giovedì 28 febbraio 2008

Sulle orme di Pietro Cavaro - Suelli

Di Pietro Cavaro non si conosce la data di nascita ma è certa quella della sua morte: 1538.
Dal sito Nur on line della Regione Sarda leggiamo che fu il più illustre esponente della bottega pittorica cagliaritana di Stampace. Si formò a Barcellona, del cui gremio dei pittori risulta far parte nel 1508. Qualche tempo dopo fu a Napoli, centro di grande vitalità culturale, dove entrò in contatto con importanti artisti e dove sposò una gentildonna catalana, divenendo padre di Michele. Dopo il soggiorno napoletano, Pietro, divenuto vedovo, fece ritorno a Cagliari, dove lavorò nella bottega di Stampace. Nel 1515 si risposò. Pietro Cavaro morì nel 1538.

Inizieremo il percorso di questo itinerario a tappe, sulle orme di Pietro Cavaro, proponendovi una visita a Suelli e ai gioielli che sono contenuti nel suo territorio.

Si percorrono poco più di quaranta chilometri lungo la strada centrale sarda e si arriva a Senorbì, grosso centro della Trexenta. Superato l'abitato, dopo un breve rettilineo, siamo subito a Suelli.


La chiesa parrocchiale, è dedicata a San Pietro apostolo, patrono della parrocchia. Risale al XII secolo, ma ha subito trasformazioni sostanziali soprattutto nel periodo gotico. Dell' antico fabbricato rimangono diverse parti: due finestre a feritoia, colonnine di marmo, capitelli ed altri frammenti di forma decorativa. L' interno della chiesa è formato da una sola navata divisa da tre archi a sesto acuto. La più preziosa opera d'arte custodita al suo interno è il retablo che si riferisce all'ultimo periodo di vita del pittore, alla realizzazione del quale collaborò anche Michele, figlio dell'artista.


Il santuario di San Giorgio annesso alla chiesa è costituito da un vestibolo o antisantuario e dal santuario, ai quali si accede sia mediante un ingresso interno alla cattedrale sia mediante un ingresso esterno che da sul piazzale. Ha la forma di croce greca e nell'ala sinistra si osserva una ancona in legno dorato con al centro la statua di San Giorgio. Sorge probabilmente intorno al XI-XII secolo su una preesistente area di culto. Si presume che questo edificio sia preesistente alla chiesa maggiore. Nel 1117, anno in cui venne scritta la “Leggenda Sanctissimi Georgii Suellensis ”, che descrive la vita di San Giorgio si presuppone che la cappella fosse già esistente. Questo luogo sacro viene menzionato anche in antichi documenti del 1600 come "Iglesieta y Capelleta de Sant Jordi”.

La chiesa della Madonna del Carmelo
Dedicata alla Madonna. Uscendo dalla Parrocchia di San Pietro, sulla sinistra. E' un piccolo gioiello che merita di essere visitato per la ricchezza dei suoi addobbi (altare ligneo policromo, pulpito ligneo, balaustra in legno intagliato, dipinti olio su tela). Normalmente è chiusa al pubblico perchè viene aperta solamente in occasione di festeggiamenti particolari e, per visitarla, occorre chiedere al parroco.

Il nuraghe Piscu probabilmente deriva il suo antico nome da “nuraghe de su piscu” (nuraghe del vescovo) perchè un tempo appartenuto al Vescovo di Suelli. Il nuraghe Piscu, situato all’interno del parco archeologico di proprietà comunale dal 1982, costeggia la S.S. 128 in direzione Mandas. Attualmente è il monumento maggiormente rappresentativo della civiltà nuragica della Trexenta e nel territorio assume una posizione strategica e di controllo sulle fertili vallate circostanti.

