giovedì 23 giugno 2011

Conchita Tironi

Conchita Tironi  è nata ta a Carbonia e vive a Quartu S,Elena. Lavora nello studio di un commercialista, è sposata, ha una figlia, ha praticato la pallacanestro ad alti livelli. Scrive poesie e racconti, alcuni pubblicati da Giulio Perrone Editore. Calepino è il primo romanzo.

154 pagine suddivise in tanti capitoli quante solo le lettere dell’alfabeto con qualche lettera come la “I” e la “T” alle quali ne sono riservati due, e tre capitoli finali.  Ogni lettera ha inoltre un suo algoritmo letterario che significa : dimostrare che, partendo da una sequenza finita di parole logiche, ma apparentemente non assemblabili, si può arrivare a una storia con significato logico.
Alcuni di questi algoritmi sono convincenti altri un po’ meno e occorre faticare per identificare il significato logico. Ma è un gioco e come tale va preso. E allora scopriamo che il gioco si rivela assai interessante quando certe affermazioni apparentemente usuali e di senso comune vengono appropriatamente connesse con la realtà che ci circonda.
 Bene ha fatto la scrittrice al termine della sua opera ad augurarsi che il lettore dica ad un amico: “Ti presto un libro. Ma riportamelo perché mi fa piacere rileggerlo.”  In effetti i singoli episodi che compongono la trama assurda, scorrono via con sequenze divertenti coniugate con personaggi veri e reali, ( ad esempio: … Demonio, una parola molto astuta e piena d’attività disoneste, dall’aspetto poco raccomandabile e con due piccole corna sulla testa…. )  che possono fare la gioia dei piccoli lettori, ma che, nella composizione delle parole attinenti al tema principale, invitano il lettore più maturo a scoprire  significati diversi da quelli narrati ai bambini.  Perciò la serie di proverbi, di luoghi comuni, di modi di dire  che si adattano ad una situazione ma che significano anche qualche altra cosa, da cui l’invito della scrittrice a rileggere il libro non una, ma più volte, perché ogni volta si scopre qualche cosa di nuovo e di insolito che prima ci era sfuggito. Il libro diventa così una scatola magica da cui fuoriescono, nascosti in un turbinio di parole, concetti a getto continuo che occorre ricercare e interpretare. L’enigmistica, con i suoi rebus, anagrammi, crittografie etc. ha la stessa capacità di obbligare alla riflessione e alla ricerca, ma il risultato di ciascuno dei suoi giochi  è uno solo, mentre Conchita Tironi lascia il campo alla fantasia di ognuno e alla sua capacità di fantasticare. Ne è consapevole anche lei che termina dicendo:
Questo è un libro fine, sottile direi.
Alla fine, c’è un secondo fine.
In fin dei conti c’è un principio e una fine.
alla fine dei fini … è senza fine.

sabato 18 giugno 2011

Festa delle torte

II programma è allettante

La giuria è pronta

Vota  senza lasciarsi influenzare


I premi  aggiungono soddisfazione  agli artefici delle opere in gara 

Sono ricchi e numerosi


le sorprese piacevoli sono molteplici

La musica arricchisce la serata e la sua fine illanguidisce gli animi

Notte d'estate
L'acqua della fonte
suona il suo tamburo
d'argento.
Gli alberi
tèssono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.
F. Garcia Lorca


giovedì 2 giugno 2011

Requiem di Fouré a Quartu


il soprano Elisabetta Scano
In occasione di Monumenti Aperti si è svolto a Quartu nella chiesa di S. Agata domenica 22 Maggio,  in collaborazione con l'associazione " Incontri musicali" e il " Collegium Kalaritanum"   il concerto " Requiem di Fouré in re minore. Protagonisti di prestigio il soprano Elisabetta Scano,  il baritono Nicola Ravarino Guagenti e l'organista Fabrizio Marchionni. Tutti diretti dal maestro Giacomo Medas.


Gabriel Fouré
Gabriel Urbain Fauré (Pamiers, 12 maggio 1845 - Parigi, 4 novembre 1924) è stato un compositore e organista francese. Con debussy, Ravel e Saint-Saens, è uno dei grandi musicisti francesi della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo
Il Requiem, Op. 48, non fu composto in memoria di una persona in particolare, ma come dicono le parole di Fauré, ‘solo per il piacere di farlo’. Molti lo descrivono come una ninna nanna della morte. Persino oggi, in molte zone d'Italia, il canto dell'In paradisum, segue la messa funebre e precede il pio ufficio della sepoltura. ( Wikipedia)