flumini nel mondo

lunedì 24 dicembre 2012

auguri di natale e di buon anno



Auguro a tutti di passare queste feste in serenità e in allegria.
Il perché di questa foto?
Nel nostro paese, impegolato in mille risvolti poco edificanti e dove pare che la furbizia sia diventata una virtù predominante, sentiamo molto lontane le notizie che ci fanno conoscere realtà in cui uno al mattino si sveglia e non sa se alla sera può essere ancora vivo.
La foto esprime  una serenità e una parvenza di eternità che ci pare di buon augurio per tutti. Per noi, perché  ritroviamo la strada giusta e per quegli altri perché tornino ad una primitiva saggezza. 

domenica 16 dicembre 2012

MERCATINO A FLUMINI

Organizzato da un gruppo di volenterose è in pieno svolgimento nel piazzale antistante il ristorante del porticciolo di Flumini un mercatino che, se fosse organizzato per i giorni di Natale e Capodanno potrebbe fare invidia a mercatini esistenti da anni e collaudati da esperienze che vengono da lontano, in cittadine o anche in grandi centri, turisticamente importanti e rinomati. Sono mercatini di piccole cose, se vogliamo anche inutili, oltre a quelle presenti in tutti i mercatini che si rispettano e che sono fatte di dolciumi e liquori o agrumi e altri prodotti dell'agricoltura. Cose che rappresentano  da parte di chi le produce un desiderio di esprimere la propria bravura e vederla ricompensata. Spuntano perciò statuine, decorazioni  quadretti, vassoi, piatti decorati, animaletti e mille altri oggetti che attirano la curiosità della gente per la loro colorata varietà e che inducono ad un buonumore stimolante rappresentato dall'aria festosa che circola in tutto l'ambiente.

La cornice in cui si svolge il mercatino aggiunge alla manifestazione il fascino del turismo respirato a pieni polmoni.
Non manca nemmeno l'offerta culturale rappresentata dal romanzo " Storie di altri tempi" di Antonio Cogoni

venerdì 30 novembre 2012

San Lussorio

Selargius Chiesa di San Lussorio

La chiesa romanica di San Lussorio sorge nell’agro fra Selargius e Monserrato (anticamente chiamata Pauli), nella località detta “Serriana”, vicino alla zona archeologica di Su Coddu. L’edificazione del nucleo originario del tempio dovrebbe risalire al V secolo d.C. L’attuale edificio risale, invece, alla seconda metà del 1100, ed è stato esposto nel corso dei secoli non solo alle intemperie ma anche ai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale. La chiesa si trovava, infatti,  vicino al campo di aviazione di Monserrato e per un periodo venne requisita dall’aeronautica e adibita a ricovero delle truppe nazionali ed alleate. Nel 1986 il Sindaco di allora, Dott. Antonio Melis, acquistò la struttura dedicata al culto di San Lussorio, gli edifici ad esso pertinenti ed i terreni circostanti dai fratelli Soro per la cifra di lire 198.308.200. Nel 1988 iniziarono i lavori di restauro.
“Sa Cresia de is santis”, così viene chiamata la chiesa, si suppone sia stata edificata in onore dei tre martiri Lussorio, Cesello e Camerino.
A fianco al lato destro della chiesa sorge l’ex casa Soro, un edificio in stile liberty di inizio novecento.


