L'Ipogeo di Hal Saflieni, a Malta , è una struttura sotterranea scavata circa tra il 3600 e il 2500 a C. È l'unico tempio preistorico sotterraneo al mondo. L'UNESCO inserì questa struttura unica tra i patrimoni dell’umanità.
Il primo livello somiglia molto alle tombe scoperte a Xemxija (Malta). Alcune stanze sono caverne naturali ampliate artificialmente. Dagli esami di datazione si è appreso che è il livello più antico. Il secondo livello si trova solo 10 metri sotto il livello della strada.
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La donna dormiente (Museum of Archeology, Valletta, Malta. |
La Stanza Principale del primo livello è una camera più o meno circolare, scavata nella roccia. Buona parte dei muri sono colorati di ocra. La statuetta della Donna Dormiente venne trovata in questa stanza. La statua è ospitata presso il Museum of Archaeology, a La Valletta.
La Stanza dell'Oracolo è di forma rettangolare, ed è una delle più piccole stanze laterali. Su una delle sue pareti è presente un foro in cui un uomo, infilandovi la testa e parlando, può far udire la propria voce per tutto l'ipogeo. La voce femminile non provoca lo stesso effetto
Fuori dalla Stanza dell'Oracolo, sulla destra, si trova un'ampia sala circolare, riccamente decorata con motivi geometrici. Sul muro a destra si trova il disegno di una mano umana scolpita nella roccia
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Modellino dell'ipogeo di Hal Saflieni |
Nel secondo livello una stanza contiene una buca alta due metri che potrebbe essere stata usata per tenervi dei serpenti, o per raccogliere l'elemosina.
L'ipogeo di Hal-Saflieni è una famosa attrazione turistica. L'Heritage Malta (l'istituzione che protegge i beni storici del luogo) permette solo 80 visitatori al giorno.
La lettera del signor Michele Castoldi di Lanusei pubblicata nell'Unione Sarda dl 14 ottobre 2011 è totalmente condivisibile. La Sardegna è talmente ricca di monumenti archeologici da poter imbastire su di essi una politica turistica destinata ad un sicuro successo. Uno di questi è la Necropoli di Sant'Andrea Priu.
Necropoli ipogea di Sant'Andrea Priu - 3.000-1.800 a.C.
La necropoli si trova vicino a Bonorva (SS). Il sito archeologico è costituito da un complesso di "domus de janas", edifici funerari scavati nella roccia (da questo il termine ipogea). Appartiene all'età neo-eneolitica (3.000-1.800
a.C.) e fa parte della Cultura di Ozieri.
Le tombe di questa necropoli sono state scavate in un costone di trachite rossa e avevano una funzione funeraria e sacrale, sono conosciute anche con il nome "Domus de Janas", come vengono chiamate in sardo. La traduzione letterale potrebbe essere: casa delle fate o delle streghe.
La necropoli è costituita da 20 tombe, in una serie di ambienti intercomunicanti. Alcune riproducono (in grandezza naturale) la tipologia della capanna lignea e della casa con tetto a doppio spiovente; altre, invece, hanno un'architettura più complessa con un atrio semicircolare, il tetto a raggiera, le camere con pilastri e decorazioni destinate ai riti, mentre le stanze più piccole venivano utilizzate per seppellire i corpi dei defunti. Tra le decorazioni è possibile osservare segni astratti, forse simboli di antichi culti preistorici. Una delle tombe è conosciuta come la "Tomba del Capo", costituita da diversi ambienti comunicanti tra di loro, non è sempre accessibile.
Sopra questo enorme complesso funerario è presente una roccia che per la sua forma ricorda il toro.
Le tombe, successivamente, sono state in parte riutilizzate come luogo di culto in epoca medievale: di quel periodo rimangono alcuni affreschi.
Informazioni per arrivare alle necropoli ipogea di S. Andrea Priu da Cagliari: attraverso la S.S. 131 sino al km 162,5, poi si prosegue sul bivio per Bonorva, si esce dal paese lungo la provinciale per Bono e al km 6,8, sulla destra, si prosegue su una strada non asfaltata. Dopo 2,6 km, oltrepassata la chiesa di Santa Lucia, si giunge alla necropoli, posta sulla sinistra.
Più volte abbiamo segnalato su questo blog, luoghi, monumenti, reperti che andrebbero protetti e valorizzati e che sono invece abbandonati alla mercé dei vandali e delle intemperie, ma quello che vi racconteremo oggi ha veramente dell'incredibile.
