flumini nel mondo

martedì 29 luglio 2008

Incendio nella cattedrale

E' con una punta di orgoglio che annuncio l'avvenuta pubblicazione ad opera della casa editrice Fratelli Frilli di Genova, del mio terzo romanzo " Incendio nella Cattedrale". La cattedrale è quella di Torino depositaria della Sacra Sindone, considerata dall'umanità il sudario che avvolse Gesù Cristo alla sua morte e di cui riproduce le sembianze. L'incendio è quello che si è sviluppato nell'Aprile del 1997 distruggendo in parte la Chiesa ma preservando per un miracolo la teca contenente il prezioso cimelio. Intorno a questo fatto, in una Torino angosciata per la presenza sempre più massiccia di irregolari ed extracomunitari, si snodano le vicende dei personaggi principali del romanzo: Manuela, una prostituta, Emilio Boratti, un assicuratore, Abdul pupillo dell'Imam di Torino, l'ispettore Arcangelo Diotisalvi, un sardo trapiantato a Torino.
Collana : I tascabili
Prezzo: € 12,00

Il libro verrà distribuito in Sardegna da: Agenzia Libraria Fozzi, Viale Elmas 154, Cagliari Tel. 0702128011 alla quale vanno indirizzate tutte le richieste.

Come in tutte le occasioni liete mi piace brindare idealmente al suo successo.

Paolo Maccioni

martedì 22 luglio 2008

Alagon Marchesi di Villasor

In merito al castello Sevillar e al post pubblicato ieri, mi sono imbattuto in un interessante sito http://www.villasor.net/ condotto da Antonella ( unico dato in mio possesso) che riporto di seguito. Inoltre è interessante e piena di notizie la discussione che ne è seguita e che può leggersi cliccando prima sul blog di cui sopra e poi sulla categoria: castello.

Scritto da Antonella
Il castello Siviller, forse (o senza forse ) è il più importante monumento nel nostro paese, ma poco valorizzato, per così dire….Quanti di noi per esempio né conoscono la sua origine?Quanti di noi, aldilà delle notizie apprese per “sentito dire” conoscono la storia di questo monumento, dei suoi proprietari, dei suoi abitanti?Per esempio quanti di noi sanno che presso il museo della chiesa di Bonaria a Cagliari, più precisamente nella seconda ala del museo, sono custoditi e si possono osservare, protetti dentro una teca di vetro, i corpi mummificati della nobile famiglia Alagon, Marchesi di Villasor. Essi morirono di peste nel 1605 e furono sepolti ai piedi del santuario di Bonaria, di cui probabilmente erano dei benefattori. Vennero sepolti nella roccia calcarea del colle, e il carbonato di calcio prodotto all’interno della sepoltura ne permise la mummificazione spontanea. Nessuno dalla Spagna è più venuto a reclamare le salme ed esse sono rimaste un ricordo della peste del 1605.Le due salme in alto
sono quelle di una donna e di un bambino, mentre quella sola in basso è di un uomo.