ex Casa Soro

Negli anni ’50 la chiesetta, diventata inagibile, venne chiusa al culto. Per fortuna si è riusciti a salvaguardare dal saccheggio conseguente alla chiusura alcuni elementi, come il sarcofago dedicato a San Lussorio, (non è certo che abbia realmente accolto le spoglie del santo o quelle di un altro personaggio di rango militare). che un tempo fungeva da altare; due lastre tombali marmoree con iscrizioni; un pregevole dipinto di Francesco Massa; tre statue lignee della prima metà del Seicento raffiguranti i Santi Lussorio, Cesello e Camerino.
Queste ultime, attualmente, sono custodite nella parrocchiale di Maria Vergine Assunta, e vengono trasferite nella chiesetta una volta all’anno, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Lussorio, copatrono di Selargius, che si svolgono a partire dal 19 di Agosto.
Che la festa in suo onore sia stata molto sentita da sempre, è comprovato da un dipinto di Giovanni Marghinotti del 1861, intitolato “Festa campestre in Sardegna”.
Festa campestre nella chiesa di san Lussorio a Selargius ( G.Marghinotti)
Il Sarcofago di San Lussorio si trova sul lato sinistro dell’unica navata interna, mentre  sul lato destro della navata interna sono situate due lastre tombali marmoree della seconda metà dell’Ottocento. La prima, relativa alla tomba del Vicario parrocchiale di Selargius, Raffaele Soro. La seconda, molto frantumata, è relativa ad un certo Francesco Sanna di Cagliari.
Tra gli arredi interni preservati dai ladri e dall’incuria del tempo, è importante menzionare il paliotto eseguito dal pittore cagliaritano Francesco Massa, attualmente custodito nella stanza del Sindaco di Selargius. Nel  lato destro del dipinto, che ha come sfondo l’inconfondibile chiesa di Selargius è rappresentato il martirio dei tre santi. Nel lato sinistro, invece, viene raffigurato solo San Lussorio disteso a terra mentre due persecutori armati di bastone infieriscono su di lui.
Recentemente, grazie alla generosità del Gremio di San Lussorio e dei Lions di Selargius, la chiesa è stata arricchita con nuove statue raffiguranti i tre santi Lussorio, Cesello e Camerino, una pala ad olio, che sovrasta l’altare, e una via Crucis, tutte opere del noto pittore e ceramista selargino Claudio Pulli.
                    
Storia del martirio del Santo

Al tempo degli imperatori romani Diocleziano e Massimiano, Luxorius, collaboratore del governatore  Delphius, leggendo le sacre scritture si convertì al cristianesimo.
Arrestato in seguito a una denuncia fu portato davanti al govrnatore, che lo accusò di essere venuto meno alla sua fiducia, di disprezzare gli ordini degli imperatori e di ritenere blasfemi i sacrifici fatti agli dei. Gli prospettò quindi la scelta irrevocabile tra il sacrificio agli dei e la morte.
Al suo rifiuto di sacrificare, Delphius ordinò che Lussorio fosse incatenato con pesantissimi ferri e trasferito in carcere.
Alcuni giorni dopo Delphius dispose che Lussorio fosse ricondotto davanti al suo tribunale e mette in atto tutti i possibili tentativi per non essere costretto ad applicare il decreto imperiale nelle sue estreme conseguenze in quanto  Lussorio era un suo stretto collaboratore e addirittura pensava di affidare a lui l'onore della sua carica, ma al termine della disputa, convinto che neppure i peggiori tormenti fossero in grado di sconfiggerne la resistenza, ordinò la condanna a morte di Lussorio.
Fordongianus Chiesa di San Lussorio 
Le guardie del corpo di Delphius trasferirono Lussorio nel territorio di un tempio pagano situato in prossimità della città di Forum Traiani, (l’attuale Fordongianus) dove fu decapitato, dodici giorni prima delle calende di settembre (21 agosto) e dove fu sepolto all'interno di una cripta utilizzata per il culto pagano delle acque e in seguito divenuta luogo di sepoltura anche per altri cristiani e luogo di pellegrinaggio. ( da Wikipedia)

Vi è anche un'altra tesi che sostiene che il luogo del martirio di Lussorio sia stato Selargius, dove ora sorge la chiesa col suo nome.

Vedi per maggiori dettagli il sito : http://www.sanlussorio.org/

mercoledì 28 novembre 2012

A Selargius Paolo Maccioni presenta Carlo Corda

A Selargius, nella suggestiva ex Casa Soro,adiacente alla chiesa di San Lussorio, immersa in quello che diventerà un parco di rilevante interesse turistico ambientale, Paolo Maccioni ha presentato mafrtedì 27 novembre, il romanzo di Carlo Corda " Loro parlano con i tacchini".  Per leggere l'intera presentazione premi quì

Locandina


Ex Casa Soro
La chiesa di San Lussorio

Santuario San Lussorio Selargius ( interno)









sabato 24 novembre 2012

Livy Former e un mondo di favole.