Casa Ruda. Nel centro storico del paese la settecentesca Casa Ruda, attualmente trasformata in casa-museo e ristorante (solo per gruppi e su prenotazione; visita concessa), esempio di nobile abitazione campidanese, mantenuta intatta dall’iniziativa dei proprietari; all’interno, da ammirare soprattutto le architetture, i mobili e gli oggetti della secolare civiltà contadina locale. www.casaruda.com/

La prossima tappa sulle orme di Pietro Cavaro sarà: Cagliari

martedì 26 febbraio 2008

Il museo " Il Ciclo della vita" a Quartu S.Elena



Merita una visita accurata il museo etnografico "Il Ciclo della vita", fondato dal Cavalier Giovanni Battista Musiu a Quartu Sant'Elena e realizzato con la collaborazione della dottoressa Elisa Piano, che ne ha curato tutti gli aspetti di catalogazione ed esposizione. Ubicato nella stessa via Eligio Porcu in cui vi è anche il primo museo etnografico della Sardegna " Sa Dom'e Farra" inspiegabilmente chiuso al pubblico ormai da diversi anni, il Ciclo della Vita ne ricalca i motivi, presentando nelle sue stanze gli addobbi, gli utensili, gli oggetti di uso comune che un tempo erano presenti in tutte le famiglie della Sardegna, soprattutto quelle d'origine contadina, e che accompagnavano ogni individuo dalla nascita alla morte. Le sale d'esposizione, illustrate anche da un volume di Elisa Piano, in cui sono narrate le vicende che hanno portato alla realizzazione di questo Museo, sono visitate continuamente da esponenti culturali che provengono da ogni parte del mondo.


L'ingresso del Museo è in via Eligio Porcu n° 271. Il Museo è aperto tutti i giorni e il Cavalier Musiu in persona, quando è presente, vi farà da ospite e guida.


Il Museo rappresenta una tra le più importanti offerte culturali turistiche della Città di Quartu Sant'Elena, e giova ricordare che è una struttura totalmente privata, sostenuta dagli sforzi economici e intelletuali dei loro organizzatori.

lunedì 25 febbraio 2008

" I segreti del Presidente" di Paolo Maccioni

Ha visto una notevole partecipazione di pubblico la presentazione del romanzo " I segreti del Presidente" di Paolo Maccioni, avvenuta sabato 23 Febbraio scorso, nei locali del Museo" Il Ciclo della vita" del Cav. Giovanni Battista Musiu, a Quartu Sant'Elena. Presenti alla manifestazione, tra gli altri, la scrittrice Paola Alcioni e lo scrittore Enrico Pili .








La presentazione è stata curata dal giovane scrittore Marco Diana, autore di due libri di cui uno già in circolazione, intitolato " La musica in gola" (Altrimedia edizioni - Matera) e l'altro in attesa di pubblicazione. Diana, nella foto con Paolo Maccioni, è anche titolare del sito internet http://www.paesedombre.org/ che tratta quotidianamente argomenti di letteratura attuale.






Nel corso della presentazione sono stati letti alcuni brani del libro dall'artista Elisa Piano, laureata in filosofia, fondatrice del Centro Teatrale " Il Teatro dell'Anima", autrice dell'imponente monografia sul Museo " Sa Dom'e Farra", di cui è stata collaboratrice scientifica, ed animatrice di due concorsi letterari nazionali: " San Valentino: poesie e lettere d'amore" e " Le parole dell'anima".





L' accompagnamento con la chitarra è stato del poliedrico artista Armando Lecca, oltre che musicista, pittore e scultore.


Al termine dell'applaudita presentazione, la serata si è conclusa con un rinfresco.

martedì 19 febbraio 2008

Villamar tra storia e arte

La proposta di oggi è una passeggiata a Villamar che vi riporterà col pensiero a vicende che culminarono con alcuni fatti delittuosi mai del tutto spiegati.
Nella chiesa parrochiale di Villamar si trova il retablo di Pietro Cavaro, capolavoro dell'arte pittorica sarda del cinquecento.

Ai lati del retablo vi sono gli stemmi degli Aymerich, le cui vicende si intrecciano con quelle di Villamar, un tempo loro feudo. Ed ecco la storia romanzesca di un personaggio del loro casato, coprotagonista di vicende drammatiche che paiono attinte da un film.

