flumini nel mondo

martedì 6 novembre 2007





SANT’ANDREA

La chiesa sorge presso la località omonima nelle vicinanze del mare ed ha l’antica struttura architettonica. I blocchi di tufo con i quali le pareti sono state costruite dovevano essere a vista in origine, i due porticati, uno laterale più piccolo e l’altro più vasto all’ingresso princiipale, sono costruiti con la stessa tecnica della copertura interna, vale a dire mediante tegole soprastanti a canne intrecciate. L’interno della chiesetta è costituita da un’unica navata che culmina in una piccola abside sormontata da bifore. La volta è a capriate con copertura di canne intrecciate sormontate da tegole in terracotta. Tre contrafforti esterni scaricano all’esterno la spinta delle architravi interne, la chiesetta, dedicata al culto di S. Andrea, viene utilizzata per la celebrazione di una festa campestre molto importante e molto sentita dalla popolazione quartese, che prima si teneva nel solstizio d’estate intorno al 21-23 Giugno, ma che in tempi recenti è stata spostata a fine Luglio o ai primi di Agosto. Tale festa in onore di S. Giovanni è preparata con cura meticolosa dagli organizzatori chiamati “obreris” che hanno un ruolo determinante per la buona riuscita della festa. Essi riuniscono il "comparatico" del santo (Gli obrieri sono propriamente coloro che “presiedono” la festa. Tale incarico è ritenuto molto onorevole presso la popolazione. L’obreria è l’organizzazione che si impegna a proclamare e realizzare la sagra. Infatti per ogni festa patronale esiste a Quartu S.E. una “obreria”. A.A.V.V. Su Beranu Quatesu – Ca 1981 pp.24 .) perché tutti i componenti di quest’ultimo partecipino ad una riunione conviviale che si svolge durante la notte .
Da recenti studi di tradizione popolare condotti sull’origine di questa festa campestre tanto sentita ancora oggi, è emerso che essa può avere avuto origine dal rito pagano del culto di Adone in quanto molta parte del cerimoniale tuttora vigente ricalca nelle forme e nei significati quello molto più antico che si riscontrava presso alcune civiltà del mediterraneo, così che la liturgia fallica primitiva si è perpetuata per i secoli trasformando soltanto il tipo di immagine venerata.
Per un maggior approfondimento di tale culto si potrà consultare “ Su Beranu Quatesu” (Cinus – Orrù – Piras – Staffa Su Beranu Quatesu Cagliari 1981 pubblicata con il patrocinio del Comune di Quartu.) che è una interessante descrizione sulla attuale festa folcloristica analizzata traverso le sue radici pagane.

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