Una meta interessante è, nel campidano di Cagliari, l'antica villa di Sorres, o più comunemente Villasor, dove si può visitare il famoso castello Siviller o casa forte degli Alagon, e immergersi nella sua storia.
Nella visita al castello siamo stati accolti dalla gentile bibliotecaria, signora Licia Abis, che ci ha illustrato a grandi linee le origine, gli scopi e le caratteristiche di questo monumento che rappresenta anche la nascita della moderna Villasor. Il castello fu voluto e fatto costruire dal cagliaritano Giovanni Siviller, a cui Alfonso d’ Aragona il 27 ottobre del 1414 diede in feudo la spopolata villa di Sorres (Villasor). L’ anno successivo Pietro III Spinola Arcivescovo di Cagliari gli fece concessione di costruire, sulla distrutta parrocchiale di S. Maria, una fortezza, comprendente una serie di edifici che nell'arco dei due secoli successivi continuarono a modificarsi ampliandosi. Il complesso di edifici fortificati divenne in breve un punto di attrazione per gli abitanti degli altri villaggi della zona. Il 30 settembre 1537, Villasor divenne Contea (conte Giacomo Alagon) Il 19 novembre 1594 la Contea fu elevata a Marchesato dal re spagnolo Filippo II a favore di Giacomo Alagon, nipote del 1° conte. La famiglia Alagon mantenne il marchesato di Villasor fino all'abolizione del feudo nel 1839. L'ultimo possessore della fortezza fu Gabriele de Sylva imparentato con gli Alagon. Negli anni successivi all’ unità d’ Italia, la famiglia Da Silva, residente in Spagna, procedette alla sua vendita unitamente a consistenti fondi agricoli che furono acquistati da un commerciante di Cagliari, tale Cossu, meglio noto in Villasor con l’appellativo di “Su Ceraiu” per via dell’attività che svolgeva dedita soprattutto al commercio delle cere. Infine l'acquisizione da parte del Comune.
La costruzione assolse alle funzioni difensive fino a quando perdurarono le condizioni di instabilità politica conseguenti alle lotte tra Aragonesi e gli Arborea che si protrassero fino alla battaglia di Macomer del 1478, che sancì la definitiva sconfitta degli Arborea. Successivamente a tale data assunse un carattere più specificatamente residenziale.
Sopra l’arco del portale vi è uno stemma, contrassegno di famiglia, di forma circolare. Nella foto non si leggono, ma sono evidenti dal vero, nella metà di sinistra, sei palle, arma dei De Silva, sovrapposte ad un albero, simbolo degli Arborea. Nella metà di destra una torre alata, arma degli Alagon. Lo stemma apparterrebbe dunque al casato degli Alagon Arborea de Silva ovvero agli eredi della fusione dei due casati: Manuela Alagon Arborea Marchesa di Villasor con II Conte Giuseppe De Silva Fernandez De Cordoba conte di Cifuentes.
In una cappella all'interno della fortezza si notano le tracce della distrutta chiesa di S. Maria, su cui sorge il castello. Sono evidenti i legni dell'antica costruzione.
Nel complesso attualmente vi è la biblioteca pubblica. Il cortile interno e le sale vengono utilizzate in occasioni di manifestazioni culturali. In un locale adiacente ha sede la sala di riunione del Consiglio Comunale adibita per le occasioni a sala di celebrazione dei matrimoni civili o di incontri di natura socio-culturale.
Le notizie sono state attinte anche dal sito del Comune di Villasor al quale si rimanda per una più completa documentazione: http://www.comune.villasor.ca.it/ Gli indirizzi della biblioteca sono i seguenti: Via Baronale 23, tel. 070.9646076, fax 070.9646375, e-mail: biblioteca.villasor@tiscali.it
Volevo solo fare una piccola precisazione sulla costruzione del castello. Il fatto che il castello sia stato costruito sulle rovine della vecchia chiesa parrocchiale di S. Maria è un errore che ci si trascina dietro da qualche secolo, dovuto ad una errata traduzione del documento originale con cui Giovanni Sivilleri richiede all'arcivescovo di Cagliari di costruire un edificio fortificato nelle pertinenze (e non sulle rovine) della chiesa di S. Maria.
RispondiEliminaIl Sivilleri appena infeudato non ha possedimenti in nessuna villa perciò chiede all'arcivescovo di Cagliari di poter costruire degli edifici fortificati su terreni di proprietà della Diocesi e precisamente nelle pertinenze della chiesa di Santa Maria nel villaggio di Sorris, inoltre motiva la sua richiesta, dicendo che le fortificazioni saranno utili anche per la difesa delle genti che si sarebbero stabilite nel territorio.
