lunedì 29 settembre 2008
Villasimius
domenica 28 settembre 2008
Incendio nella cattedrale vincitore a Torino
lunedì 22 settembre 2008
La leggenda della sella del diavolo
La fine ingloriosa di Gerolamo Pitzolo
Nonostante tutto fu convocato per difendere Cagliari dal pericolo dell’invasione francese del 1973 e il vicerè Balbiano lo nominò colonnello delle truppe. Si distinse per aver evitato lo sbarco d’alcune scialuppe francesi durante i bombardamenti della città che a più riprese tentarono di sbarcare a Calamosca. Pur nell’incertezza di come andarono realmente le vicissitudini della battaglia contro i francesi al Pitzolo furono tributati grandi onori. La poesia popolare cantò le sue gesta e si propose che il suo nome fosse scritto in litteras de oro d’ogni historia. Dal vicerè Balbiano, nonostante questi fosse stato autorevolmente sollecitato, non ricevette però nessuna ricompensa e nemmeno lodi. Re Vittorio Amedeo III volle sì premiare i sudditi che gli avevano salvato il trono, ma nelle ricompense furono favoriti i piemontesi e non i sardi che invece avevano veramente combattuto. Offesi i sardi convocarono gli stamenti (ecclesiastico, militare e reale) e stilarono delle richieste divise in 5 punti da inviare al Re.
Il 17 agosto partì una delegazione composta di 6 persone tra cui Gerolamo Pitzolo La delegazione fu fatta attendere 3 mesi prima di essere ricevuta dal re, mentre a Cagliari il malcontento aumentava, la media borghesia preparava la sommossa e nel nord dell'isola si scatenavano le lotte antifeudali. Dai primi mesi del 1794 si cominciò a preparare la ribellione.
Quando Girolamo Pitzolo rientrò da Torino fu acclamato dai cagliaritani come padre della patria, nonostante le risposte del re non fossero state soddisfacenti. Il 28 Aprile 1794, il malcontento degenerò in aperta ribellione. Furono i giorni de s’acciappa (la caccia ai piemontesi ancora in città) celebrati nella ricorrenza Sa die de sa Sardigna. Furono catturati tutti i 514 funzionari continentali, incluso il vicerè Vincenzo Balbiano, e furono cacciati via dall'isola. L'esempio fu seguito da altre città e la rivolta si propagò per tutta la Sardegna. Seguì un lungo periodo di turbolenze politiche in cui il malcontento generale divenne una mina vagante per tutti.
Gerolamo Pitzolo fu nominato da Vittorio Amedeo III di Savoia intendente generale e questo fatto contribuì a suscitare nel popolo invidia e odio. I suoi oppositori congiurarono contro di lui e sobillarono il popolo. Furono messe in giro voci calunniose come quella di essersi impossessato dell’oro abbandonato dai francesi in ritirata. Il 6 luglio 1975 cadde nelle mani del popolo che, sembra per opera di un certo Dais, di professione barbiere, lo uccise, mentre veniva accompagnato alla torre di San Pancrazio per esservi imprigionato. Fu poi massacrato dalla folla, spogliato e abbandonato sul selciato.
sabato 20 settembre 2008
Gerolamo Pitzolo
sabato 13 settembre 2008
5° anniversario dell'attentato di Nassiriya
COMUNICAZIONE
In occasione del 5° Anniversario dell'attentato di Nassiriya,
il Portale degli Artisti, in collaborazione con il
COMANDO GENERALE DELL'ARMA DEI CARABINIERI,
organizza a Torino dal 12 al 19 Novembre 2008
una mostra d'arte a tema: IL CARABINIERE E LA PACE.