Si  è svolto ieri sera, nella sala della biblioteca di Flumini, l'atteso incontro con la scrittrice di libri per ragazzi Livy Former. 
L'autrice, intervistata dalla professoressa Isabella Maccioni con cui ha dialogato a lungo, ha parlato  delle sue motivazioni nello scrivere, dei personaggi fantasiosi che crea con stupefacente semplicità e della passione che la anima nella creazione delle storie ispirate talvolta a fatti reali o più semplicemente derivate da sensazioni visive o dalla semplice fantasia che certamente nel suo caso non difetta. I suoi libri, così come i premi ricevuti,  sono numerosi e in continuo divenire. Ne diamo un elenco parziale. in calce al presente post.

Ha animato la serata con la lettura di brani tratti da diversi libri Enrica Boy confermando notevoli doti di comunicativa e di bravura espressiva.

    
locandina della manifeestazione
                                   
Livy Former (a sinistra) dialoga con Isabella Maccioni ( a destra)
Enrica Boy ( in piedi) legge
Bambini attenti alle letture
Ancora una foto di Livy Former, Isabella Maccioni e Enrica Boy ( a partire da sinistra)
Un piccolo assaggio di dolci casalinghi fatti da " nonna Marisa"

Al termine della piacevole serata è stato offerto un piccolo assaggio di dolci preparati da una socia della Associazione Itamicontas, chiamata affettuosamente dai piccoli " nonna Marisa". 

Bibliografia  di Livy Former e premi ricevuti
Bruco Story” pubblicato da Edimond nel 2005
Gatto Billo” edito ancora da Edimond nel 2006
Tre maghi alla deriva” pubblicato nel 2007 dall’editore Laruffa (Premio città di Viterbo 2007 3° classificato – Segnalazione premio Città di Torino 2008 – Premio città di Pescocostanzo 2008)
Caracollo Express” edito da Campanotto Editore nel 2008
Il baule dei grandi sogni e delle piccole cose” pubblicato dal Gruppo Mursia nel 2008 (medaglia d’argento premio Ida Baruzzi Bertozzi 2010)
Marlina dei Misteri”  pubblicato da Edizioni Paoline nel 2008 (1° premio assoluto Onda d’Arte città di Ceriale 2010 – 1° premio “L’integrazione culturale attraverso la letteratura” 2012)
I lunghi capelli di zia Caterina” – edito da L’Isola dei Ragazzi” nel 2009 (finalista premio Onda D’arte 2011)
Primo premio narrativa Città di Nocera 2009 per il libro inedito “Chiaraluna, il gufo e il pipistrello”
Primo premio del pubblico al concorso di poesia città di Grillano 2008 con la poesia “Quando non ci sarai più”
Prossimamente usciranno con Abel Books i libri dal titolo “Arianna e il lupo” e “Robin e la pietra blu


giovedì 1 novembre 2012

Maurizio Pompei: Noir come nero


( recensione per Abel Book)

Si tratta di tre racconti noir scritti con un linguaggio denso e provocatorio, in quanto tendono a rappresentare realisticamente l’ambiente in cui ci si muove, al quale, dopo poche pagine di iniziale sconcerto, ci si abitua facilmente. Maurizio Pompei scrive, infatti, in  modo essenziale e non si perde in fronzoli. I concetti sono espressi con tratti fulminei in modo da dare immediato risalto all'azione.(continua)

giovedì 25 ottobre 2012

S.Antioco e la nostra cultura

Barche da turismo, da pesca, piccole, grandi, colorate, e la città adagiata sulla collina,  racchiusa in un pugno e piena di promesse che declina fino al mare di un forte blu, pronto a cangiarsi in mille sfumature di colori. Mare ovunque ti volgi. Acque docili, a portata d'uomo e delle sue attività. Mare casalingo, mare amico, dispensatore di vita e di ricchezza, è un  mare che non incute alcun timore anche se è lo stesso da cui i nemici  arrivavano ad assaltare gli inermi villaggi per depredarli di tutti i loro averi.
  
