flumini nel mondo

giovedì 19 dicembre 2013

Auguri senza nostalgia



Vedo gli anni scorrere come un fiume di liquirizia per dire che vedo nero nel  riassumere le eterne incompiute non solo della mia città ma anche  di quel borgo in cui ho messo radici da oltre trent'anni e che da allora aspetta ancora di vedere spuntare nella sua  piazzetta senza nome ma centrale perché in essa si riversa la gente per comprare le medicine, per procurarsi le sigarette, o prendere un caffè o un aperitivo, o il giornale o per comprare le arance o la verdura, o per "farsi" i capelli, dei semplici cestini per buttarvi le inutili cartacce.



Vedo  però  politici che conoscevo da oltre mezzo secolo parlare come cinquant'anni fa di rinascita e rinnovamento. Loro, con i capelli bianchi, la dentiera traballante, e l’eterno amore per la poltrona per il cui attaccamento si sono comprati, con i soldi dei rimborsi elettorali, quintali di colla.



Qualche cosa è però cambiata. Sembra poco ma invece è tanto. È cambiato il modo di stare insieme, o meglio distanti, di parlare, anzi chattare, forse è più interessante ma anche più stancante Non lo dico per me, lo dico per chi è ancora giovane d’età. Mi piacerebbe entrare in sintonia con il loro mondo per viverlo anch’io. Ma purtroppo l’ingresso è riservato solo a quelli di questo secolo o di qualche lustro prima, e gli altri possono partecipare solo come osservatori esterni.



Ma si può essere giovani anche se d’epoca. Basta illudersi che il domani può essere migliore dell’oggi, desiderare e sperare. E  questa è la sola cosa che unisce tutti e che confonde le diverse età: la speranza.



Ed è appunto con la speranza e con lo spirito rivolto all'avvenire che io auguro a tutti coloro che mi stanno vicino, amici, conoscenti, parenti, a coloro  che mi stimano anche stando lontano, a chi non so chi sia ma che nel vedermi mi saluta senza che io lo riconosca, a coloro con i quali sono entrato in contatto solo per qualche particolare motivo, commessi dei market, tabaccai, edicolanti, postini, farmacisti, impiegati delle poste, del catasto, degli uffici comunali, ai medici che mi hanno curato per gravi o per piccole malattie, a coloro cui ho fatto un torto consapevole del quale mi sono subito pentito e anche a coloro che il torto lo hanno subito inconsapevolmente, a coloro che mi amano, a chi (pochi) hanno letto i miei libri, a chi ha visitato anche per una sola volta questo blog anche se non gli è piaciuto, che poi altro non è se non il diario non solo di ciò che faccio ma anche di ciò che penso e di ciò che mi gira intorno … sono un attimo indeciso perché non vorrei dimenticare qualche categoria  e allora aggiungo un onnicomprensivo  “tutti”



 e così  l’ augurio di tutto cuore per un natale coi fiocchi e un anno nuovo ricco di soddisfazioni diventa veramente completo.






Paolo Maccioni