Nel Maggio scorso è stata commemorata a San Pietroburgo la storica impresa del dirigibile "Italia" comandata dal generale Umberto Nobile. A organizzare l'evento è stato l'Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo insieme ad altre istituzioni e organizzazioni tra cui la rivista di Studi Storici " Il Saggio" presieduta dal direttore editoriale Giuseppe Barra.
Presenti alla commemorazione, svoltasi a bordo dello storico rompighiaccio Krasin che ha avuto un importante ruolo nelle prime operazioni di salvataggio del Generale Umberto Nobile e dei superstiti dello schianto sulla banchisa di ghiaccio del dirigibile Italia, il Prof. Schettino Nobile nipote del Generale e la nipote Silvana Fiorito.
La rivista Il Saggio, promotrice dell'evento, ha pubblicato nel numero di Luglio scorso due articoli che riportano la cronaca delle manifestazioni che si sono svolte a San Pietroburgo.
La storia di Umberto Nobile, della sua impresa al polo nord e della tragedia che si è abbattuta sulla spedizione in cui sono morti ben diciassette persone tra membri della spedizione e soccorritori è conosciuta, come sono conosciuti i dubbi che hanno accompagnato la vita di Umberto Nobile, in bilico tra l'essere considerato dal popolo e dai suoi cantori un eroe o un essere spregevole. Su di lui sono stati scritti libri e documenti tutti rintracciabili sul web per chi volesse documentarsi in proposito.
Certo è che a poche persone sono state riservate gli stessi encomi e le espressioni di gloria di quelle che, nel 1926, alla fine trionfale della prima spedizione in dirigibile, furono attribuite al Generale Nobile, ad Eboli, al ritorno della sua impresa.
Essendo figlio di ebolitani, dopo le altrettanto trionfali accoglienze a Roma e Napoli, il Generale venne invitato ad Eboli dove fu accolto la domenica del 15 Agosto 1926. Era stato il sindaco dell'epoca Vincenzo Carusi Abbamonte ad avvertire la cittadinanza del suo arrivo e, ad attenderlo con la città tutta erano gli zii, i cugini i compagni di scuola e tanti cartelli con su scritte poesie dettate dal poeta Felice Cuomo.
Certo è che a poche persone sono state riservate gli stessi encomi e le espressioni di gloria di quelle che, nel 1926, alla fine trionfale della prima spedizione in dirigibile, furono attribuite al Generale Nobile, ad Eboli, al ritorno della sua impresa.
Essendo figlio di ebolitani, dopo le altrettanto trionfali accoglienze a Roma e Napoli, il Generale venne invitato ad Eboli dove fu accolto la domenica del 15 Agosto 1926. Era stato il sindaco dell'epoca Vincenzo Carusi Abbamonte ad avvertire la cittadinanza del suo arrivo e, ad attenderlo con la città tutta erano gli zii, i cugini i compagni di scuola e tanti cartelli con su scritte poesie dettate dal poeta Felice Cuomo.
Te stringe nel palpito
d'innumeri cuori,
Con tutti i suoi fiori,
La nostra Città.
D'amore, di giubilo
Nel fervido coro,
Ti cinge l'alloro
Che eterno vivrà
I cartelli in suo onore per tutto il vialone che conduceva alla piazza recavano le seguenti parole di elogio: Eboli riabbraccia e incorona il Figlio trionfatore./Onore a te, Eroe dei Cieli Polari./Date cantici e serti al Conquistatore dell'Artica./Gloria a te,nobile figlio di Eboli./Inni e ghirlande al Colombo dei cieli./Viva il Magnifico Argonauta d'Italia./Fiori ed allori ad Umberto Nobile.Popolo di Eboli, inneggia al tuo figlio glorioso.
Dopo aver posto una corona d'alloro sul monumento dei cadutil gli venne consegnata una targa d'oro eseguita dal prof. Tomaselli che recava incise queste parole: A UMBERTO NOBILE- EBOLI MADRE-ROMA X APRILE-TELLER XIV MAGGIO MCMXXVI
Più tardi, giunti nel palazzo comunale, il Sindaco consegnò al Generale Nobile una pergamena commerativa con su scritto paroledettate da Felice Cuomo che così recitano:
Solo pochi anni dopo la carriera del Generale Nobile, che sembrava destinata a durare splendida in eterno, fu inesorabilmente distrutta.
Solo pochi anni dopo la carriera del Generale Nobile, che sembrava destinata a durare splendida in eterno, fu inesorabilmente distrutta.