Il Marchese di Laconi, capo della nobiltà isolana, don Agostino di Castelvì, nel 1667 si recò a Madrid perché intendeva condizionare il pagamento di gravose tasse imposte sull’isola da Maria Anna d’Austria, reggente il trono di Spagna, alla concessione di cariche pubbliche e privilegi per la nobiltà isolana.
La Corte spagnola, rappresentata in Sardegna dal vicerè Camarassa, non aveva alcuna intenzione di barattare alcunché, perciò il Marchese tornò in Sardegna con le pive nel sacco e, tuttavia, continuò la disputa con il vicerè, creandosi per tale motivo molti sostenitori.
Come sovente accade a chi, per passione politica o altro, trascura la domestica felicità, sua moglie, donna Francesca Satrillas, marchesa di Sietefuentes, “ era di quella tempera di cuore cui ratto s’apprende l’affetto benché illegittimo. Accesosi di lei un gentiluomo cagliaritano, d. Silvestro Aymerich dei conti di Villamar, tanto era trascorso l’uno, tanto erasi l’altra abbandonata, durante specialmente l’assenza del marchese, che oramai pareva si avesse la moglie di lui levato dall’animo ogni rispetto maritale. (G.Manno – storia della Sardegna – tomo secondo – pag. 169 e seg.).
Quando l’innamoramento reciproco era al culmine, il Marchese venne ucciso con un colpo di arma da fuoco ad opera di alcuni sicari rimasti sconosciuti.
E qui la vicenda si tinge di giallo: alcuni attribuirono questo delitto al vicerè Camarassa, che avrebbe fatto uccidere il marchese per togliere di mezzo un ostacolo ai suoi disegni politici, mentre altri furono propensi ad incolpare l’amante di lei, che avrebbe commesso il delitto per eliminare sbrigativamente il marito.
La verità non venne mai a galla, ma alcuni congiurati, pare istigati dalla donna, vollero credere alla prima ipotesi e, appena un mese dopo, uccisero a loro volta il vicerè Camarossa, suscitando lo sdegno della corte di Madrid e l’inevitabile, terribile vendetta. Furono tutti orrendamente giustiziati alcuni decapitati, le teste riempite di sale, infilzate in forconi ed esposte al pubblico nella torre dell’elefante in Cagliari.
La Marchesa si salvò. Finì i suoi giorni a Nizza, chiusa in un convento. Suo figlio, Antonio Aymerich fu poi riammesso nel possesso del feudo di Sietefuentes, come pure nei loro possedimenti gli altri eredi dei condannati, perchè il governo si persuase che l’omicidio del marchese di Camarassa non fu un complotto di congiurati, ma procedette solamente da iracondia e vendetta privata. (Chi volesse approfondire l'argomento può consultare google alla voce don Silvestro Aymerich. Gli studi sull'argomento sono molteplici.)


A Villamar si può completare la visita contemplando i murales, alcuni bellissimi, che tappezzano i muri della cittadina. gli argomenti trattati da questi murales sono di tre tipi: politici, di tradizioni, decorativi.



Segnaliamo infine le due belle chiese di Villamar che sono state descritte in un precedente spot.




martedì 12 febbraio 2008

Artigianato a Flumini - Ceramiche


A Flumini, nella via delle Pandoree 27, traversa di via dell'Autonomia Regionale Sarda (un cartello indica: Massimo Boi Ceramiche artistiche), si trova la casa di abitazione ed il laboratorio in cui lavora il ceramista Massimo Boi. Nato a Carbonia nel 1958, ha frequentato la scuola d'Arte di Oristano fino al 1978 incominciando, poi, a lavorare con la cooperativa C.M.A., Ceramiche Maestri d'Arte, di Oristano fino al 1983, anno in cui si è trasferito a Quartu, prima a Margine Rosso e poi definitivamente a Flumini.