Il porto di S.Antioco



Barche di pescatori


Le boe di plastica usate per la coltivazione dei mitili, bianche come gusci di sale.

Dove trovare una località che la superi in bellezza? S.Antioco, con Calasetta Portoscuso e Carloforte costituiscono un comprensorio incredibile e fantastico che non ha eguali in tutto il mondo. In questa porzione di paradiso, ricchi pensionati alla infaticabile ricerca di bellezza, quiete, sano divertimento e ricca e generosa gastronomia, potrebbero trovare appagamento alle loro labili necessità e vivacizzarla con la loro presenza per tutto l'anno e non solo nella stagione estiva. 

Lungomare di S,Antioco
C'è da chiedersi perché il turismo post-estivo non decolla e dobbiamo vedere i barconi turistici ancorati al porto senza clienti, anche in giornate tiepide e assolate, quando invece in località altrettanto belle, come  Malta, Cipro, la Costa Azzurra,  Capri. e tante altre, ma non con le attrattive di questi luoghi, è sufficiente promettere un raggio di sole per vederle animate da un  turismo che non conosce soste.


Altra veduta dello splendido lungomare di S.Antioco

 E allora cosa non funziona da noi? Siamo noi sardi che non sappiamo attirare il turismo? Se è così andiamo a scuola e impariamo da chi ne sa più di noi. Vediamo come fanno altrove e dimostriamo di essere capaci di realizzare le nostre fortune non solo quando andiamo fuori dove ci facciamo sempre apprezzare, ma anche e soprattutto a casa nostra. 
Facciamoci rappresentanti della nostra ricchezza, non solo quella naturale ma anche quella storica che non è solo quella di un popolo vinto ma è invece anche quella felice dei nostri padri nuragici, quella di un popolo di intrepidi navigatori e abili costruttori di monumenti che hanno sfidato il tempo e di artisti che hanno lasciato orme preziose di bronzo e di ossidiana, e andiamo a venderla.
Vendiamo la nostra cultura















domenica 21 ottobre 2012

Costanza di Leio: Lontano nel tempo

ITAMICONTAS 
 Flumini di Quartu, nei locali della Biblioteca comunale, in via mar Ligure, presso la scuola,  giovedì 25 ottobre 2012 alle ore 17,30  presentazione del romanzo di Costanza di Leio
 Lontano nel tempo.


Relatore Paolo Maccioni.
 Lettura: Enrica Boy. 
Alla chitarra Giampaolo Farris.

sabato 13 ottobre 2012

Serata in ricordo di Attilio Maccioni: l’uomo, il medico, il poeta.



Da sinistra: Cinzia Ligs, Mario Murgia, Paolo Maccioni, Isabella Maccioni, Enrica Boy.
L’Ordine dei medici della provincia di Cagliari ricorda - con le parole del figlio Paolo - la figura di Attilio Maccioni, "amato presidente per un triennio alla fine degli anni ‘50, che - si legge in una nota - si distinse per l’impegno sociale, le battaglie romane nelle quali perorò la causa dei medici sardi, l’amore per la cultura e la vasta produzione poetica (10 volumi di poesie editi). Nativo di Orosei, visse e operò tra Orani, Decimoputzu e Quartucciu, dove concluse la carriera di medico di famiglia. Una figura di medico poliedrica, che visse appieno il suo tempo partecipando al cambiamento sociale, senza mai dimenticare le proprie radici rurali".
Martedì 9 ottobre, alle 18, nella sala “Pippo Orrù” dell’Ordine dei medici - via dei Carroz 14 –
Partecipano alla manifestazione: Paolo Maccioni, Enrica Boy, Isabella Maccioni (presentazione e lettura 