Ma gli ALAGON chi sono? Questi che seguono sono alcuni cenni storici, vediamoli insieme.Gli Alagon anche detti d’Alagona o Alagon, furono una famiglia molto potente del XIV secolo. Famiglia di origine aragonese, il cognome infatti, deriverebbe da Alagon, una terra d’ Aragona. Il capostipite della famiglia sarebbe stato Artal, signore del castello di Alvona nel 1133.Salvatore fù il capostipite del ramo di Villasor. Coinvolto col fratello Leonardo nelle lotte contro Giovanni II re d’Aragona fu arrestato, come ribelle, nel 1478 per poi essere dichiarato innocente nel 1493. Dal matrimonio di Salvatore Alagon e Isabella Besora nacquero 6 figli, tra cui Giacomo (o Jaime ) Alagon cui sua madre, oramai vedova, fecce ampia donazione dei suoi beni. Il 30 settembre 1537, per gratificare i servizi offerti al re da suo figlio Biagio, gli fu concesso il titolo di conte, erigendo così il feudo di Villasor a contea. Nel 1544 fu’ incaricato con successo dal re, di proteggere le coste della Sardegna dalle continue scorrazzerei degli ottomani capitanati dal famoso Barbarossa. A Biagio Alagon succedette nei feudi, Giacomo 3° conte di Villasor, per i servizi offerti al re Filippo II, ricevete l’investimento di cavaliere dell’ordine di Santiago nel 1567. Con Diploma del 19 novembre 1594, Filippo II elevò la contea di Villasor a marchesato, ma Giacomo Alagon morì prima che gli fosse notificato il privilegio. Martino Alagon morì giovanissimo all’età di 28 circa, (la data e l’età non sono certe) lasciando come erede dei feudi il suo giovanissimo figlio Ilario (o Ilariano ) nato a Cagliari nel 1601. Anche quest’ ultimo ricevete l’investimento del feudo di Cabu Abbas.Nel 1634 o nel 1641, anche qui le date sono incerte, successe a Ilario il figlio, Biagio Alagon, 4° marchese di Villasor.Questi si distinse nella carriera militare, nel 1640 in occasione della rivolta catalana, armò a proprie spese una compagnia di fanti composta di tremila uomini e, unitala alle compagnie regie contribuì a sedare la rivolta. Tanta generosità e coraggio gli aprirono la strada agli onori e ai gradi militari maggiori. Biagio Alagon fondò nel suo marchesato i villaggi di Villa Hermosa (oggi Vallermosa) e di Villarios.L’ importanza e il prestigio raggiunti da Biagio Alagon e dalla sua Famiglia sono provati dal fatto che nel 1645, gli stamenti del regno di Sardegna chiesero al re di Spagna Filippo IV, la concessione della grandezza del titolo di Duca per il marchese di Villasor. Anche Biagio Alagon morì prima che fossero presi provvedimenti. Gli stamenti rinnovarono la richiesta nel 1655 a favore di Araldo, ma gli Alagon non riuscirono ad ottenere l’ambito titolo. Araldo, ultimo maschio della famiglia Alagon, al pari dei suoi predecessori ottenne dal re, onori e privilegi ma, al contrario degli altri membri della sua famiglia egli non fu’ fedele alla corona, parteggiò per l’arciduca Carlo d’Austria contro il re Filippo V e, congiurò per dare la Sardegna in mano agli austriaci. Nel 1708 la Sardegna fu occupata dagli austriaci e vicerè fu nominato Fernando Menes de Sylva a cui, andò in sposa Emanuela Alagon figlia d’Araldo.

lunedì 21 luglio 2008

Il castello di Villasor

Una meta interessante è, nel campidano di Cagliari, l'antica villa di Sorres, o più comunemente Villasor, dove si può visitare il famoso castello Siviller o casa forte degli Alagon, e immergersi nella sua storia.
Nella visita al castello siamo stati accolti dalla gentile bibliotecaria, signora Licia Abis, che ci ha illustrato a grandi linee le origine, gli scopi e le caratteristiche di questo monumento che rappresenta anche la nascita della moderna Villasor. Il castello fu voluto e fatto costruire dal cagliaritano Giovanni Siviller, a cui Alfonso d’ Aragona il 27 ottobre del 1414 diede in feudo la spopolata villa di Sorres (Villasor). L’ anno successivo Pietro III Spinola Arcivescovo di Cagliari gli fece concessione di costruire, sulla distrutta parrocchiale di S. Maria, una fortezza, comprendente una serie di edifici che nell'arco dei due secoli successivi continuarono a modificarsi ampliandosi. Il complesso di edifici fortificati divenne in breve un punto di attrazione per gli abitanti degli altri villaggi della zona. Il 30 settembre 1537, Villasor divenne Contea (conte Giacomo Alagon) Il 19 novembre 1594 la Contea fu elevata a Marchesato dal re spagnolo Filippo II a favore di Giacomo Alagon, nipote del 1° conte. La famiglia Alagon mantenne il marchesato di Villasor fino all'abolizione del feudo nel 1839. L'ultimo possessore della fortezza fu Gabriele de Sylva imparentato con gli Alagon. Negli anni successivi all’ unità d’ Italia, la famiglia Da Silva, residente in Spagna, procedette alla sua vendita unitamente a consistenti fondi agricoli che furono acquistati da un commerciante di Cagliari, tale Cossu, meglio noto in Villasor con l’appellativo di “Su Ceraiu” per via dell’attività che svolgeva dedita soprattutto al commercio delle cere. Infine l'acquisizione da parte del Comune.