Oltre alla lavorazione della ceramica secondo i metodi tradizionali, Massimo Boi si è dedicato alla tecnica Raku (dal giapponese gioia di vivere) la cui peculiarità consiste nella libertà da qualsiasi vincolo e nella guida, da parte dell'artista, in tutte le trasformazioni del pezzo, durante e dopo la cottura, in modo da conferire a ciascun oggetto particolarità irripetibili. Massimo Boi espone annualmente in tutte le mostre specializzate e di settore, non solo in Italia, soprattutto Milano e Firenze, ma anche all'estero, Parigi e Francoforte, portando ovunque i colori e la vivacità della Sardegna. L'ultima occasione in cui ha avuto modo di presentare il suo ricco campionario è stato nel Gennaio di questo anno in occasione del MACEF a Milano.


Chi volesse mettersi in contatto con questo artista può telefonare al numero 070 807456.




lunedì 11 febbraio 2008

Il mare, incredibile fonte di ricchezza

Quello che segue è un passo tratto dal romanzo " I segreti del Presidente" (MEF L'autore libri Firenze - 2003) Autore Paolo Maccioni.


“Turismo. Noi vivremo fondamentalmente di turismo.” Rispose Chino convinto.” Accarezziamo l’idea di una nazione formata da Sardegna e Corsica. Accoglierà il turismo internazionale per tutto l’arco dell’anno e non soltanto nei mesi estivi. Sappiamo che d’estate rappresentano un paradiso per milioni di vacanzieri e di sportivi assettati soprattutto di mare. Durante l’arco delle altre stagioni, le nostre isole diventeranno un paradiso per milioni di pensionati europei americani e di tutto il mondo. Potranno trascorrere il loro tempo di riposo, attratti da miti primavere e inverni sopportabili.
Costruiremo un ponte o un viadotto che unirà le nostre due isole. Diventeremo un continente turistico internazionale gestito da pochi, privo di quelle strutture elefantiache che potrebbero farlo soccombere per eccesso di peso.
Si possono costituire consorzi tra albergatori, catene di hotel collegati, associazioni di guide turistiche. Itinerari precostituiti che portino i turisti da un capo all’altro delle due isole. Compagnie di trasporti integrati. Saranno completati i porticcioli e costruiti di nuovi. Le città costiere saranno rese più vicine con battelli che solcheranno i mari ininterrottamente, trasportando i turisti da un capo all’altro delle isole. Saranno integrati i viaggi in mare con le escursioni all’interno...Al fianco del turismo sorgeranno aziende e industrie connesse, alimentari, vinicole, conserviere… Si alleveranno modernamente greggi selezionate e mandrie che produrranno carni e latte di qualità. Non più pastorizia misera e assistita, ma produzione economicamente accettabile e del tutto concorrenziale. Poi industrie veliche, cantieri nautici per piccole imbarcazioni da diporto, e industria del divertimento. Locali, bar, ristoranti, casinò, teatri e ritrovi di tutti i generi.
Si tratta solo di organizzarci. Si tratta di unire le forze tra noi. Il mare sarà la capitale ideale di questa nuova nazione e sarà il simbolo che rappresenterà la nostra unione. Quello che ha costituito finora l’ostacolo maggiore allo sviluppo, la nostra insularità, diventerà invece la caratteristica vincente. I nostri uomini e le famiglie non saranno più costretti ad emigrare perché vi sarà abbondanza di lavoro per tutti. Incominceremo a vivere veramente il nostro primo Risorgimento. Quello che altre genti hanno vissuto in molte parti del mondo e che da noi invece hanno sempre soffocato.”