delle poesie), Mario Murgia (vihuela de mano) e Cinzia Ligas (flauto dolce). 
(dal sito http//www.sardinews.it)
il pubblico presente





venerdì 12 ottobre 2012

Sardo Luce degli Dei a Flumini



Flumini 11/10/2012 Presentazione di Paolo Maccioni per ITAMICONTAS


L’autore è  Vittorio Melis è nato all’Asmara, Eritrea. Ha una  impostazione  scientifica, derivatagli non solo dagli studi fatti, è laureato in Fisica sperimentale, ma anche dalle esperienze di lavoro soprattutto nel settore informatico.
La sua impostazione potrebbe sembrare quasi inconciliabile con quella di autore di romanzi, comunemente intesi, per i quali è normalmente richiesta una buona dose di fantasia. Invece Vittorio Melis ha non solo realizzato questo romanzo, per il quale ha ricevuto anche dei riconoscimenti prestigiosi, ma ha scritto e  scrive anche  diverse altre cose segno che l’arte dello scrivere gli appartiene allo stesso modo in cui gli appartiene la nozione scientifica dell’universo.
E infatti, in questo romanzo i due aspetti sono entrambi presenti.
L’aspetto scientifico fa da substrato su cui si imperniano le vicende narrate nel libro. Nelle prime pagine ma anche in tutto il romanzo vi sono annotazioni che richiamano la realtà storica dei luoghi, delle persone e degli avvenimenti,  in cui si narra di un condottiero leggendario che è rapportabile al nostro  “Sardus Pater” che, in un determinato periodo della storia  del nostro mondo, è stato il re dei Sardi.  E nel libro sono raccontate le sue gesta con toni epici, quasi omerici.  Per darvi una idea vi leggo poche righe: 
"I PRIMI RAGGI DI LUCE CREAVANO UN ALONE PALLIDO NEL CIELO GRIGIO SCURO SU CUI SPLENDEVANO ANCORA ALCUNE STELLE, QUANDO ALL'IMPROVVISO CESSO' IL VENTO CHE AVEVA SOFFIATO FURIOSAMENTE TUTTA LA NOTTE E GLI UCCELLI NOTTURNI SMISERO DI LANCIARE I LORO STRIDULI LAMENTI. E NEL PROFONDO SILENZIO DELLA IMMINENTE ALBA RISUONO' LO SCALPITIO DEGLI ZOCCOLI DEI CAVALLI DI UN  DRAPPELLO E IL CIGOLIO DELLE RUOTE DI UN CARRO CHE PROCEDEVA LENTAMENTE SUL SELCIATO."
(pag.43  capitolo 3).
Questo condottiero realizzò imprese favolose, liberando la Sardegna dalla piaga delle invasioni barbaresche e portando le sue genti a navigare per tutto il mare mediterraneo arrivando a toccare terre allora sconosciute, dove ancora oggi vi sarebbero segni del suo passaggio, per intraprendere commerci con quelle genti lontane.
Come ho detto, la storia vera, quella scritta sui testi è ben presente nello sviluppo delle azioni descritte nel libro, che perciò, per certi versi,  potrebbe anche definirsi un romanzo storico.
Al di la delle definizioni che si vogliono dare al libro una cosa è indubbia:  chi legge quelle avventure, quelle imprese, la storia raccontata, è pervaso da  un senso di orgoglio nel pensare che si tratta dei nostri lontani avi, quelli dai quali, noi sardi discendiamo.  Parliamo di una razza che un tempo era padrona di sé stessa e degli altri, che era libera e che aveva la possibilità di manifestare le proprie capacità senza essere legata e imprigionata in gioghi come quelli che poi la Sardegna ha dovuto sopportare e purtroppo ancora oggi sopporta, oppressa da una tirannide che ha costretto i suoi abitanti per tanto tempo a sentirsi umiliati e vinti, spegnendo in loro quella creatività e quella autostima indispensabile per rendere le cose più semplici e facili.
Detto questo cedo la parola all’amico Vittorio. Grazie e buon ascolto



