mercoledì 28 maggio 2014

Tramvie della sardegna

Un grande successo ha incontrato il "reportage" preciso, ricco di dati e di cifre.di illustrazioni e di commenti che il dottor Carlo Corda ha svolto l'otto maggio 2014 nella Biblioteca Comunale di Flumini.

Le Tranvie della Sardegna  furono attive a Cagliari e nel Campidano dal  1893 al 1973. La rete tranviaria ha avuto varie modifiche nel corso degli anni, ma coloro che hanno una certa età  e  l’hanno utilizzata,  ricordano due linee, quella che collegava Cagliari al Poetto e l’altra che invece univa il capoluogo  ai paesi del Campidano, passando per Pirri, Monserrato, Selargius, Quartucciu e infine Quartu, con la stazione terminale  in via Brigata Sassari dove oggi vi sono ancora i capolinea di filobus e autobus.  Chi abitava in uno di quei paesi in cui passava il tram,  ricorda molto bene quel mezzo di trasporto, con due o tre vagoni oltre la motrice, con cui si raggiungeva la città per motivi di studio, o per lavoro, o anche per comprare  al mercato del Largo Carlo Felice, quando ancora questo non era stato soppresso per far posto agli attuali istituti bancari. 
Il dott.Carlo Corda presenta la sua relazione sulle tramvie di Cagliri e Campidano
un'altra immagine di Crlo Corda mentre illustra il suo lavoro

Una parte delle persone interessate alla visione del reportage

Altre persone presenti alla conferenza

Un primo piano del dottor Carlo Corda.  medico e scrittore autore del libro “Loro parlano con i tacchini”,  e di altri racconti che hanno avuto successo in vari concorsi ai quali Carlo Corda ha partecipato.



domenica 25 maggio 2014

Sa die de sa Sardegna

A Flumini non molti sono accorsi alla manifestazione indetta dalla Associazine culturale Itamicontas il 15 maggio 2014 e sostanzialmente voluta e organizzata da dottor Giulio Solinas di cui diverse volte abbiamo parlato in questo blog. Giulio Solinas ha scritto un minidramma in lingua sarda che rievoca la fiammata d'orgoglio dei sardi che si manifestò con la cacciata dei piemontesi il 28 aprile 1794. Il minidramma è accompagnato da un inno anche esso scritto e musicato da Giulio Solinas.

Giulio Solinas e Carlo Corda interpretano il mini dramma 
MINIDRAMMA (Sa die de sa Sardigna) di Giulio Solinas
Vicerè Bailo Balbiano  Sò dal mio generale d'armi La Flechere che i “molenti sardi” ribelli, l 'avvocato Cabras e quel poetastro di suo genero “Pintoreddu”, arrestati, sono al sicuro nella torre di San Pancrazio. Anche se l’Arcivescovo Melano non l 'abbia approvato, io ho il dovere di difendere e tutelare il mio re.
 Voce fuori campo Is de Biddanoa e is de sa Marina, ant’abbruxau e abértu su portali de sa Turri de s'elefanti! A izzerrius e scupettadas, a trebuzzus e furconis sunt arziendi conc'a su palaziu; anti disarmau is concas de imbudu piemontesus! Aterus sunt intrendi de Porta Cristina!
Paolo Maccioni ha interpretato la parte del Vicere Bailo Balbiano
Vincenzo Salis Est necessariu ch'is de sa Marina arribint a Santu Francau po liberai cantu prima a s 'abogau Bissenti Cabras e a Pintoreddu.
Gironi Pitzolo -Deu ap'a provvidiri ch’is patriotus nostus cumenzini “s’acciappa” de tót'is piemoniesus poita, intre militaris e impleaus, sciu chi sunti prus de 500 e po tanti oi depint essi pinnigaus e firmaus in is guventus de Santu Miali, de Santa Rosalia, de Santu Dominigu e in su  collegiu de is Iscolas Pias. Cras a mengianéddu depint essiri in su pórtu prontus po s'imbarcu, impari a su Visurei e a tótu sa cambarada de is basapeis suus.

Vincenzo Salis-Apu fattu bloccai in su pórtu sa navi polacca veneta, sa ragusea e sa spanniola. Creu deu puru chi no abbastint poita, po tótu cussa marmaglia de ghettai a mari, 'nci serbint assumancu cincu navis.
Ancora Giulio Solinas nella parte di Gironi Pitzolo e Carlo Corda nella voce fuori campo
Voce fuori campo- Anti liberau a s 'abogau Cabras e a su gennuru. Sunti benendi conc'a su palaziu impari a una truba manna de  patriotus chi, cantendi e sparendi po su préxu, sunt` izzerriendi: vittoria, vittoria, libertadi, libertadi,foras is piemantesus, is piemòntesus a mari!
Coro- Vittoria, vittoria, libertadi, foras is piemontesus, is piemontesus a mari!
Vocefuori campo-   Su Visurei s’est aflacciau in sa ventana po fueddai.