Il Castello non è stato costruito sulle rovine della chiesa di S. Maria, tant'è vero che la suddetta chiesa era ancora in piedi nel XIX sec., si trovava all’interno della corte del Castello più o meno dove oggi passa la strada statale 196 (via Cagliari) all’altezza del Castello stesso.
La chiesa di S. Maria venne “sacrificata” in occasione della costruzione della strada reale Decimomannu-Marrubiu (oggi Statale 196) su pressione della Diocesi che intendeva spostare l’arteria principale del traffico dall’attuale via baronale alla via Cagliari, in modo da rendere più centrale la chiesa parrocchiale (San Biagio) a discapito del Castello.
Il particolare vano con la volta a botte(riportato anche nella fotografia), diverso dai restanti ambienti del Castello è dovuto probabilmente al fatto che il castello è stato costruito in più riprese, su alcuni documenti del 1425 si parla addirittura della "Torre" di Sorres, probabilmente si è passati dalla torre all'attuale Castello. E' difficile fare delle ipotesi anche perché con il crollo del quarto lato (il lato Est mancante), avvenuto nella metà del XIX sec., è andata giù presumibilmente la parte più vecchia.
...dimenticavo...
RispondiEliminaComplimenti per il blog, molto interessante, ci tornerò sicuramente.
Salve, ho visto solo di recente questo blog e, dal momento che sono di Villasor e grnade appassionata di storia del mio paese, non pyò che farmi piacere vedere che QUESTA INTERESSA ANCHE ALTRE PERSONE.
RispondiEliminaDevo, questa occasione, associarmi al commento del nostro amico Saimon..il quale ha tenuto (giustamente) a precisare il fatto che il Castello non è stato costruito sulle antiche rovine della Chiesa di Santa Maria di Gippi, l' ubicazione di questa infatti, non era ove è attualmente ubicato il Castello Siviller o Casa Forte degli Alagon. Purtropo, non si sa perchè, anche i docuemnti inseriti sul sito dle comune Storico dle comune di Villasor, e le notizie in possesso del personale bibliotecario, non sono ancora aggiornate. Grande Merito alla Signora Licia Abis..che fa del suo meglio per accogliere gli ospiti, ma credo che la storia debba essere fatta e racontata di fatti accaduti e non da errate interpretazioni, in questo caso, nella traduzione dle catalano antico.
notizie su il castello potrette trovarle su: http://orizontiaperti.wordpress.com/ o su www.villasor.net inoltre troverete alcuni articoli su Villasor nel sito www.contus.it
By Antonella
Antonella, la chiesa di Santa Maria del vecchio villaggio di Sorres e la chiesa di Santa Maria del vecchio villaggio di Gippi sono due chiese distinte.
RispondiEliminaLa prima era ancora in piedi all'inizio del XIX sec. (negli ultimi documenti che ne parlano viene indicata come S. Maria de corte) e si trovava nella corte esterna del castello, dove oggi passa la strada SS 196 (o via Cagliari).
La seconda si trovava nel villaggio di Gippi (tra gli attuali Villasor e Decimomannu), la chiesa in particolare si trovava probabilmente nella località oggi conosciuta come "forada campana".
Grazie SAIMON, sono sempre ben accete tutte quelle informazioni che non siconoscono. Attualmente sto leggendo un libro di Prof. F. Virdis: considerazioni storiche su: La chiesa bizantina di S. Maria di Gippi (Villasor) pubblicato nel gennaio del 1996, si tratta di un libretto dipocche paggine ma di notevole contenuto storico e fotografico
RispondiEliminacomunque, la tua precisazione è piu' che giusta e a mio avviso dovrebbero essere riviste anche quelle contenute sul sito internet del comune di Villasor.
RispondiEliminaBy Antonella
Salve a tutti, vorrei conoscere se è possibile dopo l'acquisto da Abis Piero e poi al comune. Vi ringrazio.
RispondiEliminadidicri
Buongiorno, la storia mi avvince, sarei interessata a conoscere la sorte del detto castello dopo la guerra di Macomer, e poi una volta che è stato venduto a Cossu denominato "su ceraiu" a chi è passato di mano in mano?
RispondiEliminaIo sò che ultimamente è passato di proprietà al Comune di Villasor, ma che in precedenza era di detto Ziu Abis....... mi piacerebbe conoscere per l'appunto i vari passaggi di proprietà.
Vi ringrazio, e nel caso dove potrei trovare tali dati se in altro sito web.
