flumini nel mondo

lunedì 9 febbraio 2009

Giuseppe (Peppino) Boy

Il post del 30 gennaio (Tarquinio Sini) mi porta a fare un parallelo con l'estro e l'inventiva di Giuseppe Boy, pittore trascurato dalla storiografia ufficiale e conosciuto più che dai cagliaritani da molti milanesi che lo hanno apprezzato, non solo per le sue doti umane di affabilità e squisitezza, ma anche per la capacità di esprimersi in modi anche irrituali. Purtroppo, le vicende contingenti della vita non gli hanno permesso di valorizzare a pieno le sue qualità, e la morte è intervenuta troppo presto a rendere definitiva questa impossibilità. Qualche studioso potrebbe però cercare di catalogare la sua produzione pittorica, oggi dispersa in tanti rivoli per lo più sconosciuti, salvandolo così dall'oblio.

(cantieri - 1964)

Dice tra l'altro dei suoi quadri la critica d'arte Carla Maria Casanova, in una recensione delle sue opere apparsa sulla rivista La parrucca, mensile di arti scienze e lettere, del 31 Marzo 1964 anno VIII n°3: ...i cieli di Boy si aprono su quelle case ossessive, implacabili, con colori superbi, gloriosi, quasi un canto: giallo, rosso, arancio; oppure teneri ed amabili: verde, azzurrognolo, acqua marina...ma sempre c'è una promessa in quei cieli così inaspettati, così umani, soprattutto così amati, quasi fossero carne viva.

La vena artistica di Peppino Boy non si esaurisce nella produzione pittorica, ma spazia anche in campi diversi e non in linea con l'arte pura. Suo è infatti il curioso volume edito nel 1965 dalla Libreria Internazionale Cavour di Milano.




E' un divertente libretto di innocente umorismo, ormai fuori commercio e irreperibile, che in pochi hanno conosciuto.


Questo divertente saggio appartiene al periodo artistico più intenso di Peppino Boy, cioè al periodo milanese in cui lavorava per un solo cliente che gli imponeva ritmi assai elevati. In quel periodo i suoi dipinti hanno trovato esposizione permanente in svariati locali pubblici come, ad esempio, nelle prestigiose sale del Credito Industrale Sardo di Cagliari (si parla degli anni 60/70), quando era in programma una mostra dei suoi dipinti a New York, poi sfumata.

Quello è stato probabilmente il suo periodo di maggiore capacità espressiva e di apprezzamento per la sua opera. Poi, appena trafitto dal raggio di sole, fu subito sera.
(Peppino Boy nel suo studio milanese)
Ognuno sta solo sul cuor della terra,

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.(Quasimodo)

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