Vicerè Bailo Balbiano - Attenzione! I prigionieri sono stati liberati e pertanto non vi è motivo che questa gazzarra si protragga oltre! Via tutti a casa! O farò sgomberare con la forza dalle guardie svizzere! Via! Via tutti a casa!
Coro -  Via nosus? Via tui! Nosus seus in dómu nosta! Tui via! A mari! Torranci a dómu tua, cun tótus is piemontesus prepotentis! A mari! A mari!
Vincenzo Salis- Cras, a s'orbescidróxu, feisì agatai in is guventus undi eis accorrau is piemontesus po s'aggiudai a 'nc’ iddus accumpangiai a su portu.

L'ultimo a destre, Carmelo Atzeni, nella parte di Vincenzo SulisAggiungi didascalia
Gironi Pitzolo - Bona genti, uneisì a pari cun is patriotus e aggiudaiddus in “s'acciappa” de is piemontesus po chi de issus 'ndi sparessat fìnzas su fragu! Su Rei s’at negau cantu dimandau po tenni sa libertadi che tenemus cun is Ispanniolus e po tanti, no reconoscendiddi prus s'autoridadi, Sa Régia Udienzia,  de oi, at giai pigau su poderi de si guvernai. Su Visurei Balbianu, cras a sònu ‘e córru dd’èus accumpangiai a s’imbarcai cun sa truba de is piemontesus. Finalmenti torraus a tenni Sa libertadi ch’is Savoias s'ind’anti furau! Viva sa Sardigna! Viva sa libertadi!
Coro- Viva sa Sardigna! Viva sa libertadi!




Antonio Cogoni ha accompagnato con la chitarra  l'inno cantato da Francesca  Serra

Inno “Sa dì de sa Sardigna”
Rirornello
O Sardigna mia basada
De  su solii mari e luna,
tengas tui bona fortuna
de su strangiu respettada.
I
Sa Sardigna regalada
A Savoia prepotenti
Ma oì sa sarda genti
De sei s’est liberada
Rit. O Sardigna.. respettada
II
Prima desa spanniola,
pustis  de sa piemontesa,
genti prena de malesa
no as poziu binci a sola,
Rit. O Sardigna.. respettada
III
Immoi s’or’ est arribada
da si depì furriai,
a mari de ‘nci ghettai
custa genti attaglionada
Ritornello
O Sardigna mia basada
de su soli mari e luna,
tengas tui bona fortuna
de su strangiu respettada











martedì 6 maggio 2014

Antonio Pacinotti


Nel museo di Fisica di Cagliari, alla cui visita hanno partecipato diversi soci della Associazione culturale Itamicontas, organizzatrice dell'evento, oltre a tutte le altre apparecchiature esposte spicca la invenzione di Antonio Pacinotti. Per chi, come me, conosceva Antonio Pacinotti solamente perché a lui è intitolato il liceo scientifico di Cagliari è stato interessante scoprire l’uomo e la  storia della sua più importante invenzione.
foto di Antonio Pacinotti
La riporto qui di seguito così come l’ho trovata scritta su internet in vari articoli tutti corrispondenti e che è documentata nel Museo con una lettera esposta al pubblico, nel reparto dove si trova anche la sua invenzione.
In questa lettera  Pacinotti spiega come avvenne il fatto

La macchinetta inventata da Pacinotti riveste un’enorme importanza perché segna l’inizio dello sfruttamento a livello industriale dell’energia elettrica: funziona sia come motore a corrente continua, sia come dinamo.
A contendersi la paternità sono stati in due, Antonio Pacinotti e Zenobio Gramme.
Le cose andarono in questo modo: in occasione della visita alla fabbrica Froment, in Francia, Pacinotti si trovò a discutere con i responsabili della fabbrica "sulla possibile utilizzazione dell’elettricità come forza motrice”, questione che la Casa Froment studiava da vari anni senza però riuscire ad ottenere nessun risultato industrialmente pratico. Pacinotti riteneva di aver trovato la via per produrre industrialmente la sua macchina e non pensò alla possibilità che le persone con le quali parlava potessero approfittare della sua ingenuità. Invece nel 1871, Pacinotti apprese che in una seduta dell’Accademia di Scienze di Parigi era stata presentata una macchina dinamo elettrica a corrente continua dovuta al signor Zenobio Gramme, e la descrizione dell’apparecchio corrispondeva esattamente a quella sua, peraltro già pubblicata in qualche rivista scientifica.
Anello di Pacinotti

Inutili furono la lettera immediatamente scritta all’Accademia e le innumerevole proteste  in più occasioni per rivendicare i suoi diritti. In Francia l'invenzione della dinamo venne attribuita a Zenobe Gramme con un brevetto del 1869. L'invenzione di Pacinotti ( detta anello di Pacinotti) fu considerata solo un prototipo al quale il francese avrebbe apportato notevoli variazioni.
Fatto sta che nel 1870 l'accoppiamento della dinamo alla turbina idraulica diede impulso e avvio alla produzione commerciale di energia elettrica con tutti i vantaggi ad essa connessi per il suo inventore riconosciuto e cioè Zenobe Gramme.

