Flumini 11/10/2012 Presentazione di Paolo Maccioni per ITAMICONTAS
L’autore è Vittorio
Melis è nato all’Asmara, Eritrea. Ha una
impostazione scientifica, derivatagli
non solo dagli studi fatti, è laureato in Fisica sperimentale, ma anche dalle
esperienze di lavoro soprattutto nel settore informatico.
La sua impostazione potrebbe sembrare quasi inconciliabile con
quella di autore di romanzi, comunemente intesi, per i quali è normalmente
richiesta una buona dose di fantasia. Invece Vittorio Melis ha non solo
realizzato questo romanzo, per il quale ha ricevuto anche dei riconoscimenti
prestigiosi, ma ha scritto e scrive
anche diverse altre cose segno che
l’arte dello scrivere gli appartiene allo stesso modo in cui gli appartiene la
nozione scientifica dell’universo.
E infatti, in
questo romanzo i due aspetti sono entrambi presenti.
L’aspetto scientifico fa da substrato su cui si imperniano le
vicende narrate nel libro. Nelle prime pagine ma anche in tutto il romanzo vi
sono annotazioni che richiamano la realtà storica dei luoghi, delle persone e
degli avvenimenti, in cui si narra di un
condottiero leggendario che è rapportabile al nostro “Sardus Pater” che, in un determinato periodo
della storia del nostro mondo, è stato
il re dei Sardi. E nel libro sono
raccontate le sue gesta con toni epici, quasi omerici. Per darvi una idea vi leggo poche righe:
"I PRIMI RAGGI DI LUCE CREAVANO UN ALONE PALLIDO NEL CIELO GRIGIO SCURO SU CUI SPLENDEVANO ANCORA ALCUNE STELLE, QUANDO ALL'IMPROVVISO CESSO' IL VENTO CHE AVEVA SOFFIATO FURIOSAMENTE TUTTA LA NOTTE E GLI UCCELLI NOTTURNI SMISERO DI LANCIARE I LORO STRIDULI LAMENTI. E NEL PROFONDO SILENZIO DELLA IMMINENTE ALBA RISUONO' LO SCALPITIO DEGLI ZOCCOLI DEI CAVALLI DI UN DRAPPELLO E IL CIGOLIO DELLE RUOTE DI UN CARRO CHE PROCEDEVA LENTAMENTE SUL SELCIATO."
(pag.43 capitolo 3).
Questo condottiero realizzò imprese favolose, liberando la
Sardegna dalla piaga delle invasioni barbaresche e portando le sue genti a
navigare per tutto il mare mediterraneo arrivando a toccare terre allora
sconosciute, dove ancora oggi vi sarebbero segni del suo passaggio, per
intraprendere commerci con quelle genti lontane.
Come ho detto, la storia vera, quella scritta sui testi è ben
presente nello sviluppo delle azioni descritte nel libro, che perciò, per certi
versi, potrebbe anche definirsi un
romanzo storico.
Al di la delle definizioni che si vogliono dare al libro una
cosa è indubbia: chi legge quelle
avventure, quelle imprese, la storia raccontata, è pervaso da un senso di orgoglio nel pensare che si tratta
dei nostri lontani avi, quelli dai quali, noi sardi discendiamo. Parliamo di una razza che un tempo era padrona
di sé stessa e degli altri, che era libera e che aveva la possibilità di
manifestare le proprie capacità senza essere legata e imprigionata in gioghi come
quelli che poi la Sardegna ha dovuto sopportare e purtroppo ancora oggi
sopporta, oppressa da una tirannide che ha costretto i suoi abitanti per tanto
tempo a sentirsi umiliati e vinti, spegnendo in loro quella creatività e quella
autostima indispensabile per rendere le cose più semplici e facili.
Detto questo cedo la parola all’amico Vittorio. Grazie e buon
ascolto
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