Il paese è celebre non solo per le sue bellezze naturali e per i suoi boschi ricchi di acque cristalline, ma soprattutto per l'amenità dei suoi campi coltivati e per la prelibatezza dei frutti. Antoine-Claude Pasquin, il Valery del "Voyage en Corse, à l'ile d'Elbe, et en Sardaigne" del 1837, scrive di Villacidro e delle sue "valli rinfrescate dai molti ruscelli e coltivate ad alberi da frutta (che) ne fanno un luogo tra i più piacevoli e salubri dell'isola" e del "giardino" dei "vescovi di Ales" che abbonda di aranci una grandezza straordinaria" e dei "giardini di Villascema, una foresta di alberi da frutta e soprattutto di ciliegi che forniscono ciliegie ai mercati di Cagliari e del Campidano".
Gabriele D'Annunzio scrisse dei "boschi d'aranci" di Villacidro e celebrò l'abbondanza delle sue acque col famoso sonetto dedicato alla cascata "Sa Spendula", sonetto che compose, probabilmente non da solo, in occasione della sua visita al paese in compagnia di Cesare Pascarella e di Edoardo Scarfoglio.
I tre "turisti" ammirarono l'incantevole cascata in compagnia di alcuni amici villacidresi, tra i quali il prof. Giuseppe Todde, che li guidarono nella scampagnata primaverile alla "spendula" di Seddanus, il 17 maggio del 1882.
Un altro viaggiatore d'eccezione, Michele Prisco, nel suo libro di memorie, "Il cuore della vita", riserva più di due pagine a Villacidro, scrivendo, tra l'altro, "la Spendula meritava una poesia, e poi qualcosa, nel paesaggio, ricorda i monti d'Abruzzo e forse un'ancestrale emozione dovette ispirare D'Annunzio quando ci venne".
Gabriele D'Annunzio scrisse dei "boschi d'aranci" di Villacidro e celebrò l'abbondanza delle sue acque col famoso sonetto dedicato alla cascata "Sa Spendula", sonetto che compose, probabilmente non da solo, in occasione della sua visita al paese in compagnia di Cesare Pascarella e di Edoardo Scarfoglio.
I tre "turisti" ammirarono l'incantevole cascata in compagnia di alcuni amici villacidresi, tra i quali il prof. Giuseppe Todde, che li guidarono nella scampagnata primaverile alla "spendula" di Seddanus, il 17 maggio del 1882.
Un altro viaggiatore d'eccezione, Michele Prisco, nel suo libro di memorie, "Il cuore della vita", riserva più di due pagine a Villacidro, scrivendo, tra l'altro, "la Spendula meritava una poesia, e poi qualcosa, nel paesaggio, ricorda i monti d'Abruzzo e forse un'ancestrale emozione dovette ispirare D'Annunzio quando ci venne".
Nella cittadina è ambientato il romanzo Paese d'ombre, il capolavoro di Giuseppe Dessì, e qui si svolge, ad opera della Fondazione Dessì, il Premio Letterario Nazionale Giuseppe Dessì.
Oltre che per le ciliege e le arance, il paese è famoso anche per i suoi splendidi dintorni ricchi d'acqua e di foreste.
Oltre che per le ciliege e le arance, il paese è famoso anche per i suoi splendidi dintorni ricchi d'acqua e di foreste.
Nella foto la piazza Zampillo e, di fronte in fondo, la sede del Café Letterario dove si svolgono spesso incontri letterari. Qui a lato è rappresentato invece il Lavatorio, unica testimonianza superstite di un complesso di opere pubbliche, voluto dall'amministrazione comunale sul finire dell'Ottocento e iniziato con la sistemazione e l'imbrigliamento del rio Fluminera.
Cliccando su Farmamuseo , farete una visita virtuale al museo " Sa potecaria", raccolta di arredi, utensili e strumenti attinenti l’arte sanitaria in generale e quella farmaceutica più in particolare.
Via Roma, 17 - 09039 Villacidro (CA)Telefono: 070-932017; Fax:070-9310149
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Via Roma, 17 - 09039 Villacidro (CA)Telefono: 070-932017; Fax:070-9310149
Ciao Paolo Maccioni, nel tuo bel Blog ho trovato un errore, là dove le donne lavavano i panni a Villacidro, si chiama Lavatoio non lavatorio. Ciao
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