Ciò che è illustrato sopra è visibile da tutti. Vi è tuttavia ancora qualche cosa alla quale fa cenno il signor Castoldi nella sua lettera che rimane invisibile.
Vi invitiamo alla lettura dell'articolo che segue, a firma di Paola Arosio e Diego Meozzi, molto indicativa di come le cose funzionano (o non funzionano) da noi in Sardegna.
Le meraviglie sigillate di Sardegna
La Sardegna è un'isola italiana nota tra gli archeologi soprattutto per i suoi nuraghes - antiche torri che ricordano in qualche modo i broch scozzesi, ma più numerose ed elaborate. Sull'isola si possono trovare molte altre antiche meraviglie: dalle cosiddette "tombe di giganti" alle "domus de janas" (case delle fate - tombe scavate nella roccia) come ai pozzi sacri preistorici. La Sardegna è quindi una regione veramente incredibile per qualunque appassionato di monumenti antichi. Ma alcuni dei suoi esempi più eccezionali potrebbero rimanere nascosti per secoli dopo essere stati scoperti e scavati [dagli archeologi]. Come vi raccontiamo in questa storia.
All'inizio di aprile abbiamo fatto un giro archeologico in Sardegna e una sera ci siamo trovati a soggiornare nell'agriturismo Sas Abbilas, in una meravigliosa valletta isolata nei pressi di Bonorva (Sassari) e di un sito archeologico importante, Sant'Andrea Priu. Il proprietario, Antonello Porcu, ci ha mostrato delle splendide immagini che ritraggono spirali rosse da 70cm dipinte sulle pareti di una cella laterale di una tomba preistorica che è stata oggetto di scavo un anno e mezzo fa. E ci ha raccontato la storia della cosiddetta "tomba della scacchiera".
I terreni del signor Porcu sono situati a fianco di una zona denominata Tenuta Mariani dove già nel 2002 era stata identificata una necropoli preistorica. Nel 2007 il Comune di Bonorva ottiene un finanziamento per effettuare un censimento dei siti archeologici dell'area e la cooperativa che ha l'appalto si avvale della competenza dell'archeologo Francesco Sartor per la Sovrintendenza archeologica di Nuoro e Sassari. Dopo la prima fase di censimento, l'anno successivo è la volta di una campagna di ricerca e scavo, sempre guidata da Francesco Sartor. Diverse settimane dopo l'inizio dei nuovi lavori, l'archeologo dichiara di non avere trovato ancora nulla, ma il signor Porcu nota che per diversi giorni di seguito gli scavatori scendono dalla collina ricoperti di polvere di roccia. Allora il fratello del signor Porcu si rivolge direttamente in sardo (com’è noto una lingua molto diversa dall'italiano) agli scavatori, chiedendo: "La scrofa ha fatto i maialetti?" Al che loro rispondono (sempre in sardo): "Sì, e dovresti vedere quanti, e che belli!" Questa è la prova che qualcosa di importante era stato trovato sulle colline di Mariani.
Dopo qualche giorno, il signor Porcu e il fratello si recano sul posto e trovano, al di sotto di un telone di protezione sistemato dagli scavatori, un dromos con un prospetto architettonico scavato nella roccia che conduce ad una grande tomba con tre celle laterali. La tomba è decorata con disegni d'ocra rossa brillante, con protomi taurine scolpite nel lato maggiore della camera principale e con un tetto alto circa 1,70m scolpito come se fosse composto da assi in legno, dipinte alternativamente in blu scuro e bianco. Ma l'elmento visuale più eccezionale della tomba è una serie di grandi spirali rosse dipinte in una cella laterale: un totale di sette spirali, molte delle quali interconnesse tra loro. La qualità delle antiche pitture è straordinaria, e su una volta è dipinta anche una figura geometrica rarissima nelle tombe sarde: un motivo a scacchiera bianca e nera - qualcosa probabilmente di unico in un sito apparentemente databile al Neolitico recente e riferibile alla cultura di San Michele di Ozieri (3800 a.C. – 2900 a.C.).
Dopo la sua visita alla tomba, il signor Porcu si reca dal sindaco di Bonorva, informandolo della straordinaria scoperta effettuata sul loro territorio. Il sindaco, stupito, dichiara di non essere stato informato dall'archeologo della scoperta, né di avere ricevuto comunicazioni ufficiali dalla Sovrintendenza.