domenica 10 febbraio 2008

Scuola Italia In Vela


Le seguenti notizie sono state estratte dal sito della scuola http://www.scuolainvela.it/ :
"Chi siamo.
Istruttori qualificati guidati da Franco Ricci e dal famoso skipper Cino Ricci vi insegneranno a condurre una barca a vela in sicurezza, affiancando il tutto al piacere di una vacanza avvolta nello splendido paesaggio del Sud Sardegna. Farai parte di un vero equipaggio e contemporaneamente vivrai una nuova esperienza tra amici all’insegna del divertimento. "
La Scuola Italia in Vela è stata fondata da Franco Ricci. Nel sito sono indicate le tariffe e le condizioni per iniziare a praticare o a perfezionare questa meravigliosa disciplina atletica, che unisce la passione sportiva al piacere di andare per mare in piena libertà. Credo che specialmente in Sardegna, tutti dovrebbero imparare ad amare il mare, che è l'elemento che ci circonda e ci isola, ma è anche la nostra ricchezza. Nelle scuole, già dalle prime classi elementari, sarebbe cosa saggia insegnare i primi elementi di scienze marine.

L' indirizzo della scuola è il seguente:
Via Serchio, 139 Porto di Marina di Capitana, località S.Luria,Quartu Sant’Elena 09045 (CA).
da Giugno 2005Nuova Sezione TriVenetocon base a S.Giorgio di Nogaro (Udine)da Marzo 2006 Nuova Sezione Laziocon base a Lido di Ostiada Luglio 2006 Nuova Sezione Estiva Croatacon base sull’Isola di Brač (Spalato)

venerdì 8 febbraio 2008

L'altra faccia del Simbirizzi


Nella foto si vede lo stagno di Simbirizzi, ripreso da una strada sterrata che lo costeggia fino all'altezza del ristorante Pentagono, uno delle poche strutture ricettive che si affacciano sul lago, insieme al ristorante I ginepri. Per accedere a questa strada sterrata bisogna imboccare la ss.125 che parte dalla ss 554 e percorrere poche centinaia di metri per svoltare infine sulla destra, dove vi è come indicazione un semplice e piccolo cartello dell'agriturismo Simbirizzi, raggiungibile subito dopo sulla sinistra. Il percorso, nonostante le cattive condizioni della strada, meriterebbe una visita con eventuale discesa fino alle rive del lago, a curiosare tra la classica vegetazione degli stagni, dove è possibile incontrare anche qualche rara specie di volatile. L'Ente Flumendosa, che gestisce le acque del lago artificiale, non è, tuttavia, molto propenso a permetterlo. Ciò che però allontana decisamente chiunque abbia l'intenzione di provarci è la visione di quello che appare appena imboccata la strada sterrata. Le foto sono eloquenti e dimostrano la poca cultura turistica che in certi casi affiora con brutalità deturpando luoghi che meriterebbero ben altro rispetto. Il Comune di Quartucciu, al quale spetta la competenza territoriale, dovrebbe intervenire ma non lo fa o lo fa male. E' un vero peccato.

martedì 5 febbraio 2008

Escursioni da sogno a piedi o in fuoristrada


E' ciò che propone Serpeddì 4X4, l'organizzazione che opera da cinque anni soprattutto nel meridione della Sardegna, ma è attrezzata di tutto quanto serve per effettuare percorsi anche in altre zone della Sardegna e non solo. La sede è in Sinnai d'inverno e a Solanas d'estate. L'indirizzo telefonico è il seguente: 3391576666; il sito http://www.serpeddi4x4.com/; l'e-mail: info@serpeddi4X4.com. Le guide sono dotate di patente Ambientale Escursionistica regionale e patente GAE (Guida Ambientale Escursionistica) http://www.gae.it/.



Il suo giovane titolare, nell'illustrarci l'attività, ci ha segnalato tra gli altri un percorso trekking: la via dell'argento. Si tratta di un cammino di 11 Km., effettuabile in circa 4 ore, che si snoda dalle pendici di Burcei al monte Serpeddì fino alla miniera di Tacconis. Percorrendo un sentiero sulle rive di un ruscello, attraverso territori incontaminati, si incontrano ruderi di vecchie miniere. La difficoltà del percorso è legata quasi esclusivamente alle ore di marcia. I partecipanti sono accompagnati, dal punto di raduno a quello di partenza, in fuoristrada. Queste poi si fanno ritrovare al punto di arrivo dove gli autisti, nel frattempo, hanno acceso i fuochi per arrostire le carni del ristoro. Terminato il pranzo campestre si rientra in fuoristrada dalla parte della SS125. Gli orari consigliati, tenendo conto del tempo favorevole all'escursione è dalle 8 del mattino e si protrae fino alle diciassette del pomeriggio. Per gli appassionati di trekking è assicurata un' esperienza indimenticabile.

