Ancora una volta, così come per Castiadas, ci troviamo a dover fare i conti con l'opera di bonifica compiuta da galeotti costretti al duro lavoro per rendere la zona in cui operavano vivibile per coloro che arriveranno dopo di loro.
Ciò che ha contribuito, infatti, a rendere San Bartolomeo una borgata è stata la scelta del luogo per l'inserimento del bagno penale, una delle prime colonie penitenziarie impiantate nell'isola. I lavori della casa di pena furono ultimati nel 1842. Il fabbricato poteva contenere 1500 condannati i quali avrebbero dovuto trasformare la zona adiacente in sito ubertoso. I galeotti erano impegnati principalmente nell'estrazione del sale, che attraverso un canale veniva trasportato nei magazzini della città, presso la darsena per essere caricato sulle navi.
Pasquale Cugia ( studioso quartese 1827- 1905) così descrive lo stabilimento: " L'edificio è diviso in saloni e corridoi che, nella parte principale, convergono alla cappella. L'ospedale è vasto e diviso nelle due sezioni medica e chirurgica con farmacia ben provveduta. Lo stabilimento è tenuto con somma cura ed è uno dei più importanti d'Italia. Nel Luglio 1891 conteneva 1300 condannati."
Ma ancora prima dell'insediamento della colonia penale e già dall'antichità la zona era abitata e alle pendici del monte S.Elia si usava festeggiare San Bartolomeo. Nella chiesa che ha dato il nome alla borgata, i macellai, che per concessione spagnola pascolavano il bestiame nella pianura circostante, organizzavano la festa con il risultato della vendita degli zoccoli e delle corna degli animali macellati.
Pasquale Cugia ( studioso quartese 1827- 1905) così descrive lo stabilimento: " L'edificio è diviso in saloni e corridoi che, nella parte principale, convergono alla cappella. L'ospedale è vasto e diviso nelle due sezioni medica e chirurgica con farmacia ben provveduta. Lo stabilimento è tenuto con somma cura ed è uno dei più importanti d'Italia. Nel Luglio 1891 conteneva 1300 condannati."
Ma ancora prima dell'insediamento della colonia penale e già dall'antichità la zona era abitata e alle pendici del monte S.Elia si usava festeggiare San Bartolomeo. Nella chiesa che ha dato il nome alla borgata, i macellai, che per concessione spagnola pascolavano il bestiame nella pianura circostante, organizzavano la festa con il risultato della vendita degli zoccoli e delle corna degli animali macellati.
La chiesa fu costruita intorno alla metà del seicento. Nel retablo dell'altare maggiore vi è la pala raffigurante la natività e il martirio di San Bartolomeo, opera di Giovanni Mazzini, romano 1650. Nel 1678 fu aperta una cappella sul fianco sinistro con il lascito di una nobile trapanese Rosalia Genovés. Nel fondale di questa cappella vi un retablo in legno dorato che è la copia della marmorea madonna di Trapani conservato nel santuario trapanese.
In mezzo alla piazza prospiciente la chiesa vi è una fontana a pompa costruita nel 1857 dai forzati del bagno penale e restaurata in occasione di Italia '90.
Percorrendo il viale Calamosca è possibile raggiungere alcune mete di interesse naturalistico nel colle Sant'Elia, che domina il quartiere. Il colle è noto soprattutto per il promontorio detto Sella del Diavolo. Di rilievo sono anche la spiaggia di Calamosca, la spiaggetta di Cala Fighera e le alte falesie.
In cima al colle si trova il faro del 1859 e l'adiacente Torre di Calamosca, edificata nel XVII secolo dagli Spagnoli. (Wikipedia )
In cima al colle si trova il faro del 1859 e l'adiacente Torre di Calamosca, edificata nel XVII secolo dagli Spagnoli. (Wikipedia )
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