flumini nel mondo

lunedì 6 aprile 2015

"Regina delle ombre" di Angelica Piras

Giovedì 26 marzo, nei locali della Scuola elementare di Flumini, in via mar ligure 3, si è svolta una serata di musica, di teatro e di poesia.

La musica l'ha fornita la maestra di arpa celtica Annalisa Melis, che ha accompagnato con le sue melodie l'intera serata affascinando il pubblico  che ha applaudito la sua esibizione non soltanto durante l'accompagnamento della rappresentazione, ma anche quando insieme all'autrice del libro Angelica Piras hanno cantato "il cielo in una stanza", fornendo di essa una interpretazione originale e piacevolissima che è stata una vera gradevole sorpresa per tutti.

Il momento di teatro è stato segnato dall'interpretazione che l'attore di prosa Maurizio Annichini  presidente di ParoleRivelate, compagnia con la quale lavora con successo, ha fornito dell'adattamento del libro "Regina delle ombre" realizzato da Paolo Maccioni appositamente per lui. 
La sua interpretazione precisa, calorosa, accattivante, è riuscita a appassionare il pubblico e a farlo partecipare al dramma che ha vissuto Angelica Piras nella sua adolescenza, fedelmente riportato nelle pagine del suo libro. 
Dire che quelle pagine sono state quasi rivoluzionate dalla interpretazione dell'attore Maurizio Annicini è dire una sacrosanta verità. 
La sua voce, i suoi gesti, la modulazione delle parole, il timbro a volte acceso a volte lento, il suo stile dignitoso, il suo modo di raccontare calmo ma  irruento all'occorrenza, hanno avvinto  il pubblico che si è immedesimato alle vicende narrate e commosso nei momenti culminanti  esprimendo poi il suo apprezzamento con intensi e lunghi applausi. 

La serata dedicata al libro di Angelica Piras “Regina delle ombre” è stata resa ancora più viva e completa dalla recitazione delle poesie lette da  Enrica Boy, da Francesca Serra e dalla stessa angelica Piras che si sono alternate alla recitazione di Annichini. 

ALBUM FOTOGRAFICO DELLA SERATA
(Foto di Emilio Aru)


al centro in piedi Maurizio Annichini

Enrica Boy

Annalisa Melis e Maurizio Annichini

Annalisa Melis

Francesca Serra

Maurizio Annichini

Angelica Piras

Angelica Piras e Annalisa Melis

al centro: Angelica Piras

Prof. Francesco Casula con Maurizio Annichini

Paolo Maccioni e Mariuccia Vera

Paolo Maccioni, Angelica Piras, Enrica Boy, Francesca Serra

Scivu di Paolo Maccioni

Abbandoniamo la città in un'ora in cui il traffico è intenso. Sarà la giornata festiva, sarà la ricorrenza pasquale che vuole le famiglie radunate e quindi vi è chi si mette in viaggio per tornare alla propria casa nel paese natale, ma la Carlo Felice, la principale arteria sarda che attraversa come la spina di un pesce tutta la Sardegna  è un movimento incessante di auto.
L'abbandoniamo subito e attraversiamo il paese di San Sperate in festa.  Ci accodiamo alla processione fino alla chiesa principale e così facciamo anche a Villasor. Ci rallegra la atmosfera di festa, di allegria di questi ricchi paesi del campidano di Cagliari. Giungiamo facilmente e superiamo Villacidro e poi Arbus. Qui, fatti pochi chilometri in direzione di Fluminimaggiore imbocchiamo una strada sulla destra che indica: Scivu.  (la nosta meta)
 

La strada si insinua in un deserto di montagne brulle, di caseggiati diroccati appartenenti a miniere dismesse, a boschi incendiati di cui rimangono solo le punte di rami anneriti.





Dopo un interminabile saliscendi nel deserto più totale, ci accoglie un viale di fitti asfodeli che fanno bella mostra di sé ai bordi della strada e ci accompagnano fin alla riva del mare.


E qui lo spettacolo diventa impressionante. Un mare da oceano, in un fragore assordante di onde che si riversano sulla scogliera a partire dalle più lontane increspature. E' una natura splendida e vergine, non contaminata da  segni di presenza umana, come dovette apparire ai primi uomini che la scoprirono nei tempi remoti.



In un cielo basso e nuvoloso, che si unisce al mare in uno spettacolo affascinante e temibile, sferzati da un vento gelido che ci percuote il viso, solo  un semplice cartello ci ridesta da una specie d'estasi che ci aveva rapito facendoci pensare  alla creazione del mondo. 


(fotografie di Alessandra Maccioni)