La fine di questa storia? Dopo circa 4 mesi di scavi la Sovrintendenza decide di sistemare un enorme blocco di pietra di fronte all'unico ingresso della tomba; si fa quindi una colata di cemento e si ricopre l'intera zona con uno spesso strato di terra, sigillando nuovamente il sito, probabilmente per sempre. Ciò viene fatto per "preservare la tomba da eventuali saccheggiatori". E la tomba e il suo prezioso contenuto, così scompaiono. Una sorte condivisa anche da altre tombe dell'area, tra cui quella denominata "Sa Pala Larga" nella quale è stata trovata un'incredibile protome taurina scolpita e una serie di spirali a creare una sorta di "albero della vita".
Il sindaco di Bonorva, Mimmino Deriu, da noi intervistato, ha dichiarato che, nonostante la cronica mancanza di fondi, crede nel grande valore del patrimonio archeologico dell'area e si sta impegnando a valorizzarlo, in particolare con la riapertura del locale Museo archeologico situato in un ex convento e con il recentissimo accordo (del 7 aprile scorso) con l'Ente Forestale per la gestione tecnico-economica di tutela, conservazione e valorizzazione, anche ai fini turistici, proprio della Tenuta Mariani, dove si trova la necropoli sigillata.
Abbiamo anche contattato Luisanna Usai, archeologa della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro e responsabile dell'area di Bonorva, per sapere se c'è un progetto di riapertura della tomba e la possibilità di rendere visitabile la necropoli. L'archeologa ha esposto molto chiaramente il proprio punto di vista sulla questione: "Non voglio che si parli di questa cosa, non mi interessa che si sappia. Noi della Soprintendenza siamo chiamati soprattutto alla tutela dei siti: le pitture sono labili e quindi la tomba rimane chiusa". E ha concluso affermando che "Il canale per far conoscere questo tipo di scoperte lo scegliamo noi della Soprintendenza".
Ora, fermo restando che siamo pienamente d'accordo sull'assoluta necessità di preservare la tomba dalle mani di saccheggiatori e tombaroli, la sua chiusura ci sembra abbia un senso solo in una prospettiva a breve termine. Anche perché testimonianze locali affermano come altre tombe sigillate nella zona - tra cui la già citata Sa Pala Larga - stiano soffrendo di pesanti infiltrazioni d'acqua che ne compromettono le pitture: il rimedio sembra quindi avere un effetto opposto a quanto auspicato.
Confermando il nostro rispetto per la Soprintendenza e i suoi archeologi, a partire da Luisanna Usai, che sappiamo essere un'ottima e capace professionista, non siamo tuttavia d'accordo né con i metodi applicati né con questo atteggiamento di chiusura: se si chiamano 'beni culturali' è evidente che siano un patrimonio nazionale, di tutti. La tutela è una cosa, l'occultamento a tempo indefinito - per quanto motivato da princìpi di preservazione - e' un'altra.
George Nash, archeologo del Dipartimento di Archeologia ed Antropologia dell’Università di Bristol ed esperto mondiale di arte preistorica, da noi contattato ha commentato: "Lo straordinario stato di conservazione di questo esempio di arte preistorica è paragonabile per importanza alle immagini dipinte all’interno della camera dell’Oracolo dell’ipogeo di Hal-Saflieni a Malta. Questa scoperta è di importanza internazionale e dovrebbe essere condivisa tra i ricercatori di arte preistorica. L’aver sigillato il monumento rappresenta un crimine contro la comprensione delle vere origini del Neolitico dell’Europa meridionale".
Ci chiediamo quanti monumenti eccezionali siano stati trovati, scavati e sigillati nuovamente negli anni da parte degli archeologi in Sardegna, senza che nessuno - tranne pochi addetti ai lavori - ne venisse a conoscenza . Per diffondere la consapevolezza dell'esistenza di questo posto veramente speciale, ci auguriamo che lettere e messaggi inviati direttamente al sovrintendente archeologico di Sassari e Nuoro (Dott. Bruno Massabò - Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, Piazza Sant'Agostino, 2 - 07100 Sassari, Italia; tel. +39 079 2067402, e-mail bmassabo@arti.beniculturali.it) possano convincere la Soprintendenza ad adoperarsi per l'apertura al pubblico della necropoli dell'area Mariani, in modo da condividere la sua straordinaria bellezza con il resto del mondo. Nel frattempo, vogliamo condividere con voi la meraviglia di questo sito, pubblicando le immagini della tomba riprese dal signor Porcu, reperibili all'indirizzo www.stonepages.com/scacchiera
Paola Arosio e Diego Meozzi
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Disegni a spirali color rosso ocra perfettamente conservati |