Vedo gli
anni scorrere come un fiume di liquirizia per dire che vedo nero nel riassumere le eterne incompiute non solo della
mia città ma anche di quel borgo in cui
ho messo radici da oltre trent'anni e che da allora aspetta ancora di vedere spuntare nella sua piazzetta senza nome
ma centrale perché in essa si riversa la gente per comprare le medicine, per
procurarsi le sigarette, o prendere un caffè o un aperitivo, o il giornale o
per comprare le arance o la verdura, o per "farsi" i capelli, dei semplici cestini
per buttarvi le inutili cartacce.
Vedo però politici che conoscevo da oltre mezzo secolo
parlare come cinquant'anni fa di rinascita e rinnovamento. Loro, con i capelli
bianchi, la dentiera traballante, e l’eterno amore per la poltrona per il cui
attaccamento si sono comprati, con i soldi dei rimborsi elettorali, quintali di
colla.
Qualche
cosa è però cambiata. Sembra poco ma invece è tanto. È cambiato il modo di
stare insieme, o meglio distanti, di parlare, anzi chattare, forse è più interessante ma anche più stancante Non lo
dico per me, lo dico per chi è ancora giovane d’età. Mi piacerebbe entrare in
sintonia con il loro mondo per viverlo anch’io. Ma purtroppo l’ingresso è
riservato solo a quelli di questo secolo o di qualche lustro prima, e gli altri possono partecipare solo come osservatori esterni.
Ma si può
essere giovani anche se d’epoca. Basta illudersi che il domani può essere
migliore dell’oggi, desiderare e sperare. E questa è la sola cosa che unisce tutti e che
confonde le diverse età: la speranza.
Ed è
appunto con la speranza e con lo spirito rivolto all'avvenire che io auguro a
tutti coloro che mi stanno vicino, amici, conoscenti, parenti, a coloro che mi stimano anche stando lontano, a chi non
so chi sia ma che nel vedermi mi saluta senza che io lo riconosca, a coloro con
i quali sono entrato in contatto solo per qualche particolare motivo, commessi
dei market, tabaccai, edicolanti, postini, farmacisti, impiegati delle poste,
del catasto, degli uffici comunali, ai medici che mi hanno curato per gravi o
per piccole malattie, a coloro cui ho fatto un torto consapevole del quale mi
sono subito pentito e anche a coloro che il torto lo hanno subito
inconsapevolmente, a coloro che mi amano, a chi (pochi) hanno letto i miei
libri, a chi ha visitato anche per una sola volta questo blog anche se non gli
è piaciuto, che poi altro non è se non il diario non solo di ciò che faccio ma
anche di ciò che penso e di ciò che mi gira intorno … sono un attimo indeciso
perché non vorrei dimenticare qualche categoria e allora aggiungo un onnicomprensivo “tutti”
e così l’ augurio di tutto cuore per un natale coi fiocchi e un anno nuovo ricco di soddisfazioni diventa veramente completo.
e così l’ augurio di tutto cuore per un natale coi fiocchi e un anno nuovo ricco di soddisfazioni diventa veramente completo.
Paolo
Maccioni
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