La costruzione assolse alle funzioni difensive fino a quando perdurarono le condizioni di instabilità politica conseguenti alle lotte tra Aragonesi e gli Arborea che si protrassero fino alla battaglia di Macomer del 1478, che sancì la definitiva sconfitta degli Arborea. Successivamente a tale data assunse un carattere più specificatamente residenziale.



Sopra l’arco del portale vi è uno stemma, contrassegno di famiglia, di forma circolare. Nella foto non si leggono, ma sono evidenti dal vero, nella metà di sinistra, sei palle, arma dei De Silva, sovrapposte ad un albero, simbolo degli Arborea. Nella metà di destra una torre alata, arma degli Alagon. Lo stemma apparterrebbe dunque al casato degli Alagon Arborea de Silva ovvero agli eredi della fusione dei due casati: Manuela Alagon Arborea Marchesa di Villasor con II Conte Giuseppe De Silva Fernandez De Cordoba conte di Cifuentes.




In una cappella all'interno della fortezza si notano le tracce della distrutta chiesa di S. Maria, su cui sorge il castello. Sono evidenti i legni dell'antica costruzione.



Nel complesso attualmente vi è la biblioteca pubblica. Il cortile interno e le sale vengono utilizzate in occasioni di manifestazioni culturali. In un locale adiacente ha sede la sala di riunione del Consiglio Comunale adibita per le occasioni a sala di celebrazione dei matrimoni civili o di incontri di natura socio-culturale.
Le notizie sono state attinte anche dal sito del Comune di Villasor al quale si rimanda per una più completa documentazione: http://www.comune.villasor.ca.it/ Gli indirizzi della biblioteca sono i seguenti: Via Baronale 23, tel. 070.9646076, fax 070.9646375, e-mail: biblioteca.villasor@tiscali.it

giovedì 17 luglio 2008

Parco Acquatico Diverland

A pochi chilometri dalla costa di Flumini, in territorio di Quartucciu, funziona il più grande parco acquatico della Sardegna che comprende nei suoi 100.000 mq di estensione totale, 6.700 mq. di piscine e 1.400 ml. di scivoli d'acqua. E' inoltre dotato di un Hotel a tre stelle (Hotel Diverland) composto da 22 bungalow modernamente attrezzati con tutti i comfort, aperto tuto l'anno. All'interno del parco, oltre alle piscine, alle vasche e agli scivoli che deliziano grandi e piccini, trova posto un risporante e una serie di negozi che permettono anche a chi non può o non vuole utilizzare le attrezzature acquatiche di godere dello spettacolo rappresentato dall'insieme degli impianti , inseriti nello scenario dei monti dei sette fratelli.


Il parco apre ogni giorno alle ore 9,30
Le tariffe per l'ingresso per il 2008 sono le seguenti:
Giugno/Settembre
bambini tra i 100 e 130 cm di altezza € 12,00
adulti € 14,00
Luglio /agosto
bambini tra i 100 e 130 cm di altezza € 14,00
adulti € 16,00
Sono previste convenzioni per enti, comuni, cral ecc. e tariffe speciali per gruppi di 20 o più persone.
Per informazioni chiamare il +39 070 8299012.

