Gabriele D'Annunzio scrisse dei "boschi d'aranci" di Villacidro e celebrò l'abbondanza delle sue acque col famoso sonetto dedicato alla cascata "Sa Spendula", sonetto che compose, probabilmente non da solo, in occasione della sua visita al paese in compagnia di Cesare Pascarella e di Edoardo Scarfoglio.
I tre "turisti" ammirarono l'incantevole cascata in compagnia di alcuni amici villacidresi, tra i quali il prof. Giuseppe Todde, che li guidarono nella scampagnata primaverile alla "spendula" di Seddanus, il 17 maggio del 1882.
Un altro viaggiatore d'eccezione, Michele Prisco, nel suo libro di memorie, "Il cuore della vita", riserva più di due pagine a Villacidro, scrivendo, tra l'altro, "la Spendula meritava una poesia, e poi qualcosa, nel paesaggio, ricorda i monti d'Abruzzo e forse un'ancestrale emozione dovette ispirare D'Annunzio quando ci venne".
Oltre che per le ciliege e le arance, il paese è famoso anche per i suoi splendidi dintorni ricchi d'acqua e di foreste.
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