Non è molto quello che so in merito alla proprietà del castello prima che passase al Comune di Villasor, so che era "proprietario" Cello Abis, ziu Cell' Abis comè conosciuto da noi. Poi credo 1988/89 è intervenuto il comune anche perchè il castello stava andando in rovina..attualmente dopo gli interventi di restauro il castello fà bella mostra di se, da noi Sorresi è considerato il monumento piu' rappresentativo, viene uttilizato per mostre, convegni, spettacoli, aula consigliare e biblioteca......un pò di storia dei villasor e i suoi monumenti li pottete trovare su http://www.villasor.net/ e su http://www.tavolodibattitoaperto.splinder.com/ e su http://www.orizontiaperti.wordpress.com/
RispondiEliminaRicordo di aver letto che la chiesa di Santa Maria non è mai esistita a Villasor. A Santa Maria era dedicata la cappella della Casa Padronale.
RispondiEliminaVillasor cessò di essere capoluogo
RispondiEliminadi mandamento nel 1860, quando fu aggregato al mandamento di Monastir. Il palazzo ospitò pure le
sedute del Consiglio comunale e la scuola femminile. Un sotterraneo lo collegava alla chiesa
parrocchiale dove sboccava alla sinistra dell'altare maggiore; la copertura dell'ingresso del
sotterraneo, costituita da una lastra di ardesia, era ancora visibile negli anni ‘50. Subì dei
rimaneggiamenti tanto che nel l8l2 il fattore baronale Giuseppe Pinna fu dimesso per malversazione
nell'impiego e convenuto in giudizio per aver distrutto il bel palazzo di Villasor onde edificare coi
materiali la sua casa.151 Dopo l'abolizione dei feudi, il palazzo baronale, comprendente al piano
terreno le carceri composte di due stanze, una per gli uomini e l'altra per le donne, due cortili interni
in uno dei quali stava la cappella denominata Santa Maria di Corte, fu dal podatario del marchese
messo in vendita al prezzo di L. 7.500. Al lato del palazzo stava una bottega adibita a pubblica
beccheria (macelleria) e dirimpetto alla strada che portava da Cagliari ad Oristano, dieci piccole
case disposte in fila una delle quali serviva da scuderia, il Consiglio comunale era direttamente
interessato dalla vendita avendovi sede la giudicatura mandamentale e la scuola femminile. Alcuni
consiglieri propendevano per l'acquisto non solo per tenervi le dette istituzioni ma pure per
trasferirvi la sede comunale, non avendone ancora il Comune una propria. Alla spesa si sarebbe
fatto fronte mediante il prelevamento di 500 ettolitri di grano dal Monte di Soccorso. Altri
consiglieri avversarono questo progetto dato che circolava voce sulla soppressione dei Consigli
comunali e sulla riduzione delle giudicature mandamentali. Inoltre, dato lo scarso raccolto
dell'anno, il prelevamento di una tale quantità di grano dal Monte, avrebbe creato delle difficoltà
agli agricoltori. Così, cessata nel 1860 la giudicatura mandamentale a Villasor, non parve opportuno
continuare a locare il palazzo per tenervi la sola scuola femminile con un affitto annuo di 250 lire.
La scuola fu trasferita nelle case di Fedele Dentoni, col quale si stipulò un contratto d'affitto per la
In Profili e paesaggi della Sardegna171 scrisse:
RispondiElimina“A Villa Sor, fra campi fecondi di biade e boschi di mandorli e vigneti e siepi di cacti che sembrano foreste,
trovate un villaggio modesto, ma lieto di una serena agiatezza. L'unico convento è divenuto una scuola, e
l'ultimo francescano rimane in una cella deserta, quasi fuggendo dal contatto della scuola che lo ha ucciso.
Fra le vigne e il villaggio però erge il capo con tristo cipiglio un vecchio palazzo baronale, turrito, pesante, grigio,
irto di inferriate, cupo; un mucchio di fango divenuto prigione, un sogno spaventoso di ventricolo obeso. In quel
castello trovate ancora molte e grosse catene di ferro destinate ai sardi d'un tempo, e nel muro anelli di ferro
che si aprivano per stringere il collo ai più ribelli fra i sardi d'un tempo. Ecco la Sardegna spagnuola. Il
convento divenuto scuola: ecco la Sardegna italiana. Il campo e la chiesa divenuti scuole anch'essi: ecco la
Sardegna dell'avvenire.”
Tradotta secondo il roboante stile e locuzione originale, in italiano suonerebbe così:
RispondiEliminaL'ILLVSTRE BARONE
DON GIOVANNI SIVILLERI
CARCO E PIENO D'ANNI
SUDATI IN LARGHE E GENEROSE
FATICHE A PRO’ DELLA SANTA CHIESA
E DELLA UMANA SOCIETÀ
CON SERENA FRONTE SI É ADDORMITO NEL BACIO DEL
SIGNORE CORONATO DI LAURI
PER GL’ INNUMEREVOLI SUOI TRIONFI
PERCIÒ IL NOME E LA FAMA
DI QUESTO ILLUSTRE BARONE RESTERÀ SEMPRE VIVA NELLA MEMORIA
DEGLI UOMINI