venerdì 12 ottobre 2012

Sardo Luce degli Dei a Flumini



Flumini 11/10/2012 Presentazione di Paolo Maccioni per ITAMICONTAS


L’autore è  Vittorio Melis è nato all’Asmara, Eritrea. Ha una  impostazione  scientifica, derivatagli non solo dagli studi fatti, è laureato in Fisica sperimentale, ma anche dalle esperienze di lavoro soprattutto nel settore informatico.
La sua impostazione potrebbe sembrare quasi inconciliabile con quella di autore di romanzi, comunemente intesi, per i quali è normalmente richiesta una buona dose di fantasia. Invece Vittorio Melis ha non solo realizzato questo romanzo, per il quale ha ricevuto anche dei riconoscimenti prestigiosi, ma ha scritto e  scrive anche  diverse altre cose segno che l’arte dello scrivere gli appartiene allo stesso modo in cui gli appartiene la nozione scientifica dell’universo.
E infatti, in questo romanzo i due aspetti sono entrambi presenti.
L’aspetto scientifico fa da substrato su cui si imperniano le vicende narrate nel libro. Nelle prime pagine ma anche in tutto il romanzo vi sono annotazioni che richiamano la realtà storica dei luoghi, delle persone e degli avvenimenti,  in cui si narra di un condottiero leggendario che è rapportabile al nostro  “Sardus Pater” che, in un determinato periodo della storia  del nostro mondo, è stato il re dei Sardi.  E nel libro sono raccontate le sue gesta con toni epici, quasi omerici.  Per darvi una idea vi leggo poche righe: 
"I PRIMI RAGGI DI LUCE CREAVANO UN ALONE PALLIDO NEL CIELO GRIGIO SCURO SU CUI SPLENDEVANO ANCORA ALCUNE STELLE, QUANDO ALL'IMPROVVISO CESSO' IL VENTO CHE AVEVA SOFFIATO FURIOSAMENTE TUTTA LA NOTTE E GLI UCCELLI NOTTURNI SMISERO DI LANCIARE I LORO STRIDULI LAMENTI. E NEL PROFONDO SILENZIO DELLA IMMINENTE ALBA RISUONO' LO SCALPITIO DEGLI ZOCCOLI DEI CAVALLI DI UN  DRAPPELLO E IL CIGOLIO DELLE RUOTE DI UN CARRO CHE PROCEDEVA LENTAMENTE SUL SELCIATO."
(pag.43  capitolo 3).
Questo condottiero realizzò imprese favolose, liberando la Sardegna dalla piaga delle invasioni barbaresche e portando le sue genti a navigare per tutto il mare mediterraneo arrivando a toccare terre allora sconosciute, dove ancora oggi vi sarebbero segni del suo passaggio, per intraprendere commerci con quelle genti lontane.
Come ho detto, la storia vera, quella scritta sui testi è ben presente nello sviluppo delle azioni descritte nel libro, che perciò, per certi versi,  potrebbe anche definirsi un romanzo storico.
Al di la delle definizioni che si vogliono dare al libro una cosa è indubbia:  chi legge quelle avventure, quelle imprese, la storia raccontata, è pervaso da  un senso di orgoglio nel pensare che si tratta dei nostri lontani avi, quelli dai quali, noi sardi discendiamo.  Parliamo di una razza che un tempo era padrona di sé stessa e degli altri, che era libera e che aveva la possibilità di manifestare le proprie capacità senza essere legata e imprigionata in gioghi come quelli che poi la Sardegna ha dovuto sopportare e purtroppo ancora oggi sopporta, oppressa da una tirannide che ha costretto i suoi abitanti per tanto tempo a sentirsi umiliati e vinti, spegnendo in loro quella creatività e quella autostima indispensabile per rendere le cose più semplici e facili.
Detto questo cedo la parola all’amico Vittorio. Grazie e buon ascolto



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