mercoledì 10 ottobre 2012

Flumini dipinge

La signora Meloni Antonia è l'autrice dei quadri che che abbiamo fotografato con il permesso delle figlie che gestiscono il Caffè Royal, caffetteria, pasticceria, gelateria e paninoteca, ubicato in via Leonardo da Vinci, 219, accanto alla vecchia casa cantoniera. Non deve meravigliare se ha trovato questo ingegnoso modo di esporre i suoi quadri al pubblico. A Flumini infatti non esiste alcuna sala disponibile a quello scopo. Il comune pare dimenticarsi che vi è una popolazione numerosa costituita da bambini, giovani, anziani e vecchi che avrebbero piacere, necessità e anche  diritto a disporre di una adeguata struttura dove impiegare il loro tempo libero come d'altronde  c'era fino a qualche anno fa. Ma è stato eliminato perché l'affitto dei locali era troppo alto e la popolazione di Flumini, evidentemente, non merita una sezione del Centro Sociale come vi è dappertutto.
La signora Meloni, tuttavia,  come vedete si arrangia anche in mancanza di locali idonei e pertanto merita un elogio particolare non solo per la sua bravura ma anche per il suo spirito di intraprendenza.


lunedì 1 ottobre 2012

La rivincita di Marrubiu, paese dell'ossidiana


Marrubiu
L’origine di Marrubiu va ricerca nell’antica Zuradile di cui rimane il ricordo nella chiesa campestre di Santa Maria Zuarbara o Zuradili. La piccola chiesa, costruita nel XVII secolo d.C. insieme al villaggio omonimo, è stata ricostruita nei primi decenni del secolo scorso e inaugurata nel 1938, quando ritornò ad essere la sede dei festeggiamenti della Madonna di Zuradili, molto sentita dagli abitanti del paese. (Wikipedia)
   
Santa Maria di Zuradili ai piedi del Monte Arci

L’ antichissima  comunità  di Zuradile fu cancellata da calamità naturali, dalle invasioni barbaresche e dalla peste del 1650, ma alcuni personaggi come Antioco Caboni e Battista Ariu,  con orgogliosa determinazione salvarono la comunità trasferendo i pochi nuclei  superstiti nell'attuale Marrubiu.
Splendidamente posta tra il monte Arci e la laguna, Marrubiu era destinata a crescere e prosperare, ma ebbe l’ultimo definitivo colpo nella bonifica che fece nascere Arborea e che limitò l’accesso al mare ai suoi abitanti snaturando la loro naturale vocazione marinara e privandoli quindi di una importante possibilità di sviluppo.
Oggi Marrubiu si ribella al rango di comunità secondaria, rivendica le sue origini, crea un museo etnografico che ripercorre la sua storia e mette in rilievo alcuni suoi siti naturali che sono di estremo interesse.
Museo
Il museo è ubicato nella località " Is Bangius", facilmente raggiungibile deviando dalla SS 131 all'altezza del secondo svincolo per Marrubiu. Si raggiunge, dopo qualche curva la vecchia strada Carlo Felice e subito si trova il cartello che indica la località "Is Bangius". Dopo un chilometro circa si arriva al museo dotato di ampio parcheggio e di servizi.   
Ingrresso del museo articolato su due piani

Le foto pubblicate illustrano alcuni aspetti presenti nel museo aperto il 21 aprile di questo anno. 

Una serie di costumi dell'epoca

arredamento antico
antica cassapanca
bocicletta artigianale
stemma della famiglia Borro
Ossidiana e altre pietre
Ma ciò che rende peculiare ed esclusivo questo museo e lo rende differente dagli altri musei etnologici presenti un po' dovunque in tutta la Sardegna è  il padiglione riservato alla lavorazione dell'ossidiana e la raccolta delle pietre.

