flumini nel mondo

lunedì 19 gennaio 2009

A proposito di turismo

Nei programmi elettorali dei contendenti alla guida della Regione Sarda c'è il turismo in primo piano. L'importanza di questo settore dell'attività economica va di pari passo con la diffusione di notizie tramite internet provenienti da ogni parte del mondo che permette la conoscenza di luoghi e di ambienti diversi e lontani tra loro, accrescendo quindi il desiderio di approfondimento e il conseguente ampliarsi del movimento turistico. Non vi è dubbio che la Sardegna, da questo punto di vista, può essere avvantaggiata, data la bellezza di tutto il suo territorio, universalmente riconosciuta, unita alla mitezza del clima e al fascino della sua insularità. Il fermento è già in atto e si coglie in tutti i comuni sardi che si danno un gran daffare per trasformarsi e mettere in risalto le proprie caratteristiche e le proprie peculiarità, come se stessero cambiandosi l'abito da lavoro con quello della domenica, ma gli effetti principali di questa rivoluzione ci saranno quando ci si renderà conto a pieno che il turismo, per la Sardegna, può rappresentare la principale fonte di benessere, la miniera da cui estrarre la propria energia, la materia prima da vendere al mondo intero.
Riporto qui di seguito un brano tratto dal libro I segreti del presidente, pubblicato nel 2005, in cui Chino, un appassionato indipendentista sardo, traccia il suo programma.
" Turismo. Noi vivremo fondamentalmente di turismo" rispose Chino convinto. " Accarezziamo l'idea di una nazione formata da Sardegna e Corsica. Accoglierà il turismo internazionale per tutto l'arco dell'anno e non soltanto nei mesi estivi. Sappiamo che d'estate rappresentano un paradiso per milioni di vacanzieri e di sportivi assettati soprattutto di mare. Durante l'arco delle altre stagioni, le nostre isole diventeranno un paradiso per milioni di pensionati europei, americani e di tutto il mondo. Potranno trascorrere il loro tempo di riposo, attratti da miti primavere e inverni sopportabili.
Costruiremo un viadotto o un tunnel sottomarino che unirà le nostre due isole. Diventeremo un continente turistico internazionale gestito da pochi, privo di quelle strutture elefantiache che potrebbero farlo soccombere per eccesso di peso. Si possono costituire consorzi tra albergatori, catene di hotel collegati, associazioni di guide turistiche, itinerari precostituiti che portino i turisti da un capo all’altro delle due isole, compagnie di trasporti integrati. Saranno completati i porticcioli e costruiti di nuovi. Le città costiere saranno rese più vicine con battelli che solcheranno i mari ininterrottamente, trasportando i turisti da un capo all’altro delle isole. Saranno integrati i viaggi in mare con le escursioni all’interno...Al fianco del turismo sorgeranno aziende e industrie connesse, alimentari, vinicole, conserviere… Si alleveranno modernamente greggi selezionate e mandrie che produrranno carni e latte di qualità. Non più pastorizia misera e assistita, ma produzione economicamente accettabile e del tutto concorrenziale. Poi industrie veliche, cantieri nautici per piccole imbarcazioni da diporto, e industria del divertimento.
Si tratta solo di organizzarci. Si tratta di unire le forze tra noi. Il mare sarà la capitale ideale di questa nuova nazione e sarà il simbolo che rappresenterà la nostra unione. Quello che ha costituito finora l’ostacolo maggiore allo sviluppo, la nostra insularità, diventerà invece la caratteristica vincente. I nostri uomini e le famiglie non saranno più costretti ad emigrare perché vi sarà abbondanza di lavoro per tutti. Incominceremo a vivere veramente il nostro primo Risorgimento: quello che altre genti hanno vissuto in molte parti del mondo e che da noi invece è stato sempre soffocato.”

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