Si è svolta a Flumini, organizzata dalla nascente associazione Itamicontas, nella sala della biblioteca in via mar tirreno, l'attesa presentazione del primo di due volumi: Letteratura e civiltà della Sardegna di Francesco Casula.
Il volume
dedica più del 50% delle pagine a Autori che scrivono in Lingua sarda e ai
corrispettivi testi: dai primi documenti in volgare sardo
ai Condaghes, dalla Carta De Logu di Eleonora d’Arborea a Antonio
Cano, da Gerolamo Araolla e Antonio Maria da Esterzili a
Matteo Garipa, da Sa scomunica de Predi Antiogu arrettori de Masuddas
a Efisio Pintor Sirigu, da Francesco Ignazio Mannu a Diego Mele e Peppino
Mereu fino a Antioco Casula (Montanaru)e Pedru Mura.
Fra gli
Autori che scrivono in Lingua italiana sono presenti: Giambattista Tuveri,
Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore
Cambosu, Antonio Pigliaru, Giuseppe Fiori, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta.
Vi è anche
un Autore bilingue Michelangelo Pira (che ci ha lasciato testi in Sardo e in
Italiano) e uno quadrilingue, Sigismondo Arquer, che ha scritto in Sardo,
Latino, Castigliano e Catalano.
(tratto dal blog Truncare sas cadenas)
Il professor Francesco Casula |
Alcuni tentativi di ricostruire la storia della letteratura sarda sono già stati fatti in passato e questa opera di Francesco Casula non vuole essere una vera e propria storia della letteratura sarda in senso sistematico perché l'autore ha selezionato e scelto tra i diversi autori, quindi tralasciandone alcuni, e inoltre, essendo uno studioso appassionato della civiltà sarda, ed essendosi questa manifestata linguisticamente in almeno cinque lingue: il sardo, il castigliano, il catalano, l'italiano e il latino, ha voluto dare la preferenza a quegli autori che si sono espressi in lingua sarda.
Al di là di questi aspetti una cosa è indubbia: questo lavoro che mette in risalto le origini della letteratura in Sardegna deve
rendere tutti noi che viviamo e siamo nati in questa terra, un poco più
orgogliosi. E' come se a un orfano fosse riconosciuta la sua qualità di figlio legittimo da parte dei genitori di cui lui sapeva l'esistenza ma che continuavano a rimanergli lontani e sconosciuti. Di questo ritrovare le proprie radici civili e culturali, dell'avvicinamento alla nostra primigenia letteratura che tutti ci arricchisce, non possiamo che essere grati a Francesco Casula.
(Paolo Maccioni)
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