Domenica 25 Maggio si è svolto il "tour dei nuraghi ", escursione promossa da questo blog sui monti che fanno da cornice a Flumini. Dopo una prima pausa alla torre di Solanas il gruppo formato da tre fuoristrada ha risalito la vecchia strada che porta alla foresta di Minni - Minni, per inoltrarsi poi lungo una mulattiera tra la fitta vegetazione diretti alla prima tappa rappresentata dal nuraghe Sant'Elena.
Tra vecchie storie di muli che, guidati solo dalla loro istintiva abitudinarietà, portavano il carbone dall'alto delle montagne fino al porto di Solanas, e da qui risalivano, percorrendo sempre la stessa strada, in un interminabile percorso di andata e ritorno, e le fantasiose esistenze di tesori mai trovati nei nuraghi di cui tutta la vallata da Solanas fino al monte Paulis è ricchissima, si fa tappa ai piedi del nuraghe.
La guida è inesauribile nel descrivere minuziosamente aspetti dei luoghi visitati, così apprendiamo che l'ovile costruito ai piedi del nuraghe, con pietre dello stesso, fa parte di quelli antichi, perchè i più moderni sono rettangolari. Ciò a causa della separazione che veniva fatta tra le pecore munte e quelle ancora da mungere. Più razionale il moderno rettangolo, (quelle munte da una parte, le altre dall'altra), più personale l'antico rotondo in cui il pastore, probabilmente, conosceva una ad una le sue pecore e non aveva bisogno di tenerle divise.
Si prosegue lungo una parte del "Sentiero Italia" per arrivare ad un vero e proprio monumento naturale chiamato "La sfinge" per la sua vaga rassomiglianza ad essa. (Gli vengono attribuiti anche altri nomi, ad. es. Sa mitra, a causa della spaccatura della roccia che la fa sembrare appunto il copricapo vescovile.) La vista su tutto l'arco del golfo è
spettacolare e la grandiosità dei luoghi meritano una silenziosa osservazione. Dall'alto delle rupi ci viene indicato il luogo in cui dimorano le aquile, mentre osserviamo alcuni gabbiani volteggiare in lontananza.
Arriva l'ora della pausa di ristoro e viene fatta nella zona del Nuraghe Monte Arbu, straordinaria
costruzione di cui si conservano ancora intatti gli ingressi a diversi livelli, testimonianza di una complessità di costruzione, le cui tecniche erano a conoscenza dei nostri antichi progenitori.
Dopo la sosta si prosegue per Monte Cresia dove ammiriamo l'ultimo nuraghe del tour,
quello appunto di Monte Cresia, più famoso dei precedenti perchè è possibile raggiungerlo anche con mezzi di trasporto normali. Abbandonata la zona di Monte Cresia iniziamo la via del ritorno visitando ancora la chiesetta campestre di San Pietro in paradiso, e la Tomba dei Giganti di Is Concias, in territorio di Quartucciu.
Il tour, finisce nel punto dal quale era partito, e lascia in tutti i partecipanti la voglia di ricominciare, magari con altri itinerari, per visitare luoghi di cui la Sardegna è piena. Artefice assoluto del successo è stato Massimo Farris e tutta la sua troupe, che ha regalato a tutti i partecipanti una giornata intensa, densa di tante emozioni e dall'organizzazione assolutamente impeccabile.
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