flumini nel mondo

martedì 4 dicembre 2007

La leggenda dei gigli di mare



Durante una invasione di saraceni, le cui scorrerie erano anticamente molto frequenti sulle rive della Sardegna, questi approdarono proprio in quella spiaggia e di lì si spinsero all’interno della vallata depredandola di tutto quello che riuscirono a trovare.
Una fanciulla bionda pascolava un gregge di pecore e allorché vide i saraceni invadere la spiaggia corse a radunare le sue pecore per fare rifugio nel Nuraghe ove era asserragliata la sua gente. Ma non fece in tempo perché le pecore camminavano lentamente e lei non volle abbandonarle.
I saraceni la immobilizzarono con la forza e la rinchiusero nella stiva della loro nave, sgozzarono le pecore e fecero un grande banchetto. Quando furono sazi di mangiare e di bere, dopo aver fatto razzia di tutto quello che di utile avevano trovato intorno, risalirono sulle loro navi per ripartire e il loro capo si fece portare la fanciulla bionda e cercò di ottenere le sue grazie facendosi galante e premuroso.
Ma lei rifiutò le sue profferte e quando lui tentò di prenderla con la violenza si ribellò. Aveva un carattere forte orgoglioso e fiero. Si difese con tutte le forze e nel dibattersi con la furia della disperazione, gli cavò un occhio con le unghie.
Allora egli, orbo, sanguinante e in preda all’ira che lo rese quasi folle, disse ai suoi uomini di torturarla e di ucciderla.
Questi ubbidirono e, con sadico piacere, le strapparono uno ad uno i capelli della testa con le loro radici, e quando non ebbe più capelli in testa le strapparono i peli dal pube facendole soffrire le pene dell’inferno.
Quando morì la buttarono in mare. Il suo corpo arrivò sino a riva e i gabbiani le volarono intorno. I suoi capelli e la sua bionda peluria si mischiarono con la sabbia e la loro linfa fu ancora così forte che da essi presero vita i gigli di mare che hanno il cuore giallo come i capelli della fanciulla. Ma essi sono anche così fragili e delicati che basta strapparli dal suolo per vederli morire.
( La leggenda è tratta dal romanzo " La guerra del pellicano" di Paolo Maccioni)

Nessun commento: