flumini nel mondo

domenica 21 dicembre 2008

Buon Natale con la Corale di Flumini

Diretto da Gabriele Pala si è svolto ieri nella Parrocchia di Santa Maria degli Angeli di Flumini di Quartu lo spettacolo Gloria nei cieli e pace sulla terra. Il racconto della nascita di Gesù Cristo Figlio di Dio, arricchito da effetti e colonne sonore, è stato letto e interpretato dall'attore Roberto Ingrosso.


Nelle foto a destra e sinistra alcuni momenti della rappresentazione


















Qui sopra a sinistra, il direttore della Corale Communion Gabriele Pala con l'interprete del racconto Roberto Ingrosso.

Lo spettacolo ha richiamato un pubblico numeroso che ha ascoltato i brani musicali con attenzione e in alcuni casi con commozione, come ad esempio nella Ninna nanna o nel Dono d'amore, ma anche negli altri canti, tutti eseguiti dal coro con bravura. Un particolare: accompagnava all'organo Stefano Loddo, di appena dodici anni. (foto sopra a destra).

domenica 14 dicembre 2008

Flumini calcio

Flumini ha una squadra di calcio che milita nella seconda categoria. Riporto quasi integralmente la lettera di uno studente, Marco, che mi ha chiesto di pubblicarla nel blog. Mi chiamo Marco, ho quasi 19 anni e gioco nel S.G. Flumini Quartu da quest'anno. Ho sempre giocato in squadre di Cagliari, ma da quest'anno, dovendo affrontare l'università, ho scelto la squadra più vicina a casa mia. L'ambiente è sano, il gioco è divertente. Io mi diverto e sto bene. Ma a Flumini manca un piccolo-grande fattore: IL PUBBLICO. La tribuna del campo di Via dell'Autonomia Regionale Sarda, ingresso da (Traversa Sa Tanca), è molto grande e spaziosa, come si può ben notare dalla strada. Ma è sempre incredibilmente vuota...O meglio, la domenica accoglie al 90% sostenitori delle formazioni avversarie. Se qualcuno che è presente li per noi c'e..beh...quel qualcuno è sicuramente un nostro giocatore infortunato o squalificato che ci sostiene dalla tribuna. Ci piacerebbe, almeno quando giochiamo in casa, trovare un bel numero di persone che fanno il tifo per noi, per vivere una domenica mattina migliore all'insegna dello sport. E' importante per distrarsi, per divertirsi, e per valorizzare in un certo qualmodo il nostro territorio di Flumini. E poi credetemi...per come gira il calcio oggi, può essere molto più soddisfacente guardare una partita dilettantistica che una di serie A. Aprofitto di questo bel sito internet per informare che le nostre partite in casa sono la domenica, con fischio d'inizio ore 11.00. Inoltre sull'informatore dell'Unione sarda, il lunedì, esce sempre l'articolo della nostra partita, e viene scritto anche il turno successivo, cosi tutti possono sapere quando siamo in casa e quando in trasferta. A nome della squadra vi aspettiamo numerosi, abbiamo bisogno di sostenitori che ci incitino e ci diano una mano in più per vincere e salvarci in seconda categoria dopo il faticoso passaggio dalla terza.
Con speranza ed affetto, Marco


La formazione della squadra è la seguente: Melis, Cortis, Cocco (Salis), Orrù, Floris, Marras, Contini (Navarro), Pirisi, Musa, Fanari, Murru.


FORZA FLUMINI!

giovedì 11 dicembre 2008

Serpeddì tra leggenda e realtà

Questa è la visione del monte Serpeddì, in territorio di Burcei, che si può ammirare dalle campagne della pianura che si estende dal mare di Flumini fino a Mara e Sinnai. Sulla cima del monte svettano le antenne di diversi ripetitori.
Le numerose antenne sono disseminate in quell'altura in modo da costituire quasi una foresta di acciaio. (Foto di Renzo Spanu)
Ma nel territorio che dal monte Serpeddì si estende fino ai Sette fratelli, vi sono altre foreste, meno moderne e più suggestive. Per questo motivo sono meta di continue escursioni a piedi, in bicicletta, in fuoristrada.
In queste foreste, tra le rocce, i ruscelli, le grotte, i monumenti naturali costituiti da nuraghi e tombe, chi ha l'opportunità di trovarsi a compiere una escursione subirà il fascino delle antiche storie arrivate sino a noi da un lontano passato.
Secondo la leggenda, Serpeddì ha preso il suo nome dalle streghe ( is serpius) che si sarebbero installate in questo luogo per poter dominare la vallata che si stendeva sotto di esse, ma anche per poter godere di un panorama unico al mondo. Ma qui non abitarono soltanto esseri maligni. C'è un arco naturale che si chiama "dell'angelo" perchè le creature celesti vollero sotto la loro protezione quei boschi sempreverdi. Uniche creature ammesse a vivere su questi picchi furono le aquile, i falchi, gli astori, i colombacci. Terra inaccessibile, questa riservata agli esseri primitivi, ai grandi predatori, agli abitatori della foreta più agili ed astuti. Gli uomini che hanno abitato nei paesi vicini, si sono sempre avventurati in questi luoghi con qualche paura: come se entrare in questa foresta, volesse significare compiere un atto di profanazione. Una convinzione che ha il suo riscontro in un'altra leggenda, forse più conosciuta.


SA PERDA DE SA PIPPIA
( la pietra della bambina)
Agli albori della civiltà, un giorno in cui la tribù di cacciatori si addentrò nel bosco in cerca di cibo, un grande masso si staccò dal monte e seppellì sotto di esso una bambina. Il grande masso è ancora là e, a volte, chi si accosta ad esso, può sentire il lamento della bambina morta, il cui fantasma si aggira senza pace nel punto in cui avvenne la disgrazia. Il masso si chiama " sa perda de sa pippia" ed il lamento si sente per davvero, anche se si tratta semplicemente del vento che, soffiando tra gli anfratti rocciosi, emette dei suoni che fanno venire i brividi!
(Le leggende sono tratte da " I sette fratelli" di Giovanni Sanna)