Il costo per persona di un percorso del genere è di € 35,00 a persona tutto compreso.
Con lo stesso costo per persona possono essere effettuati altri percorsi altrettanto meravigliosi per gli appassionati della natura in tutti i suoi risvolti.
Quello che però ha acceso maggiormente la nostra fantasia, come blog flumini, anche perchè ci è difficile marciare per undici chilometri a piedi, è un tour dei nuraghi, totalmente in fuoristrada, che contiamo di sperimentare quanto prima di persona.
Da Flumini si parte per Monte Paulis. Al valico della foresta di Minni Minni si svolta sulla sinistra in una zona dominata da foreste.





Un prima sosta è prevista al nuraghe S.Elena, conosciuto solo da pochi esperti ed inaccessibile ai più.


La seconda sosta è nei pressi della roccia denominata la sfinge, da dove è assicurata una visione mozzafiato su tutta la costa da Castiadas a Cagliari

Una terza sosta, nella quale si provvede ad accendere i fuochi per uno spuntino, dentro una grotta naturale che funge da sala da pranzo, nei pressi del nuraghe Montarbu, anche questo sconosciuto ai più e irraggiungibile se non con mezzi adeguati.

Il rientro è previsto dalla SS 125 dopo aver visitato la Tomba dei Giganti in territorio di Quartucciu.

L'itinerario completo viene effettuato in circa 8/9 ore.

Il costo di questa escursione è di € 40,00 a persona.



Prevediamo di organizzare un primo tour dei nuraghi entro il prossimo mese di Marzo, preferibilmente in un sabato, Le persone che desiderano partecipare sono pregate pertanto di comunicarcelo tempestivamente.

domenica 3 febbraio 2008

Chiesetta campestre Nostra Signora del Buoncammino

Ci si arriva con la strada che da Quartu porta a Flumini partendo dall'incrocio semaforico tra Pitz e' Serra e la SS 554 e percorrendo poco meno di un chilometro. Si procede poi per poche centinaia di metri su una strada sterrata e sulla sinistra si imbocca un piccolo viale di oleandri .




































































Nostra Signora del Buocammino, nota con il nome di Santa Maria di Simbirizzi, è stata edificata nel XIV° secolo. La chiesa viene modificata tra il 500 ed il 600 con l'aggiunta del protiro e della porta architravata con mensole decorate con rosoni dal gusto vagamente bizineggiante o protoromanico del tempo. La festa in onore di Santa Maria si celebra il 15 Ottobre.

Le fotografie mostrano in sequenza: la facciata della chiesa - la vista sullo stagno di Simbirizzi - la costruzione sul retro della chiesa - un loggiato che ricorda le cumbessie di chiese maggiori - il degrado intorno - la vista sullo stagno, tra eucaliptus e reti metalliche - una delle tre decorazioni sull'architrave della porta - il vialetto di ingresso.

Purtroppo la chiesa non si può visitare se non in occasione della festa di Ottobre e in qualche altra sporadica e incerta occasione. La rete metallica dell'Ente Flumendosa recinge lo stagno come una proprietà militarizzata rendendolo inaccessibile. Come anche le foto dimostrano il tutto è in uno stato di abbandono. Le macerie derivanti da residui di costruzioni che intorno pullulano, rendono il luogo poco accogliente per non dire peggio.

