite.



A Flumini, l'azienda Sa Tanca è specializzata nella produzione dei crisantemi. Entrare nelle serre nel periodo di fioritura significa assistere ad una esplosione di colori e di forme.


Il signor Antonio Fara, amministratore unico della società ci spiega il percorso produttivo di questo fiore che, con l'andare del tempo e con le nuove tecnologie, ha visto progressivamente aumentare le possibilità di cultura nel corso dell'intero anno anziché nella sola stagione invernale. La tecnologia di coltivazione programmata prevede di procedere, infatti, per diversi stadi di maturazione della pianta, a partire della talea, per cui si può ottenere una produzione organizzata in base alle esigenze del mercato.

Sa Tanca Coop. A.R.L. Viale Autonomia Regione Sarda, 73 09045 Quartu Sant'Elena - Tel.: (+39) 070 807000,

martedì 6 maggio 2008

Pietro Cavaro al Municipio di Cagliari

Non poteva mancare la presenza di Pietro Cavaro in una delle sedi più rappresentative della Sardegna, quella del Municipio di Cagliari. www.cifra.it/cagliari/palacom.


Il grande retablo del Palazzo Civico fu realizzato tra il 1527 e il 1539 da Pietro Cavaro, pittore cagliaritano del XVI secolo. Il retablo raffigura l'omaggio dei consiglieri della città di cagliari alla Madonna. Ai lati si possono osservare Sant'Andrea e santa Cecilia, in alto la trinità, nella predella la Deposizione e i Dodici Apostoli. nei polvaroli (la cornice che gira attorno all'opera) sono raffigurati i santi venerati a cagliari nell'epoca: Lorenza, Sebastiano, Gerolamo, Francesco, Agostino, Cristofotro. Nelle alette di protezione sono ancora visibili due stemmi di cagliari aragonese. (http://www.wikipedia/)

domenica 4 maggio 2008

Spiagge di Flumini: Via Mar Mediterraneo

La via Sorrento è parallela alla battigia e alla via Leonardo Da Vinci. Vi si accede percorrendo la Via Mar Mediterraneo il cui svincolo è quasi di fronte al Supermercato Grimm. La via Mar Mediterraneo si inoltra per circa ottocento metri tra moderne villette abbastanza recenti e finisce appunto sulla via Sorrento. Da questa via si accede per mezzo di alcuni stretti sentieri al mare. Il mare è pulito e la spiaggia è larga, sabbiosa e si estende sia a destra che a sinistra a perdita d'occhio. L'ideale per farsi abbrustolire dal sole in perfetto rilassamento.



Il luogo è indicato per trascorrere in santa pace una o più giornate di vacanza, al riparo dai fastidiosi rumori della quotidianità, immersi invece in una piacevole realtà che trasporta col pensiero a luoghi che la fantasia si diverte ad inseguire.

Ma, ahinoi, dobbiamo fare qualche passo indietro. Per gustare questo paradiso occorre prima arrivarci, e non è tutto molto bello, anzi, a dire la verità è piuttosto brutto, per meglio dire orribile. Intanto, l'unica presenza dell'autorità, quella che dovrebbe assicurare una manutenzione e una pulizia del luogo è data solamente dal cartello fotografato. Gli accessi alla battigia sono poi sentieri stretti, sporchi e in qualche caso anche pericolosi.

















Il mare, non solo d'estate, ma anche nelle altre stagioni, dovrebbe essere considerato un gioiello da mostrare nelle migliori condizioni e non qualche cosa da nascondere o peggio trasformare in pattumiera.