martedì 10 maggio 2011

Paolo Maccioni ( ma non sono io )

Buenos Aires troppo tardi di Paolo Maccioni ( mio omonimo)


Leggendo questo libro di Paolo Maccioni, il lettore si trova immerso in una Buenos Aires e una Argentina  inserite in una realtà storica turbolenta. Episodi di circa trent'anni fa rivivono nella narrazione con tutta la loro brutalità, raccontati da diversi personaggi che emergono dai bar, dai negozi, dalle librerie, da tutta quella complessa e pittoresca città che Paolo Maccioni sa ben illustrare con la sua prosa asciutta e piacevole. 
In questo universo marcio, dove sono continui  i riferimenti allo scrittore e combattente Rodolfo Walsch e suoi pseudonimi, il protagonista della vicenda, Eugenio Santucci, che già conosceva Buenos Aires, sebbene sotto altri aspetti, si immerge fino al collo a causa della sua attività che appunto è quella di sollecitare tali ricordi per poi poterli utilizzare per fini editoriali.
Nell’espletare questo compito che svolge attraverso una serie di ricerche culturali, in parte volute, in parte casuali o emergenti anche da fantasiose elaborazioni gastronomiche, scopre alla fine che ciò che allora poteva farsi per evitare le orribili devastazioni morali e materiali alle quali ha portato il terrore e la dittatura, non è stato fatto e non potrà più essere fatto.
Nasce in lui uno stato di depressione lenito in parte dal sentimento senza sbocco nei confronti di una donna  che, per lui, è stata anche una specie di nume tutelare.
Il libro lascia la bocca amara e una gran voglia di conoscere maggiormente le vicissitudini di quel torbido  periodo. Segnale inconfondibile della bravura dell’autore.  (p.m.) 


Questi sono ambedue Paolo Maccioni.
A sinistra  l'autore di Buenos Aires troppo tardi
A destra il sottoscritto  estensore delle note 





1 commento:

  1. Grazie, grazie davvero per le belle parole sul mio libro...
    A Paolo Maccioni un grazie ed un abbraccio da Paolo Maccioni!!

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