Per informazioni:
http://www.ilportaledegliartisti.it/ info@ilportaledegliartisti.it
giovedì 11 settembre 2008
Forte S. Ignazio
Il progetto del fortino fu redatto nel 1792 dal capitano Lorenzo Franco in previsione dello sbarco delle forze rivoluzionarie francesi. Nonostante l'iniziale battesimo di fuoco avvenuto nell'inverno tra il 1792 e il 1793, la realizzazione del progetto non fu mai completata e l'opera fu disattivata nel 1801; i pochi cannoni di cui era dotato furono trasferiti alla vicina Torre di Calamosca.
TORRE DI CALAMOSCA. L'epigrafe attesta che fu edificata nel 1638, al tempo del Vicerè Don Antonio Ximenes De Urrea De Almonacir. Successivamente fu inglobata nella costruzione del faro, avvenuta nel 1859. ( foto e notizie sono state tratte dal sito http://web.tiscali.it/assfortsardegna/)
lunedì 8 settembre 2008
San Bartolomeo:Torre di calamosca
L'impianto originario della torre, di forma cilindrica, risale al 1638, come riportato nella lapide murata all'esterno e recante lo stemma del re di Spagna. La sua costruzione rientrava nel progetto difensivo degli spagnoli in Sardegna, in seguito al quale si ebbe nell'Isola la costruzione di diverse torri costiere. La torre di Calamosca era detta torre de armas, per i potenti cannoni che ospitava, o anche torre dei segnali, per via delle segnalazioni che da essa si inviavano allo scopo di comunicare al Castello di Cagliari eventuali passaggi di navi. Ebbe un ruolo rilevante nel respingere l'attacco della flotta francese nel 1793. Alla metà del XIX secolo la torre originaria venne innalzata con l'aggiunta del corpo cilindrico superiore e venne eretto il vicino faro. http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Calamosca
Per arrivare alla torre di Calamosca bisogna percorrere quasi completamente il viale Calamosca e svoltare a destra su un viottolo asfaltato che, con ripide curve, arriva in poco più di un chilometro alla sommità del colle. Qui lo spettacolo è affascinante perché si domina in buona parte Cagliari e dall'altro lato il mare aperto che lambisce da un lato i monti sulcitani. Invano si cercherà però di conoscere l'interno di questa costruzione che tanta parte della storia marinara della Sardegna ha visto scorrere ai suoi piedi dall'alto della sua posizione altolocata. Le sue mura, le camerate, i piazzali, le feritoie da cui i cannoni rispondevano agli attachi nemici non ci faranno fremere al ricordo della Storia. E' tutto rigorosamente chiuso. Sotto il profilo turistico la visita è un vero e proprio fallimento, anche perché intorno pullulano immondizie varie che, evidentemente nessuno si cura di raccogliere. A distanza di oltre circa cinquanta anni dall'ultima volta che vi feci una visita, nulla è cambiato a parte l'asfalto per la strada di accesso. Il tempo da allora sembra essersi fermato ed imbruttito. Peccato.
martedì 2 settembre 2008
La musica in gola di Marco Diana
San Bartolomeo di Cagliari
Pasquale Cugia ( studioso quartese 1827- 1905) così descrive lo stabilimento: " L'edificio è diviso in saloni e corridoi che, nella parte principale, convergono alla cappella. L'ospedale è vasto e diviso nelle due sezioni medica e chirurgica con farmacia ben provveduta. Lo stabilimento è tenuto con somma cura ed è uno dei più importanti d'Italia. Nel Luglio 1891 conteneva 1300 condannati."
Ma ancora prima dell'insediamento della colonia penale e già dall'antichità la zona era abitata e alle pendici del monte S.Elia si usava festeggiare San Bartolomeo. Nella chiesa che ha dato il nome alla borgata, i macellai, che per concessione spagnola pascolavano il bestiame nella pianura circostante, organizzavano la festa con il risultato della vendita degli zoccoli e delle corna degli animali macellati.
In cima al colle si trova il faro del 1859 e l'adiacente Torre di Calamosca, edificata nel XVII secolo dagli Spagnoli. (Wikipedia )