Apprendiamo, infatti, che la direzione del Parco Molentargius (nella foto: la palazzina della direzione) ha deciso di chiudere il libero accesso al pubblico, che pure era limitato solo ad alcune zone ed in determinati orari, fino a data da stabilirsi. La chiusura avviene all'inizio o quasi della stagione turistica, quando tutti gli sforzi di chi è preposto allo sviluppo di questo settore, sono o dovrebbero essere concentrati ad ottenerne il successo.
Ciò che sembra inverosimile è la motivazione: uno o più branchi di cani randagi la fanno da padroni nel parco mettendo a serio rischio l'incolumità dei visitatori oltre quella delle specie protette. Ciò che rende quasi inverosimile l'intera faccenda è che i comuni di Cagliari, Quartu, Quartucciu e Selargius, insieme, non siano ancora riusciti a trovare il modo (leggi soldi) per combattere questi branchi selvaggi e renderli innocui. Il problema dei cani non è infatti nuovo.
Ciò che sembra inverosimile è la motivazione: uno o più branchi di cani randagi la fanno da padroni nel parco mettendo a serio rischio l'incolumità dei visitatori oltre quella delle specie protette. Ciò che rende quasi inverosimile l'intera faccenda è che i comuni di Cagliari, Quartu, Quartucciu e Selargius, insieme, non siano ancora riusciti a trovare il modo (leggi soldi) per combattere questi branchi selvaggi e renderli innocui. Il problema dei cani non è infatti nuovo.
Certamente, la crisi mondiale che si aggiunge a quella atavica della Sardegna, rende necessarie economie, ma la paura è che a farne le spese sia soprattutto un settore come il turismo che può avere un ruolo trainante per l'economia di tutta la Sardegna e, quindi, per la risoluzione delle sue crisi.
La speranza è che gli amministratori del parco facciano di tutto per risolvere definitivamente e al più presto il problema in modo che, residenti e non, possano riottenere la fruibilità di un gioiello della natura.
La speranza è che gli amministratori del parco facciano di tutto per risolvere definitivamente e al più presto il problema in modo che, residenti e non, possano riottenere la fruibilità di un gioiello della natura.
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