Eboli è situata a trenta chilometri circa dai monumenti di Poestum ( Capaccio) |
Mite e lavoratrice. Frugale e riparmiatrice. Semplice e cordiale ma diffidente. Il ritmo delle stagioni ne scandisce il tempo e paesaggi agresti ne delineano gli spazi abitativi.
La civiltà contadina lucana riflette l’immagine di un uomo legato alla terra e ai suoi frutti, a tradizioni, feste, sagre e riti religiosi da scoprire seguendo un itinerario che passa, attraverso i secoli, per i sentieri della storia e della letteratura, della musica popolare, della cucina tipica.
Una “civiltà delle mani” che genera una cultura basata su antichi mestieri tramandati di padre in figlio, sull’artigianato e connotata dalla ruralità e da gerarchie sociali che vedevano ben distinti pochi e potenti nobili, una classe intermedia e la massa popolare.
Volti e voci, valori e modelli di comportamento, a partire dagli anni ‘60, assumono connotazioni diverse rendendo questa terra affascinante nella sua capacità di assimilare ideali di modernità, nell’intento riuscito di armonizzarli con le risorse locali.
A circa trenta chilometri da Eboli sorgono imponenti i templi e le rovine leggendarie dell'antica Poseidonia, fondata dai greci intorno al 600 a.C., così chiamata da Poseidone, o Nettuno, dio del mare, al quale la città era stata dedicata. Tra il 400 e il 273 avanti C. fu occupata dalla popolazione italica dei lucani.
Nel 273 divenne colonia romana col nome di Paestum. Dall'impianto primitivo sul fiume Silaros ( Sele) sviluppò il porto marittimo e fluviale della città e presso di esso sorse il Tempio di Era Argiva, che diventò presto uno dei più grandi e venerati santuari dell'Italia antica.La fine dell’Impero Romano coincise grosso modo con la fine della città. Verso il 500 E.V., infatti, in seguito ad un’epidemia di malaria, aggravata dall'insalubrità del territorio, gli abitanti gradualmente abbandonarono la città.
La riscoperta di Paestum risale al 1762, quando fu costruita la strada moderna che l’attraversa tuttora.
Situata nella parte più orientale del golfo di Salerno (ant. golfo Poseidoniate) a 10 Km dalla foce del fiume Sele (ant. Silaros), nel territorio della Lucania e al confine settentrionale della regione che nel sec. IV a.C. si usò chiamare Magna Grecia, e fu una delle più ricche e fiorenti colonie greche dell'Italia meridionale lungo la costa occidentale del Tirreno.
A Eboli vive e lavora Giuseppe Barra
Giuseppe Barra mentre è al lavoro nel suo studio |
Giuseppe Barra (a sinistra) con Paolo Maccioni. Al centro l'assistente di G: Barra. |
Il Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio” inaugura la nascita di tre
collane, con obiettivi e veste grafica completamente nuovi.Con le nuove collane l’editore “Il Saggio”, forte della sua consolidata
esperienza nel campo dell’editoria e della cultura, si pone l’obiettivo di
entrare a pieno titolo nel mondo della piccola e media editoria nazionale,
con titoli meritevoli, frutto di una appassionata ricerca fra gli autori
emergenti di tutto il territorio nazionale ed internazionale.
Descrizione delle collane:
ARS POETICA: collana di poesia. Poesia che predilige un discorso di
sperimentazione linguistica e al tempo stesso comunichi un’idea di mondo mai
scontata.
ARS NARRANDI: Collana di romanzi e racconti. Storie di questo mondo. E di
altri.
BENJAMIN: collana di saggistica. Saggi di letteratura, teatro, cinema,
musica, arte, storia, linguistica, filosofia, sociologia, attualità. Si
prendono in considerazione anche tesi di laurea. La collana si propone di
offrire materiali di studio ed approfondimento per esperti e non solo.
La copertina di un numero della rivista Il Saggio |
Paolo Maccioni
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