Sarebbe auspicabile trovare il sistema perchè qualcuno tenga pulito il posto e aperta la chiesa, magari ricevendone in cambio la possibilità di utilizzare la costruzione sul retro come punto vendita di qualche gadget turistico commerciale o altro. Se si ovviassero agli inconvenienti derivanti dall'incuria e dall'abbandono tutti potrebbero veramente apprezzare un sito interessante e piacevole da visitare oltre ad ammirare un panorama suggestivo sul Simbirizzi che si gode da quel punto.

venerdì 1 febbraio 2008

Stagno di Simbirizzi

Tra il Comune di Quartucciu, di Quartu e il territorio di Flumini, in una conca naturale circondata da colline, si trova lo stagno di Simbirizzi. L’ambiente è estremamente degradato dalla presenza di discariche abusive diffuse in tutta l’area. In questo bacino si dovrebbe intervenire con la riqualificazione delle aree depresse sia per migliorare notevolmente la funzionalità del corso d’acqua del rio Foxi, altamente sporco e maleodorante e che in parte scarica sullo stagno, sia al fine di favorire la nidificazione e la presenza in genere di numerose specie di uccelli, che sarebbe notevolmente favorita dalla vicinanza dello stagno di Molentargius (Bellarosa minore – Quartu Sant’Elena) importantissima zona Ramsar.

Foto di luky luke (Flickr)


Riportiamo qui di seguito il resoconto di una escursione in mountain bike organizzata dalla associazione SARDINIA MOUNTAIN BIKE
via Barletta, 35
09045 Quartu S.Elena CA
Fax +39 1782245140
Tel +39 3286115596
info@sardiniamountainbike.com

La base di partenza è uno dei nostri ritrovi abituali delle uscite settimanali (Gas Auto nella vecchia SS125). Dirigendoci in direzione della Stagno di SIMBIRIZZI, dopo (0,2 km) si svolta a destra in Via B.Onnis, e al km 0,7 incrociamo la "strada comunale PARDINIXEDDU. Proseguendo in direzione nord dopo 500 mt appare sotto i nostri occhi lo Stagno di Simbirizzi, oggi trasformato in bacino idrico. La sterrata prosegue sulla destra percorrendo il periplo dell'invaso in senso antiorario. Giunti al km 2,3 sulla destra sono visibili una parte della “linea di capisaldi facenti parte del sistemazione difensiva antisbarco costruiti durante la seconda guerra mondiale. Passando oltre al km 3,5 troviamo la chiesetta campestre dedicata alla "Madonna del Buon Cammino" edificata nel XIV secolo sui ruderi dello scomparso villaggio di Simbilis. Dopo aver percorso 400 mt di una piccola discesa deviamo a sinistra, continuando a percorrere il perimetro dell'invaso fino ad incrociare il viale "Lungolago Simbirizzi" all'altezza del ristorante pizzeria "Il Pentagono" km 4,9. Continuiamo a costeggiare il lago quando al km 6,2 incontriamo i resti della vecchia SS125, svoltiamo a sinistra e dopo averne percorso 200 metri svoltiamo a destra in una sterrata sino a giungere alla SP94 al km 8,2. Al bivio svolteremo a sinistra e dopo aver percorso 150 mt , lasciando a destra l'agriturismo "Simbirizzi" imboccheremo una sterrata che ci porterà alla via "vecchia SS125", siamo al km 9,8. A questo punto appena 600 metri di discesa ci separano dalla nostra base di partenza!!
CAPOSALDO XIV
Sin dai primi progetti di sistemazione difensiva antisbarco, posti in opera nel 1941, la fascia costiera ed il retroterra della zona compresa fra Torre Is Mortorius ed il Margine Rosso della spiaggia di Quartu rivestirono una particolare importanza per i pianificatori del Regio Esercito Italiano. La postazione 48 faceva parte dal caposaldo XIV, sistema difensivo antisbarco.






Chiesa NS. SIGNORA DEL BUONCAMMINO
La chiesa dedicata alla Madonna del Buon Cammino è situata ad est di Quartu in prossimità dello stagno di Simbirizzi ed è stata presumibilmente costruita sui ruderi dello scomparso villaggio di Simbilis, nel XIV secolo. In questa zona sono state individuate alcune tombe a pozzetto che hanno riportato qualche suppellettile funerario risalenti al periodo Eneolitico