lavori in ossidiana di Costanzo Niola
lavori in ossidiana di Costanzo Niola

Scrive Costanzo Niola, in una pergamena illustrativa del suo lavoro:
"La terra è una buona donatrice; dovunque noi andiamo possiamo ammirare il grande miracolo della natura.
Il sole, il mare e i venti, durante tutto l’arco dei secoli, trasformano, intagliando le rocce e le pietre dando loro forme bellissime.
Pare che una mano invisibile abbia voluto lasciare il segno di tanta bravura , visi severi fanno da guardia alla nostra isola, forme di animali perfetti nella loro maestosità.
Ammirandoli sembra di rivedere i tempi remoti, quando tutto era più naturale e più armonioso.
È bellissimo andare in giro per le campagne e le montagne, nel grande silenzio ammiriamo tutta la loro bellezza, dai lavori più vari e dalle forme perfette.
Figure grandiose che si ergono improvvise e che appaiono ai nostri occhi come un grande miracolo." 

Figura di cane ( pietra naturale)
pietre di Costanzo Niola

incredibile somiglianza della pietra naturale al mitologico personaggio


Sa Pedra de Luxia
Sa pedra de Luxia o Trebina Longa

Dice  Piero Martis nel suo libro: Sa Pedra De Luxia, edito dalla Editrice Democratica Sarda nel 2010:
Sa Pedra de Luxia, costruita dalla furia del vulcano in milioni di anni, era per i nostri antenati la sorgente della luce. Dalla notte dei tempi, tra il 20 e il 22 agosto, prima di affacciarsi in tutto il suo splendore sull’ampio golfo dell’oristanese, il cerchio solare  fa capolino proprio sul grande masso di basalto. Il fenomeno  non dovette certo sfuggire ai nostri antenati. Sferzato dal sole implacabile, il gigante di pietra abbraccia col suo sguardo, da nord a sud, gran parte del Campidano.  Di fronte si apre l’ampio golfo con le rovine delle antiche regine del mare Tharros, Othoca eNeapolis per le cui navi la bianca torre costituiva un valido e sicuro punto di riferimento per gli approdi. Dal suo “faro immobile" Luxia pietrificata ha osservato per cinquemila anni scorrere fiumi di sudore e di sangue di una marea di popoli. Ha visto la forza e intelligenza degli “ossidianicì" del Neolitico, i costruttori delle torri nuragiche, gli intrepidi e invincibili Shardana, i mantelli di porpora dei Fenici, l’ombra fulminea di Annibale, lo sguardo impavido di Amsicora e di losto, gli scaltri e suadenti uomini di Cleopatra, l’imperio dei Cesari e dei legionari, l”occhio ceruleo dei Vandali, l’avida arroganza degli ultimi bizantini, la rivalità di Pisani e Genovesi, le orde saracene, l’orgoglio del popolo di Eleonora, e infine gli Spagnoli e i Savoia.
Ma lei è ancora lì, silenziosa e impassibile spettatrice. Intorno nulla è mutato: lungo i pendii, da migliaia di primavere, l’erica, il corbezzolo, il cisto, il lentisco, la fillirea, la lavanda, il rosmarino e il candido asfodelo continuano a sfoggiare la loro fioritura e a impregnare di aromi e profumi l’aria e la nostra pelle.

Leggenda di Lucia arrabiosa
Il mito di Luxia arrabiosa ( da Sa Pedra De Luxia  di Piero Martis)

"La leggenda racconta che Luxia aveva un canto così dolce e melodioso da suscitare l’invidia degli dei. Per questo la punirono, privandola delle sue figlie predilette. Distrutta dal dolore, Luxia non si rassegnò al destino e vagò fino allo stremo delle forze per i boschi e le strettissime valli della montagna, nella vana ricerca delle sue creature. Ogni volta però che, seguendo i loro lamenti, le raggiungeva ed era sul punto di riabbracciarle, svanivano nel nulla.
Gli dei, mossi a pietà, posero fine a questo supplizio trasformandola nel grande masso di basalto. Le sue lacrime però trovano ancora sfogo tra le rocce delle numerose sorgenti, e i suoi lamenti, espressi con voce dolcissima, echeggiano ancora, giurano i locali, tra i fitti boschi di leccio e i  verdi canaloni della montagna."