Il libro di Caterina Roberto |
Il sottotitolo di questo libro è il seguente: vita normale in un anormale periodo di guerra. Ed effettivamente nel libro troviamo le esperienze vissute in quel lontano periodo che va dalla fine degli anni trenta alla fine dei quaranta, da coloro che, allora, non potevano che essere bambini, e perciò le affrontarono con la loro naturale limpidezza d'animo, portandosele appresso, tuttavia, per il resto della vita, nelle pieghe della memoria.
Leggendo il libro di Caterina Roberto, e mano a mano che si va avanti con il racconto autobiografico, i ricordi di chi ha convissuto le sue esperienze, si fanno sempre più vivi. A partire dalla famiglia in cui è nata e cresciuta. E' infatti motivo non solo di curiosità, ma anche di sincera commozione rileggere periodi della fanciullezza in cui personaggi descritti dalla autrice del libro sono riconosciuti e ricordati. Chi infatti, tra gli studenti cagliaritani del dopoguerra, non ha conosciuto lo zio dell'autrice, Nicola Valle, il famoso " Pinzellu" dalla folta chioma bianca svolazzante all'aria, presidente e fondatore degli "Amici del Libro" e autore di numerose pubblicazioni su Cagliari e su tutta l'arte in Sardegna, oltre che severo professore di lettere?
Non si ha il tempo di riflettere su quei ricordi perché il racconto passa velocemente al periodo precedente la tragedia bellica, con una serie di notizie tratte dalla stampa locale, l'Uuione Sarda, che descrivono i provvedimenti dell'autorità dell'epoca imposte in funzione dell' imminente guerra e che molti ignorano. Furono drammatiche vicende che i cagliaritani, ma non solo loro, dovettero sopportare in quel particolare momento storico che cambiò o segnò per sempre la vita della maggior parte di loro.
Vi è raccontata nel libro l'ansia e la paura che attanagliò i nostri genitori a causa dei terribili bombardamenti che distrussero la città, e vi è il periodo dello sfollamento in cui la soddisfazione della fame era l'imperativo principale nella maggior parte dei casi ed in cui la commistione tra abitanti della capitale e quelli dei paesi ospitanti provocò l'insorgere di sentimenti diversi, a volte non precisamente teneri, e a volte di vera e propria scoperta umana.
Insomma è un libro che rappresenta una memoria storica resa ancor più affascinante perché rivisitata con la spontaneità che hanno gli occhi di una bambina. Una memoria da conservare e custodire come fotocronaca di un intenso periodo della nostra vita, e il grande merito di Caterina Roberto è quello di averlo saputo descrivere con semplicità e passione per cui il lettore, dopo essersi immerso in un passato coinvolgente, si ritrova al termine della lettura con la convinzione di essere ancora soltanto al principio.
Paolo Maccioni
Paolo Maccioni
Roberto con suo marito (Nino Garofalo)che ha collaborato con lei alla raccolta della documentazione delle vicende narrate nel libro, nella loro casa di Milano, dove risiedono. |