Colui che viaggia d’inverno per affari è costretto talvolta a fermarsi in albergo anche la domenica, provando per quel giorno di riposo un senso di fastidio che gli deriva dal non sapere come passare la giornata se non continuando a lavorare. Suo malgrado fa una sintesi del lavoro svolto durante la settimana passata e programma quello futuro.
Questo avviene soprattutto nelle grandi città del nord in cui si concentrano gli affari di mezza Italia. In quella giornata non c’è desiderio d'altro e, normalmente, il tempo non invoglia ad uscire alla scoperta di luoghi sconosciuti.
Ma fortunatamente non sempre è così, e specialmente quì da noi, con qualunque tempo e approfittando anche solo di una mezza giornata si possono godere delle ore che trasportano, come per magia, fuori dalla realtà quotidiana.
Così a Cagliari, il viaggiatore,in qualunque albergo si trovi in città o nel suo circondario, dopo aver fatto colazione, può decidere di farsi trasportare nella parte più alta del Castello.
Qui la vista spazia sull’intrico disseminarsi di tetti. Dal colle più alto e più antico, sovrastato da cupole, palazzi e torrioni si distendono fino al mare. Il promontorio “La sella del diavolo” si staglia tra cumuli di sale biancheggianti, ammonticchiati nello stagno in cui hanno preso dimora fenicotteri e altre specie di volatili. Lo sguardo oltrepassa il porto trafficato da grosse navi commerciali, i moli e le imbarcazioni sulle quali sembrano giocare i gabbiani. Arriva fino alla piana dove le nuvole biancastre dei fumaioli delle raffinerie fanno contrasto con i monti celesti che riflettono i colori del mare e del cielo. Dall’altra parte le creste dei “Sette fratelli” delimitano la vasta distesa del Campidano. Ogni tanto, le precise volute di qualche volo d’uccelli attraggono lo sguardo.
Si prova un’intima gioia osservare i residui delle vecchie mura che in passato cingevano la città. Nel sapore dolce delle immagini s’indovina la vita antica di una volta.
(Liberamente estratto dal romanzo: “I segreti del presidente”di Paolo Maccioni)
Così a Cagliari, il viaggiatore,in qualunque albergo si trovi in città o nel suo circondario, dopo aver fatto colazione, può decidere di farsi trasportare nella parte più alta del Castello.
Qui la vista spazia sull’intrico disseminarsi di tetti. Dal colle più alto e più antico, sovrastato da cupole, palazzi e torrioni si distendono fino al mare. Il promontorio “La sella del diavolo” si staglia tra cumuli di sale biancheggianti, ammonticchiati nello stagno in cui hanno preso dimora fenicotteri e altre specie di volatili. Lo sguardo oltrepassa il porto trafficato da grosse navi commerciali, i moli e le imbarcazioni sulle quali sembrano giocare i gabbiani. Arriva fino alla piana dove le nuvole biancastre dei fumaioli delle raffinerie fanno contrasto con i monti celesti che riflettono i colori del mare e del cielo. Dall’altra parte le creste dei “Sette fratelli” delimitano la vasta distesa del Campidano. Ogni tanto, le precise volute di qualche volo d’uccelli attraggono lo sguardo.
Si prova un’intima gioia osservare i residui delle vecchie mura che in passato cingevano la città. Nel sapore dolce delle immagini s’indovina la vita antica di una volta.
(Liberamente estratto dal romanzo: “I segreti del presidente”di Paolo Maccioni)
Poi il viaggiatore, diventato ormai turista, scende lentamente le viuzze che portano al Bastione di Saint Remy, percorre la via Università, attraversa l’arco sotto la Torre degli Elefanti e si inoltra nella via Santa Croce e quelle attigue che lo costringono a tenere il naso per aria per intravedere una fetta di cielo, altrimenti nascosta alla vista dalle strettoie dei palazzi.
Si è fatto tardi e lo stomaco reclama i suoi diritti. In quell’ambiente troverà sicuro appagamento ai suoi desideri, non mancano i locali. Rientrerà più tardi in albergo con ancora negli occhi la vista delle vie anguste, dei porticati, delle chiese, del golfo, del porto , soddisfatto e con la testa piena di tanti interrogativi.
Incantato dalla magia di Cagliari.
Si è fatto tardi e lo stomaco reclama i suoi diritti. In quell’ambiente troverà sicuro appagamento ai suoi desideri, non mancano i locali. Rientrerà più tardi in albergo con ancora negli occhi la vista delle vie anguste, dei porticati, delle chiese, del golfo, del porto , soddisfatto e con la testa piena di tanti interrogativi.
Incantato dalla magia di Cagliari.
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