mercoledì 13 novembre 2013

Itamicontas ha presentato: Semi di parole di Daniela Pischedda.

L’argomento di oggi. Si tratta del libro della nostra socia Daniela Pischedda intitolato “ Semi di parole” che la Pischedda ha scritto e pubblicato poco più di un anno fa. Di lei, del suo libro e delle sue bambole abbiamo parlato brevemente in uno dei primi salotti letterari tenuti da Itamicontas, che qualcuno può darsi ricordi.
Daniela Pischedda è abbastanza giovane e lavora da tempo nell’ambiente scolastico e bibliotecario. Questo è il primo libro ma è pensabile che non si fermi a questo primo lavoro.  Oltre alle  parole contenute nel libro Daniela è anche la produttrice delle bambole che sono illustrate nella copertina del libro.


I Daniela Pischedda (a sinistra)

Vorrei ora dire solo due parole di presentazione del suo libro perché il contenuto lo ascolterete direttamente da lei e dalle sue letture che saranno accompagnate dal chitarrista Giovanna Maria Onano e dalla violinista Elsa Paglietti come già sapete dalla locandina che avete ricevuto.
Allora dirò subito che “Semi di parole” è forse il titolo più adatto a descrivere il contenuto del libro il quale è una serie di spunti, per lo più sotto forma di diario, abbozzi che attraversano la mente dell’autrice e che lei manifesta con le parole che scrive e che  mette a dimora come semi in un campo. Da quei semi germogliano e si sviluppano  i concetti diventando così principio e fine.



Parte del pubblico presente in sala

Noi abbiamo presentato una volta, nel giugno del 2011, il libro di Conchita Chironi, Calepino, parole in trasferta, in cui le parole fuoriuscivano dal vocabolario per una sorta di ribellione e si univano tra loro secondo logiche diverse da quelle usuali. Ma in quel libro vi era molta passione enigmistica a legare le parole. Invece nel libro di Daniela Pischedda si tratta di un legame a volte poetico nel senso che si sente il ritmo e la rima del poeta ma quasi in sordina come se l’autrice fosse timorosa di manifestarsi apertamente, e lo facesse in punta di piedi, con delicatezza.
In altri casi invece l’autrice si manifesta con pensieri che corrono con velocità interstellare e che rappresentano abbozzi di un racconto, di una biografia, a volte di una protesta, ma nel complesso qualche cosa di non finito oppure che deve essere finito da ciascuno di noi secondo la propria suscettibilità o modo di sentire.
Mi limiterò a leggervi un piccolo passaggio che fa parte di quell’aspetto poetico di cui vi dicevo prima e che contiene qualche intima indicazione dell’autrice di questo libro.


Primo piano dei due bravissimi musicisti



Domani amerò l’uomo che avrà il coraggio di sentirsi un uomo, tra le sue braccia mi sentirò al sicuro, pianterò i miei semi e dormirò come un ghiro …
L’uomo che avrà i muscoli tesi dal lavoro, gli occhi colmi di cose viste e il suo cuore un ristoro che saprà stare in equilibrio orizzontale su un filo d’erba senza fargli male … 
 Allora non perderò l’occasione di amarti, asciugarti il sudore dalla fronte e come neve rinfrescarti, levarti la racina dai capelli per farti germogliare gli occhi belli  …
Questa è la mia vita, una farfalla che mi scappa da sotto il naso, non si lascia prendere, attenti a non schiacciarla …  (D.P.)

Paolo Maccioni



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