Come arrivarci:



Bus navetta DIVERLAND da P.zza Matteotti (Staz. Centrale e Porto di Cagliari), da P.zza Sant’Elena a Quartu S. Elena e dai principali alberghi di Cagliari e hinterland.
Linea A.R.S.T. dalla Stazione Centrale, P.zza Matteotti Cagliari, alla fermata DiverlandOrari Feriali: 06,00 - 07,50 - 09,15 - 10,45 - 12,10 - 12,30 - 15,00 - 17,30 - 19,45.
Linea A.R.S.T. dalla fermata Diverland alla Stazione Centrale, P.zza Matteotti Cagliari Orari feriali: 07,10 - 11,23 - 13,48 - 15,15 - 15,55 - 17,15 - 18,26 - 19,30 - 20,10 - 21,55.Orari Festivi: 15,48 - 17,10
Indirizzo: Strada Statale 125 Km. 19,500 - Loc. Cruxi Lilliu - Quartucciu Tel. 070 8299012 e- mail: info@diverland.it



Per informazioni più dettagliate si rimanda al sito internet http://www.diverland.it/

venerdì 4 luglio 2008

Vivere di turismo a Flumini

Si può?
Certo che si può, ma a determinate condizioni. A Flumini, vi sono luoghi meravigliosi se li si guarda con occhi di chi li vede per la prima volta. Luoghi in cui uno desidera ritornare dopo averli visitati. Luoghi che sono stati prescelti per Case di riposo per anziani, per Case di assistenza, per Centri di accoglienza, a causa del clima mite per la vicinanza al mare pur essendo ai piedi dei monti. Luoghi in cui hanno deciso di investire proprietari di alberghi, ristoranti, bed & breakfast, impianti sportivi di prim'ordine. Luoghi in cui sarebbe logico aspettarsi un proliferare di iniziative turistiche a tutti i livelli.

La prima cosa che invece salta subito allo sguardo, anziché le multicolori esposizioni di artigiani, presenti in ogni luogo che vuole fregiarsi dell'appellativo turistico, è la sporcizia che dilaga dappertutto. E' chiaro a tutti, ma soprattutto dovrebbe esserlo a coloro che amministrano, che non si può fare turismo nello sporco. Ad esempio non si possono lasciare i detriti abbandonati ai bordi delle strade, i cartelli stradali imbrattati e distorti. Vi sono angoli della periferia, deturpati dall'incuria e dalla maleducazione della gente la quale, peraltro, non ha colpa della propria maleducazione perché non gli è mai stato insegnato il decoro. Vivono come emarginati, quasi da nomadi accampati nelle proprie sporcizie. Basta fare un giro per rendersene conto.

Condizione prima e indispensabile è perciò la pulizia. Pulizia vera e non solo quella di facciata per cui si passa una volta l'anno a ritirare le erbacce ai bordi delle strade e ripulire le cunette, o si aspetta che qualche associazione di volontariato si faccia avanti per liberare il litorale dalla spazzatura più grossa, più per reclamizzare se stesso che per convinzione di ciò che fa. Quella stessa pulizia che in altre parti più evolute fanno con successo e con giusto orgoglio.
E qui interviene la seconda e più importante condizione: l'amore per la propria terra. Ogni cosa è inutile se non si ama la propria terra. Non bisogna comportarsi come quella donna di servizio che, per dimostrare alla datrice di lavoro di aver fatto bene le pulizie, lustra la parte più appariscente della casa e nasconde la polvere sotto il tappeto. Bisogna amare il proprio lavoro in modo che l'opera prestata non sia soltanto fatica pesante, mal retribuita, noiosa, fastidiosa, insoddisfacente, e che lo scopo sia di ottenere risultati anziché mettersi al riparo da eventuali recriminazioni pensando che il resto vada come deve andare, anche in malora, tanto, le ferie si passeranno in uno di quei luoghi più civili e accoglienti di quelli amministrati.

La pulizia e la passione per la propria terra sono motori capaci di trasformare le cose.