A Pacinotti rimase, purtroppo per lui, la sola gloria per l’invenzione del prototipo e di ciò pare che ne abbia fatto, come è comprensibile, una vera e propria malattia, nonostante i riconoscimenti ufficiali successivi da parte delle autorità scientifiche e civili. Tra l'altro fu nominato senatore .

Pacinotti a Cagliari

Di Antonio Pacinotti a Cagliari vi sono molti riscontri che indicano tutte le opere compiute o iniziate nei sette anni di sua permanenza in Sardegna 

Ecco quanto rileviamo dal periodico on line "Percorsi elettrici": 



Sullo sfondo si notano la macchina a gomitolo e la Torre dell'Elefante. Il progetto grafico è un lavoro di Alessandro De Rubeis, il disegno è stato realizzato da L. Garau.

A 32 anni Antonio Pacinotti venne nominato Professore ordinario di fisica sperimentale e Direttore del relativo gabinetto all'Università di Cagliari A Cagliari lo scienziato fu fortemente ostacolato da “la mancanza completa o la insufficienza della maggior parte degli strumenti necessari ad un corso sperimentale di fisica” (Lettera inviata nel 1873 al Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Scialoja). In una lettera indirizzata nel 1874 all'Ingegner Oreste Lattes aggiunge: “Ora mi trovo alla Università di Cagliari così sprovvisto di mezzi che non vedo come poter realizzare il molto che manca alla incominciata costruzione”.  Per tale ragione lo scienziato chiese di esser sostituito da un supplente per poter tornare a Bologna. Tuttavia la richiesta non fu accolta e dovette rimanere nella città, abitando nel quartiere di Castello. Malgrado la insufficienza dei mezzi a disposizione, riuscì tuttavia a portare a compimento alcune costruzioni importanti  e realizzare diversi  progetti.

Nel Duomo di Cagliari, il 29 Aprile del 1882, celebrò le proprie nozze con Maria Grazia Sequi alla presenza dei testimoni prof. Giuseppe Missaghi di Piacenza e del cavaliere Faustino Cannas di Iglesias, rispettivamente Direttore dell'Istituto Chimico dell'Università di Cagliari e responsabile della Facoltà di Medicina. Dopo il viaggio di nozze Pacinotti si trasferì definitivamente a Pisa, abbandonando per sempre la città.

domenica 4 maggio 2014

Visita di Itamicontas al museo di Fisica di Sardegna


Recentemente Itamicontas, associazione culturale che opera nel territorio di Flumini e che si occupa di cultura in tutte le sue espressioni, con un gruppo di cui soci ha visitato il museo di fisica di Cagliari. Il gruppo si è dato appuntamento nella Cittadella Universitaria di Sestu ed è stata accolta dal suo direttore responsabile prof. Guido Pegna che lo ha accompagnato illustrando i cimeli e le macchine che vengono utilizzate per svariate prove e che sono inerenti alla conoscenza della materia di questo pianeta e non solo.
Il pendolo di Foucault. Si tratta del grande pendolo sferico (un cavo di oltre 60 m al quale era attaccata una sfera di 28 kg) che fu appeso nel 1851 da Léon Foucault (1819-68) alla cupola del Panthéon di Parigi, per dimostrare con un esperimento l’esistenza della rotazione terrestre. Se infatti la Terra fosse ferma, il pendolo dovrebbe tracciare un’unica linea sul pavimento coperto di sabbia . Nel corso dell’esperimento, il fisico lasciò oscillare il pendolo e vide che disegnava delle linee sotto di esso. Poiché il piano di oscillazione libera di un pendolo non cambia nel tempo, le linee stavano a indicare che era il terreno sottostante a muoversi. (wikipedia)

Non desideriamo entrare in questa sede nel dettaglio delle apparecchiature che fanno bella mostra di se in apposite teche o semplici pannelli di esposizione e che riguardano i più svariati congegni per misurare, valutare, descrivere l’universo fisico sul quale noi viviamo come la luce e la sua velocità, il percorso del suono, la fabbrica dei fulmini e tante altre cosucce che fanno pensare alla stregoneria e all'irreale, ma sono invece invenzioni umane che niente hanno di  ultra terreno. Quello che ci preme rilevare qui è la totale disponibilità del museo a porsi a disposizione dei suoi visitatori e l’interesse, anche per i non esperti della materia, che il suo direttore Prof. Guido Pegna, riesce a trasfondere negli ascoltatori facendo si che la visita diventi qualche cosa di utile e divertente assieme, adatta non solo per le persone già mature ma anche per i molto giovani che potranno avvicinarsi così ai fenomeni che questo nostro mondo ci riserva in continuazione non finendo mai di stupirci.
Il professor Guido Pegna intrattiene il gruppo Itamicontas nel suo laboratorio