mercoledì 30 aprile 2008

Monsignor Virgilio Angioni

A Flumini è presente un centro assistenziale intitolato a Monsignor Angioni, di cui abbiamo già parlato in un precedente spot. Il suo nome è legato anche all' opera del Buon pastore di San Gregorio, un'antica villa gestita ora da alcune suore, e di lui si trovano tracce nella chiesa di San Benedetto a Cagliari. Chi era Monsignor Angioni ce lo racconta Antonio Borrelli nel sito http://santiebeati.it/.

Virgilio Angioni. Nacque il 14 novembre 1878 a Quartu S. Elena (Cagliari), da Vincenzo Angioni e Fruttuosa Cabras e già dalla fanciullezza dimostrò una inclinazione a soccorrere il più poveri; accolse con gioia la vocazione al sacerdozio che sentì sbocciare in lui e a 17 anni nell’ottobre del 1895, entrò nel Seminario diocesano di Cagliari. Per sei anni studiò alla luce degli insegnamenti dei grandi pontefici Leone XIII e s. Pio X, acquistando una completa formazione spirituale e culturale; fu ordinato sacerdote il 1° giugno 1901 e sin dal primo giorno volle dare valore al suo programma apostolico, dicendo: “Noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli”. Si laureò in teologia il 10 ottobre 1902, dopo una breve parentesi come cappellano della chiesa di S. Caterina da Siena, fu mandato a Roma a completare gli studi accademici e nei tre anni, 1902-1904, fu ospitato nel Collegio Apostolico Leonino, frequentò l’Istituto “S. Apollinare” conseguendo la laurea in Diritto Canonico ed i diplomi in sociologia, ascetica e pastorale, pedagogia. Rientrato a Cagliari fu nominato coadiutore nella Collegiata di S. Giacomo, dove poi sarà parroco per quindici anni dal 1908 al 1923.Uomo di cultura e attivo sacerdote, fu animatore culturale, giornalista, partecipò all’impegno politico dei cattolici, preti compresi; fondò “Il Lavoratore, settimanale democratico cristiano per la Chiesa, per l’Italia e per il popolo”; nel luglio 1914 fondò il “Bollettino dei Parroci”, rivista bimestrale del clero sardo. Si distinse inoltre nel campo sociale, creando nel 1915 l’agenzia per il disbrigo delle pratiche relative ai soldati prigionieri di guerra (si era ormai nella Prima Guerra Mondiale e tanti giovani sardi erano al fronte); in seguito istituì il circolo “Labor”, con annessa una scuola serale per gli operai adulti analfabeti; inoltre fondò la “Casa del Popolo” centro di attività culturali, sociali, ricreative e religiose per i giovani. La vista di tanta miseria, che colpiva nel primo dopoguerra, una larga fascia di popolazione di Cagliari, in particolare i bambini, gli anziani bisognosi, i disabili abbandonati, lo angustiava enormemente e maturò nel suo cuore un progetto di aiuto e soccorso, per alleviarne le sofferenze e i disagi. Lasciò così il 25 gennaio 1923, la parrocchia di S. Giacomo e utilizzando un vecchio convento abbandonato, diede inizio alla sua Opera che volle dedicare al “Buon Pastore”; qui raccolse tante bimbe, che lacere e scalze, erano abbandonate sui marciapiedi a chiedere l’elemosina fino a tarda sera e poi si radunavano per la notte in grotte, osterie, case di prostituzione, in una promiscuità miserevole e oscena. La sua opera di carità, accoglienza ed assistenza, estesa ad altre povertà e miserie, dopo alcuni anni, aveva bisogno di una cura e guida duratura, non solo affidata ai volontari, per cui fondò allo scopo la Congregazione delle suore “Figlie di Maria Ss. Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore”, la cui approvazione pontificia fu ottenuta dopo la sua morte. Nei 25 anni d’incessante e appassionata attività caritativa, fu tecnico abile, calzolaio, contadino, pastore, boscaiolo, ortolano, sarto, pittore, allevatore di bachi da seta, magliaio. Morì a 69 anni, il 3 settembre 1947, nella Casa Madre dell’Opera di S. Benedetto a Cagliari; il 9 febbraio 1991 è stata introdotta la causa di beatificazione e nel 2004, riconosciuta l’eroicità delle virtù, è stato proclamato ‘venerabile’.

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